Eataly ha chiuso il 2016 con ricavi stabili sui livelli del 2015 poco sotto ai 400 milioni di euro e con una redditività in termini di ebitda che è stata sotto i 30 milioni del 2015, che già era stata ben inferiore ai 39 milioni dell’anno prima. Un calo derivante da costi una tantum e dai forti ritardi in alcune aperture. Lo riferisce oggi MF Milano Finanza, rifacendosi a quanto scritto nel comunicato stampa relativo al bilancio 2016 di Tamburi Investment Partners, la holding di investimento quotata a Piazza Affari che nel marzo 2014 ha guidato un club deal che per 120 milioni di euro ha acquisito il 20% di Eatinvest, la holding del gruppo conrtollato dalla famiglia Farinetti (si veda altro articolo di BeBeez).
La catena di negozi alimentari d’alta gamma creata nel 2004 e lanciata nel 2007 da Oscar Farinetti, oggi è guidata dal presidente esecutivo Andrea Guerra, ex amministratore delegato di Luxottica, e tra Italia ed estero conta ormai quasi 30 punti vendita. Ma è solo l’inizio.
Il piano industriale punta infatti al consolidamento della presenza su scala globale. E così dopo l’inaugurazione del secondo negozio di New York, a Ground Zero, e di quelli di Boston e Copenaghen, all’inizio di quest’anno è stato aperto il punto vendita di Trieste. Il programma prevede nel biennio 2017-2018 l’approdo a Verona e, in Europa, a Londra, Parigi e Stoccolma, mentre in Nord America sono in programma le aperture nelle piazze di Los Angeles e Toronto. Con l’obiettivo di sbarcare, prima o poi, a Mosca. Il tutto mentre il prossimo ottobre è attesa l’inaugurazione del progetto Fabbrica italiana contadina cioé del parco tematico agroalimentare nella città di Bologna (si veda altro articolo di BeBeez).
Il business plan punta infine alla quotazione in borsa, che avverrà probabilmente nel corso del 2018, quando anche il fatturato consolidato, grazie alle nuove aperture, sarà nuovamente in aumento e superiore ai 500 milioni.