Biovalley Investments Partner (BIP spa), holding specializzata nei farmaci orfani e nell’investimento in società che sviluppano tecnologie innovative per la medicina e le scienze della vita, ha deliberato un aumento di capitale per complessivi 5,1 milioni di euro. Di questi, 2 milioni in denaro riservati agli azionisti di BIP e a soggetti terzi e 3,1 milioni in natura, cioè per apporto, sono riservati a Friulia spa, la finanziaria regionale che promuove lo sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia, che investirà apportando il 100% di BIC (Business Innovation Center) Incubatori FVG (si veda qui il comunicato stampa).
Friulia era già socia di BIP dal 2015, quando aveva investito 500 mila euro nell’ambito di un aumento di capitale da 1,7 milioni di euro (si veda qui Il Piccolo). A oggi Friulia ha una quota del 14,3% di BIP, che è controllata al 52,7% dal fondatore Diego Bravar, già fondatore di TBS Group spa (ora Althea spa), società che eroga servizi di gestione e manutenzione delle apparecchiature biomediche e che si è quotata in Borsa con successo poi venire delistata da Permira nell’agosto 2017 a seguito di un’opa da 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Diego Bravar, presidente di BIP, aveva fondato la società nel 2016 insieme ad altri imprenditori, investendo 3 milioni di euro, al fine di capitalizzare il grande valore generato dal sistema della ricerca di Trieste e delle regioni circostanti, che conta 150 imprese attive nei settori del biomedicale, biotecnologico e bioinformatico, con un fatturato complessivo di oltre 800 milioni di euro e con più di 5 mila addetti. Biovalley è oggi forte di un capitale sociale di 6,6 milioni di euro.
Tra gli altri soci di BIP, ricordiamo con il 15,6% Venetwork (società di investimento che unisce 57 imprenditori veneti, fondata da Pierangelo Bressan, patron di Garmont International) e il crowd della campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe lanciata da BIP nel novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e chiusa nel gennaio 2020 in overfunding, con una raccolta di 1,655 milioni di euro, a cui aveva partecipato anche l’incubatore Bio4Dreams (si veda altro articolo di BeBeez). In occasione della campagna, BIP aveva annunciato anche l’intenzione di quotarsi successivamente sul mercato AIM di Borsa Italiana per supportare lo sviluppo ulteriore.
In attesa di sbarcare sul listino, quindi, BIP con quest’ultima operazione si aggregazione con BIC ha completato il proprio assetto organizzativo e ha condotto un passo importante negli investimenti nel biomedicale (BioMed), biotecnologie (BioTech), Informatica medica e bioinformatica (BioICT).
Le aziende su cui BIP interviene beneficeranno di un’accelerazione della crescita grazie alla contaminazione quotidiana fra le imprese ospitate nel Business Innovation Center di via Flavia a Trieste e tutte le altre realtà del nuovo ecosistema. La visione di BIP è infatti quella di promuovere un ecosistema industriale per accelerare l’incubazione e la crescita di imprese che abbiano prevalentemente sede legale o operativa in Friuli Venezia Giulia o in zone limitrofe e attive in settori industriali a elevato contenuto tecnologico quale quello della salute, tra cui BioMed, BioTech e BioICT. Proprio in questi settori l’unione delle due società darà luogo a un polo del BioHighTech di importanza nazionale e internazionale composto da 13 aziende, per un fatturato complessivo di 7,8 milioni di euro.
Attualmente la Biovalley Investments è socio di minoranza di:
A.P.E. Research srl (Applied Physics and Engineering Research), un’azienda ad alta tecnologia specializzata nella progettazione e produzione di strumenti avanzati nel campo delle nanotecnologie. Sviluppa e produce microscopi a sonda e sensori di spostamento ad altissima risoluzione, utilizzabili in molteplici discipline quali: scienze dei materiali, scienze delle superfici, biologia, chimica, medicina.
Bilimetrix srl, microazienda nata nel 2012, attiva nel settore bio-medicale, ha sviluppato il Sistema Bilistick®, dispositivo medico per la diagnosi precoce dell’ittero neonatale (iperbilirubinemia).
G&life spa, un’azienda nata nel 2009 all’interno di Area Science Park di Trieste, e sviluppa prodotti e servizi personalizzati in base all’analisi del DNA impegnando team multidisciplinari di esperti genetisti, biologi e nutrizionisti, sulla scia delle acclarate relazioni tra genoma, abitudini alimentari e Salute.
InSilicoTrials Technologies srl, un’azienda nata nel 2016 come spin-off di Promeditec, una company specializzata in soluzioni tecnologiche per clinical trials. Offre la piattaforma web che consente ad aziende e istituzioni di accelerare i processi di ricerca e sviluppo, riducendone quindi i costi, utilizzando modelli e simulazioni realizzate con tecnologie avanzate sviluppate da ricercatori di altissimo livello scientifico. Grazie ai modelli ed alle simulazioni presenti sulla piattaforma, consente di accelerare l’evoluzione della scienza evitando errori che altri ricercatori hanno già affrontato e risolto, evitando la ripetizione di test già effettuati e diffondendo la conoscenza attraverso il web. La società ha chiuso un round da 3 milioni di euro nel luglio 2020, guidato da United Ventures e sottoscritto anche da Pi Campus (si veda altro articolo di BeBeez).
ServerNet srl, una start-up ICT costituita nel 2013, specializzata nella ricerca di soluzioni innovative per l’integrazione di dati e di sistemi eterogenei. È in grado di supportare i clienti nella realizzazione di specifiche soluzioni, fornendo una piattaforma flessibile e trasversalmente utilizzabile e personalizzabile dai clienti in base alle specifiche esperienze e necessità.
T&B e Associati srl, impresa di Project Management per la realizzazione di progetti innovativi nel settore BioHighTech. La sede è presso l’Area Science Park di Basovizza ed ha competenze multidisciplinari ed internazionali per la consulenza finanziaria e legislativa, anche nel campo della ricerca, in grado di fornire know how per il miglioramento di efficienza e redditività.
Quanto a BIC Incubatori FVG, è nato nel 1986 come secondo incubatore certificato italiano. Friulia aveva comprato da Invitalia nel 2009 la sua quota di BIC. L’incubatore è però entrato successivamente in crisi e nel 2016 è iniziato un percorso di ristrutturazione supportato da Friulia. A oggi nel BIC Trieste sono ospitate ben 48 imprese per un totale di oltre 350 posti di lavoro e un fatturato aggregato superiore ai 60 milioni di euro. Ora che è passato sotto BIP, l’assemblea dei soci di BIC Incubatori FVG ha nominato Diego Bravar amministratore unico della società e Alberto Steindler direttore generale.
Barbara Zilli, assessore alle finanze della Regione Friuli Venezia-Giulia, ha dichiarato: “Promuovere e accelerare la nascita e la crescita delle imprese sul nostro territorio regionale, che abbiano nel loro DNA un elevato contenuto tecnologico, è un tassello fondamentale per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia. Stiamo vivendo un momento storico in cui la trasformazione digitale è diventata importantissima, anche e soprattutto in ambito medico, e gli investimenti in questo settore saranno sempre più determinanti in prospettiva di un futuro ormai prossimo. Anche la nuova politica di coesione 2021-2027, di cui il POR FESR è parte, mette al primo punto gli obiettivi di ricerca e innovazione dei prodotti e dei processi, che assieme allo sviluppo del digitale sono elemento determinante per la crescita e la competitività delle pmi”.
Federica Seganti, presidente e ceo di Friulia, ha commentato: “Il piano di sviluppo è significativo non solo a livello territoriale ma anche a livello nazionale e internazionale: contribuisce a mantenere il nostro Paese sia al secondo posto in Europa per la produzione di farmaci sia tra i Paesi leader per la produzione e servizi sui dispositivi medici. Abbiamo ancora un ritardo da colmare sulla digitalizzazione che potremmo recuperare in Regione FVG e ambire a diventare un modello nazionale da esportare, in particolare, anche nei paesi limitrofi quali Austria, Slovenia e Croazia, fino ai Balcani”.