Picta Olens presenterà dal 12 al 29 settembre, presso la sede municipale del
Comune di Spresiano in provincia di Treviso, una rassegna di quadri omnisensoriali.
Interpretazioni artistiche che non si fermano alla semplice contemplazione formale, ma parlano, con il linguaggio dei sensi, all’intera sensibilità emotiva.
Qualità che sostituiscono alla mera resa cromatica, una vigorosa immersione multisensoriale e, ad una visione astratta e cupa, una corolla di coinvolgenti manifestazioni interattive.
La mostra, curata da Lucio Dotto, è inserita all’interno della manifestazione, “LA COMUNITA’ CHE SI PRENDE CURA”, ed è nata dalla collaborazione del “Centro Sollievo” di Spresiano, dell’AUSER, del Comune di Spresiano e con il patrocinio dell’Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana. L’ evento promuoverà una serie di attività per la sensibilizzazione ed il contrasto all’avanzamento della fragilità cognitiva sia degli esseri umani nell’ultima parte del ciclo vitale quanto per persone affette da patologie degenerative dovute ad invecchiamento e demenza di Alzheimer.
Spesso le persone con queste patologie non riescono a controllare gli ambienti in cui vivono e questo genera un inesorabile e grave disorientamento.
Picta Olens, attraverso l’Arte, offre una serie di risposte nuove e strumenti operativi concreti per migliorare sia l’ambiente nel quale le persone, diversamente abili o colpite da queste infermità, vivono, quanto per offrire loro un viaggio tra una serie di emozioni e di stimoli dedicati ai cinque sensi che contribuiranno ad aumentare e parzialmente recuperare il senso di orientamento, sicurezza ed autosufficienza.
Le opere multi sensoriali che proponiamo garantiranno ai diversamente abili dei flussi costanti di stimoli in grado di aumentare sia autostima ed autonomia quanto serenità ed autocontrollo.
L’ Arte che presentiamo ha l’ ambizione di contribuire alla consapevolezza ed alla comprensione dei luoghi, all’orientamento, a una rinnovata emancipazione.
Guardare, toccare, assaporare, respirare, annusare, catturare musica, suoni e rumori farà ritrovare e rivivere le forme di conoscenza e comunicazione che i sensi, nella fragilità patologica, stanno inesorabilmente cancellando.
Le esperienze multi sensoriali offriranno nuovi stimoli e saranno indispensabili per rigenerare e stimolare la mente.
Trittico: “la musica della vita”.
IERI, è l’arrivo della vita, simboleggia con i suoi toni vivaci e freddi la gioia della nascita ed il rinnovamento naturale.
Le stimolazioni sensoriali aiutano l’introspezione, l’analisi ed il ripiegamento interiore e danno il senso, come il violino che compare sullo sfondo, dell’energia, acuta e vitale che accompagna l’allegria e la serenità della giovinezza.
OGGI, l’opera, eseguita con i toni caldi del giallo, i verdi e diverse tonalità di rosso è dedicata all’uomo adulto nella sua maturità fisica, psicologica e spirituale.
Su questo carosello di tinte, simbolo della massima espressione antropologica ed esistenziale, si scorge un flauto, un antico strumento che, con la tipica estensione musicale, esuberante e gentile, esprime il vigore che accompagna questo tratto della vita
DOMANI, colori caldi ed autunnali che infondono compimento e passione distinguono l’opera, dedicata all’ultimo tratto della vita biologica umana.
Tra i colori compare anche il giallo, il colore della luce, della speranza e della saggezza a suggellare con positività l’epilogo della nostra vicenda umana.
Le varietà cromatiche fanno da corolla ad un ottone, strumento che, con la sua voce calda e sensuale, ammonisce sull’immutabilità della vita.
Collezione: “la metafora del creato”.
NASCITA, opera definita da forme tondeggianti e corrugate nei colori blù, azzurro, i colori della spiritualità, della sensibilità, della creatività e della trascendenza, accompagnati da tinte scure e opache simbolo della notte e del mistero.
Le scelte cromatiche esprimono insieme la gioia della nascita ed il contrasto tra le tonalità delle tenebre e l’emergere di una nuova vita.
I colori si aprono portando lo sguardo sulle mani di una madre che dolcemente trattiene quella di un bimbo che solo pochi istanti prima teneva in grembo.
Un inno alla vita ed ai valori sublimi della maternità.
EVOLUZIONE, diverse tonalità di verde danno vita alle forme verticali ed allungate che distinguono quest’opera.
I colori rappresentano l’equilibrio, la crescita, l’affermarsi della vita e l’insieme delle essenziali tensioni positive che plasmano il carattere: coscienza, costanza, tenacia ed auto affermazione.
Le geometrie si schiudono sulle mani di una giovane ragazza disposte su un libro, l’indispensabile strumento che ci avvia alla comprensione del mondo e ci rende difficilmente manipolabili.
ESUBERANZA, forme acute, vitali e vivaci nei colori rosso, viola e fucsia plasmano il perimetro di quest’opera che trasmette la solarità dell’essere nella parte più romantica e felice della vita: l’innamoramento, due mani si stringono desiderando la felicità dell’altro.
I colori esprimono la spontaneità, l’entusiasmo e la volontà di questo gesto, l’amore, la passione e la seduzione, ma anche la forza e l’energia dello stringersi l’uno accanto all’altro. Il rosso è intersecato da qualche macchia di viola e di fucsia per descrivere il fascino e la magia di questo gesto, due segni opposti si incontrano formando un nuovo equilibrio dove la realtà è migliore dei sogni.
MATURITÀ, il momento in cui raggiungiamo l’apogeo della vita, il vigore e la fortezza, l’istante in cui riusciamo ad afferrare una serie di obiettivi esistenziali, il culmine della parabola che prelude al declino.
E’ il tempo dell’equilibrio, della pienezza a della consapevolezza.
Ritmi della vita interpretati nell’opera da colori caldi e da forme solide e robuste.
Forme che si aprono rivelando l’abilità di uno scultore, nata da indubbie doti di estro, fantasia e creatività, ma sinonimo della puntuale sensibilità generata dall’esperienza e dalle conoscenze acquisite nei lunghi anni d’esperienza.
SAPIENZA, forme circolari ed anulari nei colori bianco e oro esprimono nell’opera la dolcezza del crepuscolo, l’attimo in cui il sole, scomparendo all’orizzonte, riesce ancora a regalarci gli ultimi sprazzi di luce vivida ed intensa.
Come l’aurora cancella dolcemente le stelle dal cielo, il crepuscolo le fa nuovamente distinguere e brillare.
Un eterno divenire, la metafora del ciclo vitale degli esseri viventi.
Il cerchio della vita si apre ed al centro compare la mano di un anziano che delicatamente trattiene quella di un neonato, sembra affidargli il testimone dell’intera esistenza, un dono gratuito che non chiede nulla per sé.
Un tenero gesto delle mani, una sinapsi che sembra accompagnare il fiorire di una nuova vita.
Collezione: “Genius Loci”.
BRULLO, siamo tra le cupole del Duomo di Treviso, uno degli scorci più belli della città, un magnifico colpo d’occhio che ogni trevigiano, viandante o turista, porta nel cuore.
Ci troviamo all’inizio della stagione fredda, abbiamo assunto metaforicamente questo spazio temporale come il momento spirituale della nascita, l’inerte oscurità improvvisamente lascia spazio alla luce, una genesi che scaturisce dal singolare viaggio dalle tenebre alla vita.
Il brullo inverno è la “pesah” ebraica, metamorfosi che annuncia l’aurora della vita, un passaggio non visto nella sua sfavorevole negatività, ma preludio della stagione dei fiori.
MITE, è il clima della buona stagione che ritorna ed accompagna il rifiorire della natura e lo sbocciare di nuove vite.
E’ la condizione spirituale in cui idealmente abbiamo immerso questa prospettiva delle Canoniche della Cattedrale di Treviso, complesso tra i più antichi della città che sorge accanto ad una importante area archeologica paleocristiana.
La metafora presente in quest’opera, il risveglio e la nascita, è stata di proposito inserita in uno dei luoghi simbolo della città a suggellare l’importanza del rapporto tra il bene culturale ed umano della storia ed il soffio vitale dell’essere.
FERTILE, le piazze e piazzette, i larghi e gli spiazzi, vasti, ampi, spaziosi ed estesi così come piccoli, chiusi o stretti, sono sempre stati protagonisti della vita: felice o tragica, nobile o plebea, triste o fortunata del popolo.
Nella realtà storica queste aree erano ambienti fisici dal grande significato sociale, in esse veniva vissuta gran parte della vita economica, sociale, commerciale e religiosa, erano “luoghi dell’anima”, nei quali ogni protagonista si rifugiava e contemporaneamente trovava la propria identità, un micro-cosmo sinonimo della fertilità politica, economica, sociale e spirituale del luogo.
FECONDO, porta San Tomaso è un varco che si apre sulle storiche mura di Treviso in direzione nord-orientale ed è la Porta più imponente della città.
Oggi le mura cittadine non hanno più valore difensivo e la principale porta della città non vuole trasmettere chiusura e preclusione, ma l’indispensabile senso di feconda apertura ai valori di solidarietà, giustizia, onestà, integrità, rispetto e fiducia.
Sintesi trasmessa anche dall’interpretazione cromatica, il giallo a simboleggiare la speranza, l’ottimismo e la determinazione ad una decisiva svolta, verso un mondo più equo e sostenibile.
MATURO, i colori dell’autunno, rappresentano la maturità della vita e fanno d a cornice ad un immagine che ritrae il rapporto di Treviso con i suoi elementi emblematici, portici e barbacani, fiumi e canali.
Passeggiando per il cento storico della città è facile incontrare angoli suggestivi ed emblematici come quello proposto.
E’ interessante scoprire quest’area urbana attraverso i suoi numerosi corsi d’acqua, elemento vitale di questa città che ne ha plasmato la planimetria ed ancor oggi circonda di amenità e fascino gli storici palazzi che vi si specchiano.