Poste Italiane aprirà un portale di crowdfunding per finanziare le imprese. Lo ha rivelato ieri MF-Milano Finanza, precisando che il gruppo guidato da Francesco Caio nei mesi scorsi ha individuato il partner che lo affiancherà nella selezione e promozione dei progetti da finanziare.
Si tratta di Eppela, portale di crowdfunding cosiddetto reward-based (clicca qui per sapere come funziona), cioè una piattaforma che permette al pubblico di partecipare al finanziamento di un progetto ricevendo in cambio un premio o una specifica ricompensa, non in denaro. Per esempio, si finanzia la produzione di un nuovo prodotto e in cambio si ottiene il prodotto personalizzato o a un prezzo scontato rispetto a quello di mercato.
Il crowdfunding di tipo reward, quindi, può finanziare qualunque progetto, non necessariamente di nuove imprese, ma anche proposto da una pmi già operativa. Per contro, i portali di equity crowdfunding, regolati da Consob, possono finanziare solo startup innovative (si veda altro articolo di BeBeez).
I tempi e i dettagli tecnici del progetto di Poste nel crowdfunding sono ancora da stabilire, ma l’obiettivo del gruppo sarebbe quello di far leva sul proprio bacino di centinaia di migliaia di imprese clienti di Banco Posta, ma che da Banco Posta non possono essere finanziate direttamente.
Poste già da tempo collabora con Eppela nel ruolo di mentor di selezionate società in cerca di finanziamenti online. L’iniziativa con il portale fondato da Nicola Lencioni, battezzata PostepayCrowd, mira a raccogliere le migliori idee innovative in ambito tecnologico, design e digitale relative a e-government, servizi digitali dedicati all’e-commerce e ad applicazioni su dispositivi mobili per servizi di pubblica utilità. Una volta che la società interessata raggiunge il 50% dell’obiettivo di raccolta online tramite Eppela, Poste contribuisce con il restante 50% sino a un massimo di 10 mila euro. La taglia media dei finanziamenti reward based è infatti in genere piuttosto bassa.
Eppela alla fine di quest’anno stima di superare i 5 milioni di euro di raccolta dai 2 milioni del 2013 e dai 150 mila del 2012, generando circa 700 mila euro di ricavi, cifra che le consentirebbe di raggiungere il breakeven per il primo anno dalla fondazione, avvenuta nel 2011.