Una riflessione ecologica non solo a difesa dell’ambiente, una mostra non a tesi, ma fatta di suggestioni raffinate, in parte enigmatiche, molto mediate dalla riflessione e dallo studio, questa la mostra dell’argentino Tomàs Saraceno, classe 1973, a Palazzo Strozzi a Firenze, inaugurata il 22 febbraio e aperta fino al 19 luglio prossimo (tutti i giorni inclusi i festivi 10.00-20.00; Giovedì 10.00-23.00).
Ragnatele come opere d’arte, il cosmo come geometrie, vibrazioni e suoni, Tomàs Saraceno. Aria esplora le possibilità e la nostra capacità di metterci in contatto con il mondo in modo nuovo, immaginando un’epoca diversa l’Aerocene, menter ora viviamo nell’Antropocene dominato dall’uomo.
Artista visionario e poliedrico, la cui ricerca creativa unisce arte, scienze naturali e sociali, Tomás Saraceno invita a cambiare punto di vista sulla realtà e a entrare in connessione con elementi non umani come polvere, ragni o piante che diventano protagonisti delle sue installazioni e metafore del cosmo. L’aspetto interessante è proprio questo, non un diktat di comportamenti e divieti, ma un invito a cambiare prospettiva, in una riflessione scientifica. (Qui a sn 2. Ela Bialkowska, OKNO Studio, 28-DSC07121-OKNOstudio)
In un percorso di opere immersive ed esperienze partecipative tra il cortile e il Piano Nobile, la mostra esalta il contesto storico e simbolico di Palazzo Strozzi e di Firenze attraverso un profondo e originale dialogo tra Rinascimento e contemporaneità: dall’uomo al centro del mondo, all’uomo come parte di un universo in cui ricercare una nuova armonia con un allestimento minimalista ma di grande effetto. Il dialogo è amplificato dalla trasparenza e caratteristica di riflesso delle opere che assorbono gli elementi architettonici preesistenti.
Le emissioni di carbonio riempiono l’aria, il particolato galleggia nei nostri polmoni, mentre le radiazioni elettromagnetiche avvolgono la terra. Qui a sn (3. Photography – Ela Bialkowska, OKNO Studio14-_DSC4265-OKNOstudio). Tuttavia è possibile immaginare un’era diversa, l’Aerocene, caratterizzata da una sensibilità proiettata verso una nuova ecologia di comportamento. Gli ecosistemi devono essere pensati come reti di interazione al cui interno ogni essere vivente si evolve insieme agli altri. Sul concetto di rete nelle diverse accezioni si focalizza gran parte della mostra con una prima parte, totalmente al buio, in cui l’artista guida il visitatore tra le tele di ragno che diventano archetipi di socialità e di organizzazione. Focalizzandoci meno sull’individualità e più sulla reciprocità, possiamo andare oltre la considerazione dei mezzi necessari per controllare l’ambiente e ipotizzare uno sviluppo condiviso del nostro quotidiano, lasciandoci guidare appunto dalla ragnatela.
Sempre in questa prima parte il Sounding Aria, elio-strumento, i cui fili ‘di ragno’ suonano diversamente a seconda del vento.
Sul tema dell’individualità interessante la parte dedicata ai giardini sospesi nelle sfere che Tomàs evidenzia per la capacità di distribuire la vita e le funzioni vitali lungo tutta la struttura. I vegetali, infatti, essendo meno evoluti hanno conservato un carattere difensivo più spiccato per cui possono difendersi da nemici e agenti negativi rigenerando una parte del proprio corpo; mentre gli animali e gli uomini, evolvendosi, hanno concentrato in alcuni centri e organi le proprie funzioni: sono in-dividum, cioè indivisibili e in questo anche la loro fragilità.
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dallo Studio Tomás Saraceno. Con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze e Fondazione CR Firenze; con il supporto di Terna e in collaborazione con Manifattura Tabacchi e con la partecipazione di IED.
a cura di Ilaria Guidantoni