Louise Nevelson, pensare per collage, questo il senso della mostra organizzata dalla Galleria milanese Giò Marconi che presenta Out of order, ricca esposizione di collage della scultrice ucraina naturalizzata americana Louise Nevelson (Kiev, 23 settembre 1899 – New York, 17 aprile 1988), allestita a cura dello specialista di collage Yuval Etgar con il supporto della Fondazione Louise Nevelson di Philadelphia, che sarà aperta fino al 29 luglio 2022.
La poetica artistica della Nevelson, la cui espressività è memore della lezione cubista appresa nel corso dei suoi numerosi viaggi in Europa, inizia a consolidarsi a partire dagli anni Cinquanta con la combinazione di supporti lignei e cartacei che le permettono di ottenere originali forme prospettiche.
L’artista, nota per la sua peculiare attitudine a trasformare l’ambiente domestico da tradizionale simbolo della sensibilità femminile, dell’addomesticamento e della sfera intima, in monumentale espressione della libertà creativa, ha tratto da tale contesto ogni possibile elemento utile per riciclarlo sotto forma di scultura da assemblare in collage, suggerendo in tal modo un nuovo approccio “ecologico” alla creazione artistica, invitando a riflettere sulla grande potenzialità creativa offerti dagli oggetti della vita quotidiana. La stessa Nevelson ha dichiarato in più occasioni: “il modo in cui penso è il collage”.
In occasione di Miart 2022, la Galleria Giò Marconi ha presentato Broken Home, esposizione di opere storiche pressoché inedite di Louise Nevelson, che ha allestito in dialogo con opere di Enrico Baj degli anni Sessanta e Settanta, al fine di mostrare al pubblico la capacità di questi due artisti di trasformare l’ambiente domestico in una pratica artistica del tutto radicale, promuovendo il pensiero ecologico e mettendo in discussione la tradizionale distinzione tra belle arti e artigianato nella vita di tutti i giorni.
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di Giuseppe Joh Capozzolo
Chi è Louise Nevelson
Nasce a Pereiaslav, vicino Kiev, in Ucraina, nel 1899. Emigra con la sua famiglia negli Stati Uniti nel 1905, stabilendosi nel Maine. Nel 1967, in seguito alla personale al Whitney Museum of American Art e diverse commissioni per spazi pubblici, Louise Nevelson riceve il riconoscimento come una delle principali voci della scultura nordamericana. Eppure le sue inaspettate combinazioni di oggetti ritrovati, carta e materiali domestici legano il suo lavoro più strettamente a una stirpe di artisti che hanno esplorato i legami tra collage, assemblaggio e scultura, dai predecessori Kurt Schwitters e Jean Arp ai contemporanei Robert Rauschenberg e Giovanni Chamberlain. I collages di Louise Nevelson si possono ammirare nelle collezioni di numerosi importanti musei negli Stati Uniti e in Europa, tra cui Whitney Museum of American Art, New York; Tate Modern, Londra; Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk; Moderna Museet, Stoccolma; Museum Ludwig, Colonia.
a cura di Giuseppe Joh Capozzolo