Ospitiamo oggi il secondo intervento del maestro Filippo Zigante dopo quello dedicato alle fondazioni. Si veda qui altro articolo su bebeez.
La speranza che tutti noi nutriamo in questo momento è che la pandemia volga al termine e ci consenta così di ritornare alla normalità. Ma è proprio su questa “normalità” che oggi voglio intrattenere il mio lettore.
Molte cose in Italia sembrano normali poiché ci siamo abituati a viverle in un certo modo, modo che, quand’anche fosse distorto, per lunga consuetudine non riusciremmo più a vederlo come tale.
Nell’articolo precedente avevo parlato delle Fondazioni lirico-sinfoniche, che, a mio avviso, sono la punta dell’iceberg della vita musicale nazionale. Ma la base di questo iceberg, la parte sommersa non così evidente ma che però c’è, è rappresentata da un numero elevato di produttori di musica di proporzioni diverse, piccole e medie, e tra di essi vi sono anche istituzioni di grande tradizione.
Sono tante le forme giuridiche che tali organismi assumono, dalla fondazione all’associazione alla cooperativa, ma un elemento le contraddistingue: sono vicine al cittadino medio ancor più delle grandi fondazioni lirico-sinfoniche. Questi produttori di musica agiscono a livello capillare, portando il messaggio culturale ed artistico nei piccoli centri, nelle periferie urbane, insomma là dove le più massicce strutture teatrali non hanno possibilità d’intervento. Dovrebbero essere benemerite, poiché operano in condizioni difficili e, a differenza dei grandi teatri, non potranno mai contare su qualcuno che ripiani i loro eventuali disavanzi. Si assumono, quindi, in pieno responsabilità che possono ricadere anche sul patrimonio personale degli operatori, laddove i bilanci in rosso delle Fondazioni teatrali non troveranno mai ristoro nel patrimonio di un sovrintendente.
Il lettore sarà naturalmente portato a pensare che questi organismi godano del favore governativo quale ovvio riconoscimento della loro funzione sociale; si pensi che buona parte di questi operatori non chiedono biglietto d’ingresso al pubblico, proprio in funzione di questa opera divulgativa che troverebbe nel costo, sia pur contenuto, di un biglietto un notevole ostacolo. Ebbene le cose non sono proprio così! Per ottenere fondi pubblici questi organismi devono presentare domanda al FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), il quale si giova di apposite commissioni per valutare le domande che gli pervengono. Tali domande, prima di finire sul tavolo della commissione competente per genere, vengono filtrate da funzionari ministeriali, i quali applicano criteri valutativi mediante i quali si addiviene più ad un accertamento quantitativo dell’attività programmata che ad una valutazione qualitativa, che, ovviamente, esula dalla loro competenza.
La domanda perviene quindi alla commissione con il destino già in buona parte segnato. Ma la commissione avrà pure qualche sua autonomia valutativa!
Ora provate un po’ a pensare a chi sono gli organismi che presentano domanda: ovviamente sono produttori di musica, operatori del settore, strumentisti, compositori, direttori d’orchestra, elementi insomma di alta qualificazione professionale.
E la commissione giudicatrice? Sicuramente, mi direte voi, dovendo giudicare l’operato di musicisti qualificati, sarà formata da persone che lo sono, se non altrettanto, ancor maggiormente, persone cioè che vengono dal “mestiere” di musicista.
Pur con tutto il rispetto per la commissione che fin qui ha operato, devo osservare che tra i suoi componenti vi è un solo elemento in possesso di un diploma di Conservatorio (pianoforte) che però nel suo curriculum, per carità, pregevole, non vanta neanche un concerto ma solo attività di studiosa (trattasi di una gentile signora). Gli altri componenti provengono da tutt’altre discipline.
Se si dovesse procedere a redigere una graduatoria di merito di una qualsivoglia categoria professionale, si nominerebbe sicuramente una commissione formata da specialisti di quella disciplina. Per la musica no!
Risultato: una strage di tante operose società di concerti, talune anche molto note, che sono state escluse dal finanziamento pubblico.
Fra poco si dovrà procedere al rinnovo delle commissioni. Pensate si possa tornare alla “normalità”?.
Non dico altro.
a cura del maestro Filippo Zigante.