Lo studio di architettura ARCHIT di Luca Cipolletti ospita, nell’ambito delle Conversazioni tra Arte ed Architettura, la mostra Architettures des Memoires con le opere degli artisti Anne e Patrick Poirier.
Le opere esposte riassumono circa cinquant’anni della loro attività dedicati allo studio delle memorie del passato, quello a noi più lontano, quelle che richiedono l’indagine archeologica e lo studio di reperti spesso ai più privi di significato. Il loro percorso artistico trova il più elevato e concreto risultato nella realizzazione della futura Necropoli di Gorgonzola oggi in corso di realizzazione dopo un travagliato percorso di analisi e revisione, di questa imponente ed al tempo stesso profondamente innovativa opera viene presentato un plastico che permette di apprezzare la novità nell’approcciare il tema della morte e del cimitero.
L’indagine archeologica di Anne e Patrick è stata a suo tempo sviluppata nella così detta “Mezzaluna Fertile”, l’area della Mesopotamia compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, la culla delle civiltà che di generazione in generazione si sono succedute fino a noi. Di queste memorie la mostra propone alcune grandi opere pittoriche monocromatiche, di colore bianco, vedute a volo di uccello, dove i resti del passato e le nuove edificazioni sono proposte in rilievo, le prime con gli scarsi dettagli dei resti ritrovati dall’archeologo, le seconde con i dettagli del rilievo da satellite oggi alla portata di tutti coloro che dispongono di un collegamento alla rete. Una pittura che muove sempre dalla stessa direzione sottolinea il vento della memoria che nel suo muovere porta all’amnesia ed all’oblio.
L’area dalla quale le opere sono state ispirate è quella che purtroppo, in tempi a noi vicini, ha visto e vede l’orrore e la distruzione degli eventi bellici, compresa la distruzione dei siti, che non solo li annienta, ma, ancor peggio, comporta la distruzione della memoria cui sono legati. Una perdita, quest’ultima, che si ripercuoterà, inevitabilmente sulle generazioni future che perdono un riferimento alla storia passata.
Dal bianco di queste opere si passa al nero di un’opera simile che sottolinea il lutto per la perdita di quanto è andato distrutto: l’impatto emotivo è forte, il cambio del colore rappresenta una sottolineatura che non può essere ignorata.
La presentazione comprende anche opere fotografiche, tutte caratterizzate dal recupero di tecniche ormai non più utilizzate, una sorta di richiamo memonico rivolto alla tecnologia, che si sviluppa, cresce, vive e muore come ogni cosa terrena.
Tra queste una grande stampa in Cibachrome, tecnologia degli anni ’80 del secolo scorso, che ritrae foglie di tiglio ingrandite grazie all’utilizzo dell’ingranditore nel quale, al posto di un negativo o positivo, è stato collocato il soggetto. Il risultato? Una grande immagine, fortemente evocativa delle foglie ormai prossime al dissolvimento, delle quali si vedono i percorsi della linfa, quasi una struttura portante, un reticolo che richiama quello di arterie e vene del corpo umano. Una rappresentazione simbolica della fragilità umana e della natura.
Una serie di immagini Polaroid scattate in una fase di esondazione della Senna ritrae edifici spettrali, meramente funzionali e privi di qualsiasi anima che appaiono prossimi a sparire inghiottiti dalle acque.
Completano la presentazione due serie di immagini la prima di immagini 3D, una tecnologia che, pur esistendo da molti decenni, non ha mai preso piede e che ben si presta alla documentazione, la seconda di immagini stereoscopiche, tecnica già usata dal nonno di Patrick.
Conclude la presentazione di questi due artisti il plastico della Necropoli giardino di Gorgonzola e la serie di scritte al neon con i nomi delle costellazioni, collocata all’ingresso, gli stessi nomi che avranno i vialetti della necropoli: un lavoro del 2010, intitolato Via Lattea. Il plastico esposto è il progetto iniziale che in tempi successivi è stato semplificato ed alleggerito così da renderlo economicamente sostenibile e, di conseguenza, realizzabile, senza perdere gli elementi distintivi e caratterizzanti l’intervento: una pianta forma di foglia di quercia, un andamento del perimetro curvilineo, ampi spazi piantumati, un mausoleo che costituisce il centro del luogo ed un ingresso volto a significare il passaggio dalla vita terrena al mondo della memoria, due blocchi bianchi, con facciata triangolare che delimitano un passaggio anch’esso triangolare e finestre a forma di triangolo.
Conversazioni tra Arte ed Architettura
Architettures des Memoires
Fino al 12 maggio su appuntamento
AR.CH.IT Luca Cipelletti
Via Pasquale Paoli 8 | 20143 Milano
tel +39 02 89407963
(grazie a Paolo Bongianino)