La terza edizione del Ginesio Fest, diretto da Leonardo Lidi, vuol essere un progetto legato alla ricostruzione e promozione di un borgo e di un intero territorio, non solo un festival teatrale. Questo lo spirito con il quale Isabella Parrucci, Direttrice generale della manifestazione, ideatrice, nonché portavoce del sindaco e curatrice dei progetti culturale del comune, autentico cuore del progetto, lavora, con l’ambizione di superare i campanilismi e attirare nuovamente un turismo culturale di qualità sulla provincia di Macerata, nelle Marche, costellata di tanti paesi con eccellenze da riscoprire.
“Questo territorio, ci ha raccontato – soffre di una relativa emarginazione rispetto ai collegamenti e il terremoto oltre che una situazione di crisi preesistente lo ha colpito duramente. In particolare il borgo di San Ginesio ha avuto il 90% del suo patrimonio culturale leso”.
Come nasce l’idea del festival? “Innanzitutto da un forte attaccamento a questo territorio che nel corso degli anni ho visto spopolarsi soprattutto di giovani ed essere meno attraente per il turismo. Il teatro fa parte della nostra identità e tradizione così ho pensato di ripartire da un’arte che fosse coinvolgente e relativamente popolare per creare aggregazione locale. L’obiettivo è quello di ricostruire un rapporto di vicinanza tra gli attori e il pubblico e questo è più facile all’interno di un festival soprattutto in un piccolo borgo. Nello specifico il nome San Ginesio è legato all’antico
Genesio, comico romano, noto in età imperiale oltre che martire cristiano, patrono del nostro paese la cui festa ricorre il 25 agosto.”
Il festival che si terrà dal 18 al 25 agosto, terminerà proprio con la festa patronale in occasione della quale si terrà il Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore” con una giuria presieduta dall’attore Remo Girone, composta dal giornalista Rodolfo di Giammarco, dall’attrice Lucia Mascino, dalla poetessa Francesca Merloni e dal regista Giampiero Solari. Le edizioni precedenti hanno visto il premio assegnato a Federica Fracassi, Massimo Popolizio, Carolina Rossi, Michele Di Mauro. Quest’anno sarà consegnato all’attore di cinema, teatro e televisione Paolo Pierobon e a Petra Valenitini, promettente attrice anconetana ancora molto giovane, proprio per offrire una dimensione di crescita in prospettiva per chi si affaccia al teatro. In occasione della conclusione del festival ci sarà anche la presentazione, con letture degli allievi della Scuola del Teatro Stabile di Torino, del libro di Francesco Sala, dedicato a San Ginesio, Genesio, l’attore
santo, pubblicato dalla casa editrice L’Erudita (edito nell’ottobre scorso) che, in modo romanzato, racconta la vicenda storica dalla quale si è originato il festival stesso.
“Una serie di coincidenze – ha continuato la Direttrice – mi hanno indotta a rafforzare l’immagine del borgo legata al teatro, perché ad esempio Remo Girone incontrando il sindaco locale, ha raccontato che quando si è diplomato all’Accademia drammatica gli è stata donata una medaglietta con l’effige del Santo. Nel borgo, tra l’altro c’è lo storico teatro Giacomo Leopardi, primo teatro stabile delle Marche nel 1547, che contiamo di riaprire a breve.”
Come il teatro può contribuire alla rinascita di questo territorio?
“Certamente è un modo immediato per far conoscere il territorio che ha però un suo valore intrinseco dato che ad esempio è l’unico borgo d’Italia ad aver ottenuto il riconoscimento dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite con il Premio “Best Tourism
Village”. Con una manifestazione forte sul territorio e un progetto che naturalmente interessi una stagione lunga possiamo ad esempio contare di riaprire l’Ostello Comunale, attrezzato per oltre 200 posti letto (tra il 2023 e il 2024) e valorizzare il centro studi legato ad Alberico Gentili, che qui ha avuto i natali, fondatore del diritto internazionale moderno che già richiama moti studiosi ogni anno.”
Il Ginesio Fest dunque potrebbe diventare un progetto che interessa tutto l’anno?
“Auspicabilmente dall’anno prossimo l’idea è di realizzare un percorso di formazione, residenza d’artisti, laboratori rivolto non solo ad attori e registi ma a tutti gli operatori e i lavoratori del teatro dai tecnici ai costumisti, creando anche delle possibilità occupazionali e prima di tutto di qualificazione notevoli”.
Il festival è infatti anche un’occasione di lavoro in squadra sul territorio, promosso e organizzato dal Comune di San Ginesio in collaborazione con l’Associazione Culturale GINESIO FEST, il festival si avvale del patrocinio e del sostegno della Regione Marche, della Provincia di Macerata, della Fondazione Carima, della Camera di Commercio delle Marche, della Fondazione Aristide Merloni, dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, di AGIS Marche, della Fondazione Marche Cultura, dell’Amat, della SVEM-Società di Sviluppo Europa Marche, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, di BIM Tronto, dell’Università degli Studi di Camerino, dell’Università degli Studi di Macerata, dell’Università Politecnica delle Marche, dell’Università degli Studi di Urbino. Media partner: QN – Il resto del Carlino, radio Lattemiele e Artimag, è Tv Marche, Radio Frammenti, Teatro e Critica. Si ringraziano gli sponsor: CPM Gestioni
Termiche, Feel Blue, Azzacconi, Paul Meccanico e Servizi Stradali snc.
L’edizione del 2022 vedrà un festival diffuso e originale in cui spettacoli, residenze artistiche, seminari e laboratori per professionisti, bambini, adolescenti e adulti si intrecciano in diversi spazi del Borgo, rivitalizzandoli.
Il programma di questa edizione – che si pone l’obiettivo di valorizzare la storia del borgo, rafforzando lo storico legame con le arti performative, per realizzare un festival integrato nella vita della comunità locale – si articolerà tra spettacoli, reading, performance e laboratori, senza dimenticare le iniziative rivolte agli studenti delle scuole d’attore con il Laboratorio “Nuove Parole” e il ciclo di restituzioni dal titolo “Cronache Teatrali”, aperte al pubblico gratuitamente. Non mancheranno iniziative rivolte alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti (recite, laboratori quotidiani e un laboratorio intensivo).
Firmato nella direzione artistica, per il primo anno, da Leonardo Lidi, il Ginesio Fest intende lasciare il segno. “Il nostro lavoro si basa fondamentalmente sulla forza di una parola – dichiara il nuovo Direttore – un termine chiaro che riesce a racchiudere il concetto della nostra attività, la volontà degli spettatori e ancora prima dei cittadini di questo luogo, una parola che dopo il 2016 è ancora più tangibile e che ci permette di presentare una proposta chiara e determinata nelle intenzioni. La parola è Ricostruzione. Andando in parallelo con la ricostruzione fisica è fondamentale proporre, una ricostruzione grammaticale, dialettica, che possa avere l’ambizione di proporre un nuovo alfabeto post trauma. Dopo il terremoto, la pandemia, le troppe scorie negative del presente. Parole e autori che ci permettano di unirci intorno all’esternazione, che ci diano la forza di parlare di ciò che stiamo vivendo con l’ambizione del futuro. È così che il concetto di Festival ha ancora una peculiarità specifica necessaria, una sua importanza per tutti quelli che vivono lo spazio quotidianamente”.
Nella costruzione di questo nuovo alfabeto teatrale la direzione artistica è partita dalla drammaturgia che affronta il linguaggio del presente. La prima risposta è nel nome della autrice under 40 Caroline Baglioni, umbra, vincitrice della Biennale Teatro di Venezia con il suo testo Il Lampadario e cofondatrice con Michelangelo Bellani della compagnia Baglioni/Bellani. Caroline Baglioni presenterà il pluripremiato Gianni (23 agosto alle ore 21.00), e svilupperà un nuovo alfabeto assieme agli allievi della Scuola del Teatro Stabile di Torino, ospiti durante le giornate del Festival. A tal proposito sarà associato al gruppo anche Diego Pleuteri, giovanissimo drammaturgo già segnalato nel 2020 dal premio Inedito, che ha scritto nell’estate 2021 un testo attorno alla pandemia. Tutti i lavori realizzati verranno presentati al pubblico durante le giornate del festival sotto forma di lettura scenica dai nuovi attori del Teatro Stabile di Torino e saranno la base della costruzione di un laboratorio quotidiano che metterà in dialogo continuo pubblico e professionisti”.
Tenersi Compagnia è uno dei fili conduttori che Leonardo Lidi ha scelto nella costruzione del nuovo alfabeto teatrale. La prima compagnia che risponde a questo criterio è l’associazione bolognese composta dalle attrici Francesca Mazza e Angela Malfitano che apriranno il Festival (18 agosto alle ore 21.00) con il loro spettacolo storico Le due vecchiette vanno al nord, commedia dolce amara di Pierre Notte. Un’altra compagnia che avrà un’importante funzione di collante tra palcoscenico e pubblico è la realtà toscana di “Sotterraneo Teatro”, anche loro vincitori di numerosi premi, tra cui il Premio Ubu nel 2019 come miglior spettacolo dell’anno con Overload. Porteranno al Festival una delle loro ultime creazioni: Shakesperology con l’attore Woody Neri (21 agosto alle ore 21.00).
Una peculiarità del festival, secondo Leonardo Lidi, sta proprio nel riuscire a alternare realtà giovani con una forte identità teatrale e grandi attori in grado di dialogare con il pubblico sempre grazie alla materia teatrale: tra i grandi nomi del Ginesio Fest ci saranno Lino Musella, Matthias Martelli, Michele Di Mauro e appunto Remo Girone.
Matthias Martelli sarà ospite il 19 agosto alle 21.00 con lo spettacolo Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame. Martelli vestirà i panni del giullare moderno dalla mimica camaleontica. Il lavoro affonda le sue radici in una forma di teatro che, attraverso la lingua corporale ricostruita col suono, con le onomatopee, con scarti improvvisi di ritmo, passa continuamente dalla narrazione all’interpretazione dei personaggi. Lino Musella, attore tra i più apprezzati della sua generazione, Premio Ubu 2019, è qui protagonista – il 20 agosto alle 21.00 – di un affascinante percorso poetico attraverso gli immortali versi di Shakespeare, qui “traditi” in napoletano dall’artista Dario Jacobelli. L’ammore nun’è ammore; ad affiancarlo sulla scena, Marco Vidino – ai cordofoni e alle percussioni.
Michele Di Mauro, attore già premiato al Ginesio Fest, porterà una grande riflessione sul linguaggio contemporaneo, con una serata omaggio a uno dei più grandi autori del nostro tempo scomparso quest’anno e troppo poco celebrato: Vitaliano Trevisan. Concerto per Vitaliano Trevisan – Oscillazioni e Solo Rh – in scena il 22 agosto alle 21.00 – è un omaggio sentito, una produzione originale e un debutto nazionale, un motivo di vanto per un Festival che crede nella forza di volontà e nel riscatto sociale. Da una idea di Leonardo Lidi. Con Michele Di Mauro che ne cura anche la regia. Musica di Franco Visioli.
In questo percorso di costruzione dei nuovi linguaggi, in primo piano c’è l’interesse nei confronti del teatro di tradizione o meglio definibile come teatro di parola che con Annamaria Troisi – prodotta da Corte Ospitale e ACTI Teatri Indipendenti/ AMA Factory – sarà protagonista il 24 agosto alle 19.00 con Chiamami.
Uno spazio speciale del festival sarà dedicato all’infanzia e all’adolescenza. Non un mero momento di animazione ma un’occasione per i più piccoli per avvicinarsi al mondo delle arti performative attraverso laboratori e spettacoli. L’offerta viaggia su due binari. Il programma dedicato ai giovanissimi sarà curato anche in questa edizione da Vera Vaiano, artista che da anni opera con successo sul territorio nel settore del teatro ragazzi. La prima proposta prevede un laboratorio intensivo per gli allievi delle scuole superiori del circondario a cura del regista Roberto Gandini e la coreografa Iole Biocca che si conclude con una “restituzione”, una performance di teatro urbano. Un’occasione affinché gli allievi vivano lo spazio pubblico quotidiano attraverso gli occhi straordinari dell’essere in scena.
Oltre agli spettacoli tutte le compagnie saranno invitate a realizzare un percorso di presentazione e condivisione del lavoro assieme al pubblico, momento fondamentale per un Festival che cerca di creare delle dinamiche familiari tra artisti e società. È un incontro che avviene fuori dal palco tra artista e pubblico, un ulteriore modo di mettersi in gioco insieme OLTRE lo spettacolo. A fare gli onori di casa come conduttore della serata inaugurale e finale e per gli incontri con le compagnie sarà Christian La Rosa.
a cura di Ilaria Guidantoni