Nel cuore di Verona un nuovo spazio artistico nato per gemmazione dalla galleria di Lugano, quando, in un momento storico particolarmente difficile, nell’ottobre 2020, la Kroyma Art Gallery sceglie di investire in arte e cultura, una sfida che oggi appare una vera e propria scommessa. Così accanto alla sede storica ticinese, diretta da Tecla Riva, l’impegno a Verona di Riccardo Steccanella, si è concretizzato lo scorso autunno con una mostra di Giorgio Griffa.
La seconda esposizione, prorogata almeno sin dopo Pasqua, s’intitola Indizi contemporanei (si veda qui il video di presentazione), con opere di Marco Casentini, Fabrizio Corneli, Federico Ferrarini, Emanuela Fiorelli, Paola Pezzi, Alex Pinna, Paolo Radi e Paolo Scirpa.
L’esposizione ruota attorno a una selezione di artisti nati negli anni Sessanta e Settanta, conosciuti e apprezzati nel panorama italiano, ai quali si aggiungono le ricerche di due maestri della luce: Fabrizio Corneli e Paolo Scirpa. In esposizione, le sculture in bronzo patinato di Alex Pinna, gli orditi di Emanuela Fiorelli che sondano e scandiscono gli spazi, le strutture essenziali e pulsanti di Paola Pezzi, le estroflessioni di Paolo Radi, i colori del mondo di Marco Casentini e il prototipo di un progetto di Federico Ferrarini, realizzato in collaborazione con la scultrice italo americana Cristina Carusi, che segna l’inizio di un nuovo percorso attraverso la sperimentazione e la lavorazione del marmo. Luci ed ombre sono, infine, protagoniste nelle installazioni di Fabrizio Corneli, che nascono da uno studio approfondito dell’ottica e della geometria, e nelle vibrazioni luminose di Paolo Scirpa, che ha fatto della luce la materia prima della sua ricerca.
La galleria è in una posizione strategica, a due passi da Porta Borsari, con un concept raffinato ed essenziale e un affaccio su un cortile interno che tesse il legame con la città storica.
In occasione della visita della galleria (si veda la conversazione con Riccardo Steccanella nel video), abbiamo avuto l’opportunità di un collegamento video con la sede di Lugano, dov’è allestita la mostra di Giovanni Campus. Tempo in processo. Rapporti misure connessioni, dedicata all’artista di origini sarde, trasferitosi a Milano da giovane, anch’essa prorogata, il cui Virtual tour è disponibile sul sito della Galleria.
La sede di Lugano, come ci ha raccontato Tecla Riva, è in una dependence di Villa Saroli, ambientazione storica, con la struttura tipica di un appartamento, per cui le mostre si intitolano sempre Camere, sezione che ha all’attivo già dieci mostre, a cominciare da Le Geometrie della Luce, la collettiva dedicata a tre grandi nomi dell’Op Art come Alberto Biasi, Hugo Demarco e Francisco Sobrino. Altro appuntamento, prima di Art Basel l’iniziativa “.YOUNG” che in una congiuntura di ‘programmazione liquida’ è difficile ipotizzare; sezione che ha visto il suo debutto nel maggio 2019 con la personale di Andreas Waldmeier, artista di Zurigo che ha trasformato la galleria in un ambiente pittorico complessivo.
Anche se in questo periodo è difficile parlare di nuovi progetti, l’idea di Kromya per razionalizzare l’attività e massimizzare l’eco è di proporre, appena sarà possibile, una mostra di Paolo Masi in contemporanea nelle due sedi, per promuovere l’idea del Ticino e in particolare di Lugano quale centro per l’arte contemporanea Svizzera con uno sguardo al nord, a Zurigo, e uno a sud a Milano, rafforzando allo stesso tempo il progetto territoriale di Kromya tra due nazioni.
a cura di Ilaria Guidantoni