Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n. 13 del 23 settembre 2023 – parte dell’inchiesta di copertina dedicata a calcio e finanza
di Giuliano Castagneto
Banca Sistema, quotata a Piazza Affari e specializzate nella supply chain finance, fondata e guidata da Gianluca Garbi, è uno degli istituti di riferimento nel factoring (4,4 miliardi di turnover nel 2022, si veda qui il bilancio 2022), tra cui quello dei ricavi differiti dei club calcistici professionistici, la metà dei quali, tra Serie A e Serie B, si avvale dei suoi servigi.
Non a caso Banca Sistema ha giocato un ruolo importante la scorsa primavera nel salvataggio della Sampdoria, che si è sostanziata nell’emissione di un bond convertendo da 40 milioni con scadenza biennale, sottoscritto dai due veicoli che hanno rilevato la squadra genovese, cioè Aser Capital Limited e il family office inglese Gestio Capital, (che fanno capo rispettivamente ad Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi). Un’operazione che ha consentito al club blucerchiato di pagare stipendi e imposte e quindi di iscriversi al campionato di serie B (si veda articolo di BeBeez).
Nel calcio l’attività di factoring dell’istituto si concentra su due filoni, cioè i diritti TV e i ricavi da compravendita di calciatori, praticata da quasi tutte le squadre. Ma quando applicato a un business che in Europa, a causa della retrocessione, è condizionato dalle alterne fortune agonistiche di una squadra, il business del factoring presenta delle particolarità la cui gestione richiede esperienza e specializzazione. Sergio Valli, direttore commerciale di Banca Sistema e responsabile dell’attività con i club calcistici, le ha spiegate a BeBeez Magazine.
Domanda. Come funziona il factoring quando applicato ai diritti TV? Dopo che si è chiusa un’asta vengono fattorizzati i diritti di una sola o di più stagioni?
Risposta. Di norma sono fattorizzati i diritti di una stagione, ma può accadere che lo siano anche quelli della stagione successiva.
D. E cosa succede se una squadra che ha fattorizzato i diritti Tv del secondo anno, viene retrocessa in una serie inferiore?
R. Interviene il cosiddetto paracadute, una sorta di fondo che è stato istituito nel regolamento Lega per aiutare i ricavi delle società che retrocedono in serie B e immediatamente si trovano i ricavi dei diritti televisivi con un cut importante nell’ordine del 90%. La Lega Serie A provvede a pagare il factor cessionario dell’importo ceduto che varia in funzione del numero di anni che la squadra retrocessa ha militato nella serie A. Quindi, se una squadra va in B dopo un anno, il paracadute fornisce 10 milioni, che diventano 15 milioni se ha militato 2 anni consecutivi e 25 milioni se la squadra è rimasta in A per tre anni.
D. E se si è arrivati alla fine del periodo di copertura dell’asta, che è la situazione che viviamo oggi visto che la Lega sta negoziando i diritti per i prossimi cinque anni, cosa succede se una squadra vuole fattorizzare anche i ricavi del 2024-25?
R. Anche in questo caso il factor finanzia fino all’importo del paracadute
D. A quanto ammonta ogni anno questo paracadute?
R. 75 milioni più Iva. L’importo massimo è tarato sull’ipotesi che tutte e tre le squadre retrocesse abbiano militato per 3 anni nella massima serie, e quindi per ognuna la quota paracadute sarà di 25 milioni.
D. Comunque il settore, a causa di un’asta diritti che si è rivelata molto più complessa del previsto, è in un passaggio finanziariamente delicato. La cosa vi preoccupa?
R. No. Tenuto conto anche del paracadute, la disponibilità di fondi è sufficiente.
D. E come viene alimentato?
R. Da una parte delle risorse rivenienti dalle asta diritti televisivi, che la Lega trattiene presso di sé.
D. Come funziona il factoring dei diritti tv legati alle Coppe Europee?
R. Concettualmente nello stesso modo, tuttavia per motivi diversi e legati alle singole società, oggi il factoring sui diritti di Champions ed Europa League è molto limitato.
D. Con chi si interfaccia il factor dopo aver anticipato i ricavi alle squadre?
R. Direttamente con il debitore di ultima istanza, cioè i broadcaster. Attualmente sono DAZN e una piccola quota SKY per il mercato italiano, CBS per Nord e Sudamerica, e Infront per il mercato europeo.
D. Come sono gestiti i diritti relativi ad altre attività come il betting o il gaming?
R. Le cifre in gioco sono ancora molto piccole, e su quelle non c’è ricorso al factoring.
D. Un’altra importante categoria di ricavi fattorizzati riguarda le compravendite di giocatori. Quando una squadra italiana cede un giocatore all’estero, e succede di frequente, di quali altri tipi di rischio, oltre a quello di credito, deve tenere conto il factor?
R. Anzitutto ci premuniamo sul piano legale/contrattuale, evitando di esporci a contesti che non conosciamo bene come tutto il mondo extra Europa. Operiamo appunto solo in ambito europeo, dove l’Uefa ha stabilito standard contrattuali e regole che garantiscono il cessionario. Una squadra che non fa fronte ai propri impegni viene infatti esclusa dalla partecipazione al suo stesso campionato nazionale.
D. Quali squadre fanno maggiormente ricorso al factoring?
R. Quelle di serie A, perché vi sono abituate e perché gli importi in gioco sono di un’altra scala rispetto alla serie B, dove si parla di importi dieci volte inferiori.
D. I club italiani hanno accumulato, al giugno 2022, un debito aggregato di 5,6 miliardi di euro a fronte di un rosso totale di 3,6 miliardi nelle ultime tre stagioni. Per i factor attivi sul settore è motivo di preoccupazione?
R. Il valore delle squadre di calcio, come ci ricorda il Prof. Maurizio Dallocchio della Università Bocconi, non va visto solo dai bilanci, ma, come accadeva per le testate giornalistiche, considerando il “potere di influenza”. Oggi, per esempio il numero di follower sui canali social vale di più degli abbonati. Come banca abbiamo acquisito competenze per valutare le società di calcio non solo basandoci sui bilanci. Basti pensare ai numeri di bilancio dell’Inter, del Milan o della Roma e i valori a cui queste società sono state cedute.