È nata Search Capital Partners, holding di investimento la cui strategia ruota attorno all’identificazione di search fund promettenti che comprendono un ampio spettro di settori e aree geografiche (si veda qui il comunicato stampa).
L’obiettivo della nuova realtà fondata da Giacomo Andreoli, amministratore delegato e fondatore di Sovereign Capital Advisory, membro del consiglio di amministrazione di OPT spa e co-fondatore di Admind.AI , e da Luciano Avanzini, socio fondatore di DGPA insieme al professore dell’Università Bocconi Maurizio Dallocchio, è “diventare uno dei punti di riferimento in questa asset class in Italia ed Europa, offrendo ai propri soci uno strumento unico a supporto dei searcher e relativi search fund per il loro acquisto delle piccole e medie imprese“, fa sapere la società a BeBeez.
Gitti and Partners ha assistito Search Capital Partners. Lo studio ZNR Notai ha seguito le operazioni notarili della costituzione.
L’iniziativa è nata appunto dalla collaborazione tra Sovereign Capital Advisory e DGPA&Co, unendo tanti anni
di esperienza nel settore finanziario e degli investimenti diretti con una lunga conoscenza del mercato italiano e internazionale delle piccole e medie imprese. “Questa sinergia non solo rafforza la posizione di Search Capital Partners nel mercato ma garantisce anche che la gestione e la crescita dell’ecosistema dei search fund sia supportata da una conoscenza e un’esperienza validate da anni di esperienza nell’M&A, investimenti diretti e gestione di pmi”, si legge in una nota.
Ricordiamo che un search fund è un veicolo di investimento tramite il quale i promotori raccolgono capitali da investitori per identificare e acquisire una singola azienda, con l’obiettivo di gestirla attivamente ed espanderla. I capitali dei search fund vengono raccolti tra investitori privati e, una volta condotta l’acquisizione, il promotore del search fund, detto searcher, sarà anche colui che gestirà e svilupperà l’azienda a tempo pieno. Nella pratica, in prima battuta il searcher si assicura una dotazione patrimoniale minima per finanziare la ricerca del giusto target, dopodiché sottopone agli investitori l’opportunità di investimento e raccoglie i capitali necessari all’acquisizione. Dopodiché, una volta condotta l’acquisizione, il searcher sarà a capo del management dell’azienda target.
Il modello è innovativo. Search Capital Partners offre ai soci l’opportunità di partecipare all’acquisizione delle pmi target dei search fund attraverso un modello di investimento deal-by-deal con il quale ogni socio
può scegliere concretamente in quali progetti investire. La società sta raccogliendo una prima dotazione patrimoniale fino a 1,5 milioni di euro in modo da investire in circa 25-30 search fund in Italia ed Europa. “Stiamo guardando anche a due realtà in Sud America ma vogliamo tenere il focus in Italia, Francia, Spagna, Germania e UK per il momento”, racconta a BeBeez Andreoli.
Continua: “Valutiamo positivamente società con dimensioni un pò al di sotto della soglia del private equity, partiamo da 1,5 milioni di euro di ebitda fino a 5 milioni. Guardiamo a società con un potenziale inespresso dove l’imprenditore ha un approccio poco produttivo in materia di ottimizzazione dei processi e dove quindi c’è spazio per il miglioramento della struttura dei costi. Realtà, in altre parole, dove il searcher possa portare innovazione. Molte aziende italiane non hanno organizzazione interna né assetto finanziario sufficiente ma sono magari molto interessanti nella tipologia del business”. Aggiunge: “L’idea è gestire al meglio il passaggio generazionale e ampliare il livello della gestione manageriale. Non vogliamo andare in competizione con il private equity, anzi. Piuttosto possiamo preparare le aziende a questo tipo di deal. I search fund sono i traghettatori della crescita. Noi andiamo dove c’è un gap di mercato grande”.
In questo modo i soci di Search Capital Partners potranno avere accesso a un significativo deal flow cross border con l’opportunità di selezionare numerose operazioni di acquisizione di pmi alle quali partecipare.
Così, tutte le operazioni che saranno effettuate dai search fund, una volta trovata la pmi target, saranno in logica management buy-in, con i searcher che diventeranno i ceo delle target acquisite e le guideranno
in un percorso di crescita in linea con il piano industriale condiviso con gli investitori nella fase di ricerca, selezione preliminare e due diligence che effettueranno. “Il nostro vero elemento distintivo risiede nella possibilità per i suoi soci di potersi costruire un portafoglio diversificato di search fund e successivamente di circa 15-20 aziende pmi guidate dai singoli manager promotori dei search funds sui quali si è investito inizialmente ottenendo una piena convergenza di interessi”, dice ancora il manager. E conclude: “In seguito alla prima capitalizzazione ne avverranno successive altre che ci permetteranno di investire fino a 30 milioni di euro in questa asset class“.
I fondatori continuano: “Crediamo che il nostro modello e veicolo possa dare un contributo significativo alla crescita dell’ecosistema delle pmi in Europa e in Italia. Offriamo una soluzione pragmatica alle sfide legate al passaggio generazionale, tematica che oggi, e sempre di più nei prossimi anni, sarà di massima rilevanza. Vogliamo contribuire alla creazione di un tessuto economico sano e resiliente, guidato da validi manager, sui quali siamo pronti a investire”.
Search Capital Partners ha già stabilito una pipeline di 12 search fund, in fase di analisi, sui quali investire focalizzata principalmente sul mercato europeo: cinque italiani, quattro spagnoli, due francesi, uno inglese. Come anticipato sopra, opportunisticamente si stanno valutando anche un search fund in Sud America e uno negli Usa oltre a tre possibili target già trovate e in fase avanzata di negoziazione con dei search fund, due italiani e uno spagnolo (in logica equity gap).
Ricordiamo che Giacomo Andreoli nel 2017 ha acquisito Confinvest, nella quale ha ricoperto il ruolo di ceo, quotandola in Borsa Italiana prima di vendere la sua partecipazione a un gruppo Industriale. Ha fondato il search fund W4H, che ha acquisito OPT, società focalizzata sul settore sanitario, di cui attualmente siede nel consiglio di amministrazione. L’operazione di acquisizione di Confinvest è avvenuta tramite un management buy in finanziato da un club deal che ha visto anche Luciano Avanzini come lead investor (si veda altro articolo di BeBeez). Ed è proprio in Confinvest che i due manager si sono conosciuti.