Un progetto dell’Associazione Culturale Arte Continua quello de “Le città del futuro” che mette in dialogo l’arte con il paesaggio inteso sia come natura sia come storia, due elementi che in Italia trovano un intreccio incredibile. L’arte inoltre diventa un veicolo di conoscenza dell’universo, immediato, universale, di carattere emozionale, come ha sottolineato Mario Cristiani, Presidente dell’Associazione e Fondatore della Galleria Continua di San Gimignano. In un momento di frattura, di guerre e di esasperazione del confronto che diventa scontro, c’è bisogno di costruire reti e ponti e non di innalzare muri o cattedrali nel deserto. È questa la sua visione e la proposta di Fund Raising dove Profit e No profit si incontrano per garantire la tutela del territorio, la sua valorizzazione come solo l’arte sa fare e d’altra parte l’accessibilità all’arte, che è di tutti, non solo ad alcune fasce privilegiate che possono essere collezionisti o opinion leader. Le istituzioni spesso non hanno le capacità, la volontà e la disponibilità e così si rinnova l’appello.
In tal senso Arranging Proximities, la nuova mostra di Loris Cecchini, artista milanese classe 1969, fino al 31 marzo 2024 ospitata negli spazi di UMoCA – Under Museum of Contemporary Art di Colle di Val d’Elsa, in provincia di Siena è un segno. La mostra, parte del programma espositivo del museo realizzato nel 2001 dall’artista cinese Cai Guo-Qiang (Quanzhou, 1957) sotto gli archi del Ponte San Francesco, grazie a un bando di Associazione Arte Continua con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Colle di Val d’Elsa e ripercorre il lavoro di uno dei più importanti artisti della comunità internazionale dell’arte. Lo spazio museale realizzato sotto il ponte di San Francesco diventa metafora del dialogo che l’arte apre tra spazi costruiti e spazi naturali, tra storia passata e sviluppo presente oltre che tra diverse culture. Il ponte del XIV secolo fu costruito dai cittadini di Colle Val d’Elsa come un’opera corale e conduce alla chiesa di San Francesco che idealmente ci riconduce alla sacralità della natura, mentre la nuova realizzazione ci mette in contatto con la contemporaneità orientale. Qui dalla ricostruzione si sono succedute due mostre importanti, rispettivamente di Marisa e Mario Mertz e di Mimmo Paladino. Le opere di Loris Cecchini in acciaio a stampa evocano strutture molecolari e frattali con un elemento che si ripete all’infinito. Il suo desiderio, ci ha raccontato in occasione dell’inaugurazione, è quello di ‘interagire con l’architettura dei luoghi creando un rapporto con la storia. La mia scultura ha una modularità proprio per adattarsi all’ambiente creando un rapporto immaginifico a seconda del luogo dove è inserita’. Inoltre l’arte di Cecchini si avvale anche si strumenti e tecnologie offrendo una lettura non univoca che vien completata solo dall’osservatore.
Le tre sculture pensate dall’artista per animare gli archi del ponte – Waterbones, Sequential interactions in alfalfa chorus e Arborexence – sono strettamente connesse a Waterbones (Nightfall), realizzate all’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, nel comune di San Donato in Poggio, gestito dall’Università di Firenze, con i suoi tremila moduli di acciaio collocati sul tetto, resteranno in esposizione fino al 30 novembre 2023. In questo caso si intende valorizzare il connubio tra natura e ingegneria, tra arte e discipline umanistiche e scientifiche, in una visione olistica rinascimentale senza fratture.
Le opere di Loris Cecchini evocano rami che salgono verso il cielo ma anche radici che affondano nella memoria e sono realizzate in modo da poter resistere all’esposizione agli agenti atmosferici. L’unico rischio potrebbe essere il contatto con materiale ferroso arrugginito. In mezzo a un bosco, a basso inquinamento luminoso, si espande la relazione con lo spazio in cui la geometria aperta delle strutture di Cecchini diventano una sequenza narrativa. Questa installazione è stata anche l’occasione di un libro prodotto dallo Studio Cecchini sul suo lavoro e su L’Arte nel paesaggio a cura di Giada Rodani e Jade Vlietstra in un luogo simbolo del territorio.
Nello spazio di Galleria Continua a San Gimignano, all’interno dell’hotel Leone Bianco, una piccola e curata personale di Loris Cecchini che presenta il suo lavoro dagli anni Novanta del Novecento ad oggi, con le ultime sculture legate ai motivi della natura.
Associazione Arte Continua inoltre ha appena inaugurato con SENZA TE, SENZA NORD, SENZA TITOLO la mostra personale di Giovanni Ozzola, nato a Firenze nel 1982, negli spazi ex industriali di Manifattura Tabacchi, confermando la collaborazione con il polo culturale alternativo di Firenze dove è presente dal 2021. L’esposizione presenta opere che abbracciano più di dieci anni di produzione: sculture in ardesia, stampe su carta e opere video che danno vita a un’unica grande installazione da contemplare come una linea continua in cui si alternano luce e buio. Nelle opere di Ozzola non solo la luce assume il significato positivo della rinascita; nel buio, infatti, è possibile stabilire un contatto con sé stessi, trovare
quello spazio di consapevolezza necessario al superamento delle difficoltà. Con le sue opere l’artista apre un varco sul mondo, dando spazio al paesaggio e permettendoci di tracciare nuove traiettorie per il nostro viaggio intimo e personale. “Nel flusso incessante tra perdita e ritrovamento, tra luce e buio, tra individuo e universo, si snoda il percorso dell’esistenza – dice Giovanni Ozzola – un percorso fatto di sfide, di scoperte, di incontri con l’ignoto. E in ogni momento di smarrimento, di nascita volontaria e di suono di campana, siamo chiamati a definire chi siamo, a tracciare la nostra traiettoria nel grande mistero dell’universo”. “Il lavoro di Giovanni Ozzola è un lavoro molto poetico, che si ispira alla ricerca di un’armonia – afferma il Presidente di Associazione Arte Continua Mario Cristiani – È il contrasto tra la luce e l’ombra, che ci porta sempre verso un altro orizzonte, verso un bisogno, un desiderio di libertà e di armonia tra la nostra dimensione fisica, quella mentale e il cosmo.”
a cura di Ilaria Guidantoni