Si prefigura un debutto col botto quello dell’Etiopia alla 60. Biennale Arte di Venezia. A inaugurare la prima partecipazione del Paese africano alla manifestazione è infatti il rinomato artista contemporaneo Tesfaye Urgessa, di cui sarà presentata la personale Prejudice and Belonging a cura del pluripremiato autore e conduttore televisivo Lemn Sissay, primo Cancelliere del patrimonio etiope nel Regno Unito (si veda qui ArtTribune).
Nato nel 1983 ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, Urgessa ha avviato il proprio percorso alla Ale School of Art and Design dell’Università di AddisAbeba, sotto la guida del maestro moderno Tadesse Mesfin. Spostatosi in Germania, l’artista ha continuato gli studi alla Staatlichen Akademie der Bildenden Künste di Stoccarda, dove ha osservato l’eredità del neoespressionismo tedesco e della London School of Paintersche, che sarebbe poi andato a incorporare nel proprio linguaggio artistico. Urgessa, che si è visto dedicare grandi mostre, come quella alla Miami Art Week 2022 al Museo Rubell sulla razzializzazione della cultura della sorveglianza europea, coniuga nella propria opera l’iconografia etiope alla pittura figurativa tradizionale, concentrandosi sulle politiche razziali e identitarie in contesti domestici.
“La gente tende a pensare che io stia dipingendo delle vittime nelle mie tele ma la cosa è completamente diversa. Le figure racchiudono tutti i tipi di emozioni, la fragilità così come la fiducia. Presentate senza alcun giudizio, raccontano chi e cosa io sia”, ha commentato Urgessa, oggi tornato nella città natale.
La selezione di opere in mostra racchiude l’esperienza dei 13 anni trascorsi in Germania in un’ottica di migrazione e, in pieno allineamento con il tema Stranieri Ovunque dell’edizione 2024 della Biennale, si colloca in una più ampia riflessione sulle complessità identitarie e culturali che scaturiscono dall’emigrazione. “Sono immensamente grato e onorato di essere il primo artista a esporre al Padiglione dell’Etiopia alla Biennale di Venezia, uno degli eventi artistici più rinomati e influenti al mondo”, sottolinea Urgessa. “Questo è un risultato storico per l’Etiopia, che non sarebbe stato possibile senza il sostegno e la fiducia della Saatchi Yates Gallery di Londra, del Ministero del Turismo Etiopia, l’Ambasciata d’Etiopia a Roma e i loro team. Li ringrazio sinceramente tutti per aver realizzato questo sogno. Questa non è solo una pietra miliare personale, ma anche un motivo di orgoglio per l’arte e la cultura etiope. Spero che la mia mostra a Palazzo Bolani possa ispirare e consentire ad altri artisti etiopi di perseguire le proprie aspirazioni creative e condividere le loro storie col mondo. Credo che questo sia l’inizio di una nuova era per l’arte etiope, e sono entusiasta di farne parte”.
“È un grande giorno per l’Etiopia e per Venezia”, ha commentato il curatore Lemn Sissay (OBE). “L’arte è profondamente radicata nella cultura etiope, dalla cerimonia del caffè all’antica iconografia cristiana. L’arte etiope contemporanea sta toccando vette sempre più alte in tutto il mondo. È evidente nella musica, nella letteratura, nella fotografia e nell’arte. Tesfaye Urgessa è l’artista sulla cresta di quest’onda“.