
di Francesca Vercesi
I ricercatori italiani sono fra i più apprezzati e premiati in Europa e nel mondo ma la maggior parte è costretta a espatriare. Puntare su questi talenti è una grande opportunità per gli investitori italiani. Per questo è nata Excellis, holding di diritto italiano nata con un obiettivo molto chiaro: investire in quote di minoranza di startup estere fondate da brillanti ricercatori italiani, partendo dai centri di ricerca delle più prestigiose università tecnologiche europee e nordamericane (si veda qui il comunicato stampa). I fondatori sono due ingegneri e veterani del venture capital all’italiana, Loris Lanzellotti e Alberto Emprin, investitori seriali in hi-tech e una lunga lista di startup sulle quali hanno scommesso, fra cui nomi noti come D-Orbit (si veda altro articolo di BeBeez), Everli (si veda altro articolo di BeBeez) e Satispay (si veda altro articolo di BeBeez).
I settori di maggiore interesse cui guarda l’iniziativa sono la robotica industriale, il cleantech e il medtech, e in generale le tecnologie di frontiera (come intelligenza artificiale e quantum computing) destinate a cambiare il mondo nel prossimo decennio. Il comune denominatore di queste startup sono i fondatori e co-fondatori: scienziati e ricercatori italiani che, partendo da un’esperienza di ricerca nei laboratori delle più prestigiose università tecnologiche del mondo hanno deciso di trasformare brevetti e competenze in un progetto imprenditoriale.
“Excellis, insieme a fondi di venture capital internazionali dal rilevante track-record in ciascun specifico settore, investe in startup dove competenze scientifiche e manageriali sono altrettanto forti, e la solidità delle tecnologie proposte sono testimoniate dall’aver ottenuto in passato finanziamenti non diluitivi e grants, nonché dal possedere solide protezioni dei brevetti e dall’avere già incontrato l’interesse concreto del mercato”, spiega Emprin. Che continua: “i rigidi criteri di ingresso nella nostra selezione, ulteriormente vincolati alla presenza di un ricercatore italiano di determinato background come founder e di un lead-investor di spessore, se da un lato ci rendono molto selettivi dall’inizio, dall’altra ci permettono di avere più tempo per conoscere e valutare il singolo imprenditore, fattore essenziale nella scelta finale di ogni deal”.
Che ci sia una sottovalutazione del fenomeno dei cervelli in fuga lo dicono i numeri: negli ultimi anni quasi il 60% dei fondi dell’European Research Council (Erc) assegnati a ricercatori italiani per progetti di ricerca applicata hanno finanziato laboratori di università estere dove questi stessi ricercatori lavorano e insegnano. “Partiamo con una dotazione finanziaria significativa che ci consentirà di chiudere e di annunciare i primi investimenti già dal mese prossimo, con l’obiettivo di raccogliere 5 milioni di euro per finalizzare un aumento di capitale entro la prima metà del 2022”, afferma Lanzellotti.
Anche l’approccio alla strutturazione della holding risente dell’esperienza pregressa dei due soci promotori. Nel piano operativo a 18 mesi sono 15 i progetti (una parte dei quali già individuati) sui quali scommettere, mentre per arrivare alle prime exit l’orizzonte temporale è fissato a 36 mesi, “con il target del rimborso del capitale conferito appena possibile e la valorizzazione dell’intero portafoglio delle partecipate entro la fine di questo decennio”, continua il manager.
“Cerchiamo soci che sposino i nostri obiettivi di investimento in realtà destinate a svilupparsi su un mercato globale ma siano anche interessati a conoscere, interagire e magari un domani aiutare concretamente questi straordinari imprenditori a sviluppare una parte della loro attività in Italia”, precisa Emprin. Recentemente i soci promotori di Excellis hanno presentato la loro iniziativa a un evento organizzato da AIFO (Associazione Italiana Family Officer).
Emprin, dopo 20 anni di esperienza professionale tra Francia, Usa e Italia in ruoli di business development e direzione commerciale in aziende tecnologiche nel mondo automotive e automazione, dal 2010 si è dedicato alla consulenza in commercializzazione dell’innovazione e trasferimento tecnologico; in parallelo ha iniziato a investire in start-up con il Club degli Investitori di Torino, di cui è tuttora socio; dal 2015 attraverso 3LB Seed Capital, una holding di famiglia creata allo scopo, ha effettuato oltre 20 operazioni seed-stage tra cui, come accennato sopra, D-Orbit (che il prossimo autunno si quoterà al Nasdaq, si veda altro articolo di BeBeez) ed Everli, ex Supermercato24, leader europeo del grocery delivery, che ha raccolto più di 120 milioni di euro in equity (si veda altro articolo di BeBeez).
Lanzellotti, laureato in ingegneria delle telecomunicazioni presso l’università di Roma Tor Vergata, è invece un venture capitalist da oltre 12 anni. Dopo esperienze in Accenture e Cisco Systems, nel 2010 è tornato dagli Usa alla fine del suo Mba, lavorando prima come investment manager per la dPixel di Gianluca Dettori e successivamente come co-fondatore e amministratore delegato della holding Boost Heroes fino al 2020, perfezionando oltre 110 investimenti in startup italiane ed europee. Tra gli investimenti chiusi ci sono alcune tra le principali scale-up italiane più conosciute quali Casavo (si veda altro articolo di BeBeez), MiaCar e Satispay.