Il seguente articolo è comparso su Milano Finanza a firma dell’Avvocato Gianfranco Negri Clementi (Fondatore di N-C Art Advisory)
L’arte è oggi, a tutti gli effetti, una asset class alternativa e il suo mercato ha una duplice valenza. È sicuramente un territorio interessante e ricco di opportunità da esplorare per chiunque voglia diversificare i propri investimenti attraverso l’acquisto diretto di opere d’arte o per via indiretta attraverso l’acquisto di quote di fondi specializzati. Ma il mercato dell’arte rappresenta anche una realtà insidiosa e difficile per chi non ne conosca le regole e le dinamiche; operare su di esso senza le giuste precauzioni può significare, in un’ottica di investimento, correre rischi alti. È per questo motivo e a causa di una sempre maggiore esigenza di specializzazione e professionalità che si inizia a parlare di art advisory che è l’evoluzione del fenomeno dell’art banking, un servizio offerto dalle banche ai clienti private che investivano nel settore dell’arte, nato a New York agli inizi degli anni 80. Uno dei primi a capire l’importanza del connubio tra mondo dell’arte e mondo finanziario, rappresentato dalle banche, fu sicuramente David Rockefeller, dirigente e successivamente presidente della Chase Manhattan Bank (oggi JP Morgan Chase & Co.) dal 1969 al 1980, che grazie al forte senso degli affari e alla sua profonda passione per l’arte e la cultura, diede avvio nel 1959 alla prima e pioneristica collezione d’arte corporate della storia. La JP Morgan Chase & Co. Collection è oggi una delle più antiche, prestigiose e affermate raccolte al mondo, vanta oltre 30 mila opere tra cui dipinti di arte moderna e contemporanea con particolare attenzione agli allora emergenti pittori della scuola di New York (Mark Rothko, Cy Twombly e Jackson Pollock), sculture, fotografie e lavori su carta, distribuite fra le 450 sedi. Altro grande collezionista d’arte, di libri e di pietre preziose fu John Pierpont Morgan I, il fondatore della Jp Morgan, che ricoprì anche il prestigioso ruolo di presidente del Metropolitan Art Museum di New York. Dagli anni 80 ad oggi il numero delle banche che ha scelto di delineare servizi ad hoc per collezionisti o per chi desidera semplicemente possedere un’opera d’arte investendo in questo settore è considerevolmente aumentato. Il servizio di art advisory bancario intende supportare il cliente nelle fasi di acquisto, cessione, trasmissione, protezione e gestione delle opere d’arte; è un servizio indipendente, accessorio alla gestione del patrimonio finanziario e quasi sempre gratuito (escluse le spese vive richieste dagli operatori terzi). I vantaggi per il cliente sono: l’indipendenza, la riservatezza, il rapporto fiduciario, la continuità della relazione, l’accessibilità ai servizi legali, fiscali, assicurativi della banca, la possibilità di avere condizioni agevolate con partner consorziati, nonché la parte del banker dell’intera distribuzione della ricchezza (non solo quella finanziaria). È nell’ambito di problematiche di successione che si osservano richieste più frequenti di art advisory, mentre è ancora raro che un cliente si rivolga alla propria banca per investimenti in opere d’arte, in ottica di diversificazione o speculazione. Come dalla corporate art collection si è passati all’art banking così il futuro ci porta al Museo Virtuale delle banche operanti in Italia: il MuVir3. Progetto nato da una ricerca congiunta tra l’Associazione Bancaria Italiana e i curatori e responsabili del patrimonio storico artistico di 20 banche operanti in Italia con l’obiettivo di preservare, comunicare e divulgare il patrimonio culturale tramite il digitale. L’Abi contribuisce così allo sviluppo di nuove istruzioni e soluzioni per il digital cultural heritage, collaborando con i colleghi delle diverse banche associate che quotidianamente curano corporate art collections tra le più preziose al mondo.