Italian Angels For Growth (IAG), il principale network italiano di business angel specializzato nel seed investing, festeggia i 10 anni di attività e snocciola i numeri della sua storia: su 3.500 idee d’impresa esaminate, i soci hanno incontrato più di 800 startupper, al fine di valutarne il progetto di impresa e dare loro consigli, arrivando poi a effettivamente finanziarne 40, per quasi 20 milioni di euro di capitali personali che poi hanno facilitato un ulteriore afflusso di capitali, pari a circa 60 milioni di euro, da parte di investitori terzi. In questi anni gli ambiti dai quali IAG ha pescato le migliori startup sono il settore medicale (28% diagnostica e l’11% devices), il mobile (19%), l’e-commerce (17%).
Oggi il portafoglio è composto da 28 società: AppQuality, Bendit, Fruttaweb, GoSeemba, Supermercato24, Artemest, Mapendo, Charity Stars, Nano Tech Projects, Mogees, Get Your Bill, GreenBone, Drexcode, Qurami, Biobeats, Tok.tv, GiPS, Lovli.it, Cellply, Musement, Angiodroid, Proxtome, Margherita, Sedicidodici, Agroils Technologies, Nomesia, Spreaker e Biogenera. Mentre nel tempo i soci IAG hanno disinvestito con successo da quattro startup: Winmedical (gennaio 2018, si veda altro articolo di BeBeez), PassPack (2014), Senseor (settembre 2012) e Quotient (ottobre 2010). Il che significa che 8 dei 40 investimenti iniziali non sono andati a buon fine.
“Dal 2007 abbiamo imparato che 5 anni rappresentano un orizzonte temporale ragionevole per la crescita della start up e che bisogna orientarsi maggiormente per favorire su exit internazionali, meno impegnative del mercato italiano”, ha detto a BeBeez Antonio Leone, presidente di IAG, che ha aggiunto: “E’ necessario anche mettere in conto che i write off, ovvero le cancellazioni di un credito, fanno parte del modello d’investimento dei business angel e precedono le buone notizie”. La strategia migliore è coinvolgere co-investitori e diversificare il portafoglio del singolo business angel: il numero adeguato di investimenti è indipendente dal capitale dedicato dal singolo socio ed è stimabile intorno ai 10-15 investimenti.
“Il Governo italiano però deve creare un sistema di incentivazione dell’angel investment per far crescere il Paese, così come accade in Francia e in Inghilterra dove lo Stato svolge un ruolo propulsivo importante con agevolazioni fiscali e detrazioni e dove il numero degli Angel attivi sono quasi sei volte di più del nostro Paese (821)”, ha detto ancora Leone, aggiungendo che “si potrebbe replicare con la nostra Cassa Depositi e Prestiti l’esperienza del fondo di co-investimento francese Angel Source, promosso da BPI (Banque Publique d’Investment) con l’obiettivo di raddoppiare la capacità di investimento dei newtork e dei business angel. Secondo una logica di matching fund 50-50, con i business angel convenzionati si potrebbero raccogliere intorno ai 30-50 milioni di euro, in 4-5 anni. Il fondo potrebbe limitare i settori concentrandosi sui punti di forza dei business angels italiani (biomedicale, digital, software)”.