Dopo l’anteprima a Miart a Milano la galleria fiorentina Il Ponte ha inaugurato nella sua sede, l’11 maggio, una mostra monografica curata da Alberto Fiz – aperta fino al 27 luglio – dedicata allo scultore volterrano Mauro Staccioli, morto il 1 gennaio scorso, con una selezione di opere dal 1969 al 2009, puntando sulla scelta dei diversi materiali che hanno caratterizzato la sua opera. E’stato l’uomo militante che ha rotto con l’arte confinata in spazi ad hoc, chiusi, per irrompere nel paesaggio con interventi-sculture. La mostra, nello spazio accogliente de Il Ponte, presenta un’antologia di materiali, segnatamente cemento, ferro e corten che Staccioli comincia ad usare alla fine degli anni Ottanta ben prima che diventi un materiale alla moda, un materiale “da architetti”. L’iniziativa mette l’accento anche sull’ossessione dell’artista di lavorare sulle stesse forme, ogni volta leggermente diverse, in particolare cerchi e archi. Andrea Alibrandi, titolare della Galleria Il Ponte, fondata dal padre Vincenzo nel 1965, dal 1977 nella sede attuale, ci ha anticipato la preparazione di una nuova mostra personale dedicata a questo artista che aprirà i battenti il 12 giugno alle Terme di Caracalla a Roma, per chiudere il 30 settembre. Promossa è organizzata dalla GNAM e dalla Sovrintendenza archeologica della Capitale, è organizzata in collaborazione con l’archivio Mauro Staccioli gestito insieme dalla stessa Galleria. L’esposizione sarà curata sempre da Alberto Fiz che conobbe l’autore nel 2011 in occasione dell’esposizione che organizzo al MARCA di Catanzaro e con il quale stringe una forte collaborazione. La personale romana vedrà 26 opere di cui almeno una decina monumentali. Abbiamo ripercorso insieme ad Andrea Alibrandi la storia di Mauro Staccioli che nasce nel 1937 a Volterra e si diploma nel locale Istituto d’Arte nel 1954, con grandi sacrifici. La sua famiglia è più che umile e i genitori (la mamma morirà presto in sanatorio) sono dissodatori di terreni. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove intraprende l’attività di insegnamento nella provincia di Cagliari e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano dove assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera. Gli inizi della sua attività artistica sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante. Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo – inteso nella sua concezione sia fisica che sociale – nel quale e per il quale è stata realizzata. Elabora quindi “sculture-intervento” che si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. L’artista sceglie fin da principio un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. E’ nel 1972 che Staccioli matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento” nella città di Volterra: la mostra Sculture in città segna una svolta aprendo agli spazi urbani quel che fino ad allora era relegato solo negli spazi chiusi di gallerie e musei. Staccioli ricerca e genera una “scultura-segno” che nasce dall’attenta osservazione di uno spazio e che dialoga con esso sottolineandone le caratteristiche e alterandone la consueta percezione, suscitando domande e possibili risposte. Dalla mostra del 1972 prende corpo la manifestazione Volterra ’73 curata da Enrico Crispolti che apre la strada a questo nuovo modo di intendere la scultura e che per Staccioli trova completa espressione nella mostra Lettura di un ambiente – realizzata a Vigevano nel 1977 – un titolo che diventa metodo. Dopo una serie di mostre organizzate in gallerie e spazi milanesi arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il celebre Muro, una parete di cemento di 8 metri che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia, ponendosi quale segno critico e provocatorio. Del 1981 è l’intenso intervento allo Studio Mercato del Sale di Milano, dove uno squarcio lungo il pavimento provoca il visitatore a riflettere e a partecipare attivamente attraversando l’opera stessa. Negli anni il linguaggio dell’artista perde la durezza e l’aggressività riflesso degli “anni di piombo”, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali, generando effetti di straniamento nell’osservatore, come la forma in equilibrio sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma del 1981, o il grande plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts nel 1984, realizzato in occasione della sua prima personale negli Stati Uniti. Il confronto con l’architettura e l’ambiente urbano trova nuove soluzioni nella genesi dei grandi archi rovesciati realizzati all’interno della Rotonda della Besana a Milano (1987), davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1988) su invito di Amnon Barzel e nel piazzale principale del Parco Olimpico di Seul (1988) su invito di Pierre Restany. Nel frattempo prosegue la sua attività negli Stati Uniti con una mostra al Museum of Contemporary Art di San Diego e con la serie di installazioni realizzate nel parco della Djerassi Foundation di Woodside in California (1987-1991), seguite negli anni Novanta da nuovi interventi e da importanti mostre tra cui quella tenutasi alla Shoshana Wayne Gallery nel 1993. Negli anni Novanta l’artista continua a sperimentare nuove forme quali gli anelli che mettono in risalto il paesaggio, come a Ordino d’Arcalis nel Principato di Andorra (1991) e a Monaco di Baviera (1996). Profondo e proficuo è il legame dell’artista con il Belgio, dove è chiamato a realizzare un intervento al Parc Tournay Solvay di Bruxelles per la Fondation Européenne pour la Sculpture (1996) e dove eseguirà numerosi interventi in spazi sia pubblici che privati.
In anni più recenti la feconda ricerca di Staccioli si è concretizzata in diverse installazioni in Italia e all’estero. Nel 2008, in occasione di MiArt, la galleria Il Ponte e la galleria Niccoli hanno eretto temporaneamente nella Piazzetta Reale, accanto al Duomo di Milano, Quadrato dai lati curvi, una scultura di grandi dimensioni. Suoi interventi importanti a Volterra e, nel 2011, al Parco archeologico di Scolacium e al MARCA di Catanzaro dove si tiene una sua personale, curata di Alberto Fiz.
Galleria Il Ponte
via di Mezzo, 42/b
Firenze
tel. 055 240617
www.galleriailponte.com