Arriva il 18 aprile al cinema Cattiverie a domicilio, un film di Thea Sharrock con Olivia Colman, Jessie Buckley, Anjana Vasan e Timothy Spall.
La pellicola è un concentrato dello spirito inglese al cinema, una commedia graffiante senza aggressività, agrodolce, che dimostra quanto la vita abbia più fantasia della realtà.
Tratto da una storia vera (è questo il plus del film e anche l’originalità, aver disseppellito una storia che insegna molto sui rapporti umani), interpretato con una grande naturalezza, il film ha un’ironia sottile e pungente, fino alla drammaticità dell’ultima scena.
Nulla è come sembra e spesso il dolore, la repressione, la frustrazione scatenano comportamenti malsani che magari non sono cattivi sebbene creino danni agli altri e a se stessi. Eppure il film non ha un messaggio morale dichiarato; è un affresco divertito e tutto focalizzato sull’aspetto psicologico e sociale del vicinato.
Ricostruzione ad hoc dell’ambiente, un po’ stantio e perbenista, con la solita rivalità tra Inghilterra e Irlanda.
Dopo il successo di pubblico nel Regno Unito, dove il film ha totalizzato un milione di presenze in sole tre settimane di programmazione diventando la commedia di maggior incasso dal periodo pandemico, arriva come detto il 18 aprile nelle sale italiane, titolo originario Wicked little letters, una commedia irriverente scritta da Johnny Sweet e diretta dalla regista inglese Thea Sharrock, già autrice di Io prima di te, L’unico e insuperabile Ivan.
Tratto da un’incredibile storia vera avvenuta cento anni fa in una cittadina costiera dell’Inghilterra, il film è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Toronto e vanta un cast stellare: Olivia Colman e Jessie Buckley vestono i panni delle due protagoniste, due donne agli antipodi che il destino renderà complici; le due attrici tornano insieme sul grande schermo dopo La figlia oscura, opera prima di Maggie Gyllenhaal.
Olivia Colman è Edith, donna conservatrice con un’educazione rigidissima impartita da un padre autoritario (che ha il volto ruvido di Timothy Spall); Jessie Buckley è Rose, giovane esuberante e piena di vita che sfida apertamente ogni convenzione.
Tra loro, una caparbia Anjana Vasan nel ruolo della poliziotta Gladys Moss, prima e unica donna in un mondo tutto al maschile in cui fatica a farsi strada. Sarà lei a guidare le indagini sul misterioso mittente delle lettere scandalose che hanno sconvolto la vita tranquilla e monotona della cittadina di Littlehampton.
Una storia di riscatto al femminile, satira pungente contro il perbenismo e l’ipocrisia religiosa del tempo ma anche storia attualissima pur risalendo agli anni Venti quando invece che su Internet e sui social media la rabbia verbale contro il prossimo esplodeva via posta. Il film denuncia una società patriarcale in famiglia come sul lavoro e presenta un mosaico di figure femminili che diventano allegorie come la ragazza madre che ama la figlia e finisce per mentire per proteggerla o la donna poliziotto decisa a non arrendersi al ruolo di spalla del poliziotto.
Siamo nel 1922 in una cittadina affacciata sulla costa meridionale dell’Inghilterra, che è teatro di un farsesco e a tratti sinistro scandalo. Questa bizzarra storia di cronaca segue le vicende di due vicine di casa: Edith Swan (Olivia Colman), originaria del posto e profondamente conservatrice, e Rose Gooding (Jessie Buckley) turbolenta immigrata irlandese.
Quando Edith e altri suoi concittadini iniziano a ricevere lettere oscene piene di scabrosità, i sospetti ricadono immediatamente su Rose. Le lettere anonime scatenano una protesta a livello nazionale che scaturisce in un processo. Saranno le donne, guidate dalla poliziotta Gladys Moss, a indagare sul crimine, sospettando che le cose potrebbero non essere come sembrano.
a cura di Ilaria Guidantoni