Al Museo di Palazzo Grimani a Venezia fino al 27 novembre 2022 il grande autore tedesco Georg Baselitz, con una mostra curata da Mario Codognato, con un ciclo nuovo, protagonista il colore che crea un effetto in tensione con il decoro sontuoso di Palazzo Grimani, una scommessa ardita riuscita.
L’occasione della mostra è anche per l’esposizione Domus Grimani 1594 – 2019. La collezione di sculture classiche a palazzo dopo quattro secoli, prorogata fino a novembre 2022.
Il Museo di Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa conferma così il suo ruolo di protagonista nella scena culturale veneziana con due nuovi progetti che rafforzano il dialogo tra antico e contemporaneo, in un luogo unico nel panorama architettonico e storico-artistico della città. Il 19 maggio scorso è stata riaperta al pubblico la Sala del Doge dopo il riallestimento di uno degli ambienti più spettacolari ed evocativi del palazzo, tornato ai suoi splendori rinascimentali, e la mostra Archinto con i nuovi lavori dell’artista, alcuni dei quali, realizzati espressamente per il Palazzo, rimarranno in comodato al museo per concessione dell’artista grazie a uno speciale Accordo. Frutto della collaborazione tra la Direzione regionale Musei Veneto e la fondazione Venetian Heritage, l’intervento sulla Sala del Doge con il ricollocamento della statuaria greca e romana parte della collezione Grimani, rientra nell’ambito di una strategia di valorizzazione e promozione del palazzo e della sua storia e in continuità con il riallestimento della Tribuna del patriarca Giovanni Grimani.
La Sala del Doge fu creata contestualmente ai lavori di ampliamento del palazzo voluti da Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia, e da suo fratello Vettore e terminati nel 1568; uno spazio, contraltare ideale della Tribuna e probabilmente anch’esso progettato dallo stesso Giovanni, che voleva celebrare la figura di Antonio Grimani, abile mercante di spezie e primo doge della famiglia. Proprio per evocare i rapporti dell’avo con il Mediterraneo orientale, Giovanni e Vettore decisero di abbellire lo spazio con marmi antichi e preziosi come l’alabastro giallo, il serpentino verde e il porfido rosso, creando così una scenografia spettacolare in cui esporre parte delle sculture classiche della collezione di famiglia. L’evento è accompagnato da una pubblicazione edita da Marsilio che completa così il corpus editoriale sul Museo iniziato con la mostra Domus Griman 1594-2019 attraverso un’importante campagna fotografica realizzata per l’occasione che mette in luce la collaborazione virtuosa tra pubblico e privato nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
Questa nuova operazione è prodotta da Civita Tre Venezie e finanziata da Venetian Heritage e dal Ministero della Cultura, in collaborazione con Gagosian e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e grazie al sostegno di numerosi mecenati.
Baselitz, nato nel 1938, è uno tra gli artisti più significativi della sua generazione e l’esposizione, intitolata Archinto, è prodotta da Gagosian in collaborazione con Venetian Heritage, allestita al piano nobile del museo e dodici tele realizzate appositamente per la Sala del Portego collocate nelle sue originarie cornici settecentesche a stucco, dove fino all’Ottocento campeggiavano i ritratti della famiglia Grimani. Grazie a uno speciale accordo, queste opere rimarranno in comodato a lungo termine al museo per concessione dell’artista ed è da segnalare che è la prima volta ad oggi che avviene una collaborazione simile tra un contemporaneo e un museo statale a Venezia.
In Archinto, l’artista rende omaggio a Venezia e alla sua ricca tradizione artistica, da una parte ristabilendo una continuità storica e dall’altra segnalando una rottura tra la celebrata ritrattistica rinascimentale e i suoi equivalenti contemporanei. Il titolo della mostra e i suoi lavori fanno riferimento all’enigmatico ritratto del Cardinale Filippo Archinto che Tiziano realizzò nel 1558. Portando la sensibilità dei Maestri antichi in un contesto attuale, la qualità spettrale dei dipinti di Baselitz conferma il suo interesse per le tecniche di incisione e allude al tema artistico costante della mortalità umana.
Chi è Georg Baselitz
È nato nel 1938 a Deutschbaselitz in Germania e vive e lavora tra il lago tedesco di Ammer, Imperia in Italia; e vicino a Salisburgo in Austria. I suoi lavori sono inclusi, tra le altre, nelle seguenti collezioni: Kunsthaus Zürich; Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, Svizzera; Museum Ludwig, Colonia, Germania; Centre Pompidou, Parigi; Tate, Londra; Guggenheim Bilbao, Spagna; Museum of Modern Art, New York; Metropolitan Museum of Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; e San Francisco Museum of Modern Art. Tra le mostre recenti si annoverano: 56° Biennale di Venezia (2015); Gli Eroi, Städel Museum, Francoforte sul Meno, Germania (2016, poi al Moderna Museet, Stoccolma; al Palazzo delle Esposizioni, Roma; e al Guggenheim Bilbao, Spagna, nel corso del 2017); Preview with Review, Museo Nazionale Ungherese, Budapest (2017); Arbeiten auf Papier, Kunstmuseum Basel (2018); Baselitz, Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, Svizzera (2018, poi all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC); Corpus Baselitz, Musée Unterlinden, Colmar, Francia (2018); e Academy, Gallerie dell’Accademia, Venezia (2019). Nel 2019 Baselitz è stato nominato membro dell’Académie des Beaux-Arts in Francia.
a cura di Ilaria Guidantoni