di Claudio Calvani,
Founder, partner, ad
di VVA Debt & Grant srl
ln un contesto economico e politico molto complesso come quello attuale, la finanza agevolata strutturata continua a offrire un contributo di fondamentale importanza per la resilienza delle imprese italiane, nei cui confronti svolge una funzione di “paracadute” nelle fasi di crisi più acute e di “volano” per la ripresa o la crescita. Per questo motivo, nell’attuale scenario, in cui alle criticità del quadro internazionale si è aggiunta l’instabilità politica sul fronte interno, la speranza è che l’avvicendamento tra l’esecutivo uscente e il subentrante non ostacoli o rallenti il processo di attuazione di queste misure, già caratterizzate da tempi di gestazione fin troppo prolungati.
Negli ultimi due anni, segnati dalle conseguenze economiche della pandemia e del più recente conflitto russo-ucraino, le misure introdotte hanno interessato trasversalmente tutti i settori di attività, focalizzandosi in alcuni casi e per comprovati motivi di necessità su specifici comparti strategici a cui sono stati dedicati i primi fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Un esempio della prima fattispecie è il potenziamento del Piano Transizione 4.0 con 13,3 miliardi di euro di fondi PNRR a supporto di investimenti in tecnologie e R&S mediante incentivi fiscali. Classificabile tra gli interventi a carattere settoriale è invece il mix di agevolazioni noto come “pacchetto turismo”, che vale 2,4 miliardi del recovery fund.
L’evoluzione del Fondo 394/81 per l’internazionalizzazione delle imprese italiane gestito da Simest ha saputo invece coniugare esigenze di interesse generale e particolare, da un lato tramite l’ampliamento della propria offerta agevolativa con misure ispirate a un principio di inclusività, tra cui un nuovo prodotto per la transizione digitale ed ecologica finanziato con parte della provvista di 1,2 miliardi, stanziata per il Fondo dal PNRR , dall’altro con la previsione di due nuove linee di intervento dedicate alle pmi e mid cap italiane maggiormente colpite dalle ricadute economiche del conflitto russo-ucraino, in quanto esposte verso quelle aree in termini di fatturato e/o di approvvigionamenti. Ambedue prevedono un finanziamento agevolato fino a 1,5 milioni di euro (con possibilità di una quota a fondo perduto fino al 40% dell’importo ed entro 500 mila euro) e consentono investimenti produttivi, spese promozionali e consulenziali, con la prima linea (Circolare n. 1/394/2022), attiva già dal 12 luglio, che apre anche alla realizzazione o al potenziamento di strutture commerciali in Paesi diversi da Russia/Ucraina/Bielorussia, e la seconda (Circolare n. 2/394/2022), attiva dal prossimo 20 settembre, che punta in maniera più evidente anche sugli investimenti per la sostenibilità.
Tra i temi caldi della finanza agevolata strutturata indubbiamente la transizione ecologica riveste un ruolo da protagonista indiscusso, sulla scia non solo delle strategie del PNRR, che dedica il 37% delle proprie risorse a questo obiettivo, conferendogli di fatto la priorità, ma anche delle determinazioni della politica nazionale che, indipendentemente dal recepimento delle direttive europee, nel tempo ha acquisito in via autonoma piena coscienza della necessità di implementare un modello di azienda sostenibile a 360 gradi.
A tal proposito risale a pochi giorni fa la pubblicazione del decreto direttoriale del 23 agosto che stabilisce termini e modalità del bando promosso dal MISE, con dotazione di 750 milioni di euro, a supporto di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la transizione ecologica e circolare negli ambiti del Green New Deal italiano. Dal 17 novembre le imprese di qualunque dimensione (anche in forma aggregata) potranno quindi presentare iniziative green contraddistinte da carattere innovativo, elevata sostenibilità e considerazione degli impatti sociali, di importo compreso tra 3 e 40 milioni; l’aiuto consisterà in un finanziamento agevolato di CDP a copertura del 60% dei costi di progetto, da abbinare a un contributo a fondo perduto fino al 10-15%.
Nelle prossime settimane è invece atteso il provvedimento attuativo di un nuovo e già annunciato Contratto di Sviluppo che sosterrà progetti per il risparmio di energia (almeno del 20%) e l’utilizzo di fonti alternative nei processi industriali (riducendo almeno del 40% le emissioni di gas a effetto serra): l’intensità massima di aiuto, modulabile come mix di finanziamento agevolato, contributo in conto interessi, in conto impianti e contributo diretto alla spesa, partirà dal 40% dei costi ammissibili per le grandi imprese fino a raggiungere il 60% per le piccole, con premialità al raggiungimento di taluni obiettivi.
La lista degli incentivi per la transizione ecologica tuttora in attesa di sblocco, sebbene già annunciati da diversi mesi, è tuttavia ancora lunga. Tra questi è possibile citare due fondi che saranno gestiti da società del gruppo CDP: il Fondo Italiano per il Clima, istituito dalla legge di bilancio 2022 con una dotazione di 840 milioni annui fino al 2026 e 40 milioni dal 2027 per finanziare (con capitale di rischio o di debito) investimenti mirati a centrare i target ambientali e sul clima fissati dagli accordi internazionali; il Green Transition Fund, che con un plafond di 250milioni di risorse PNRR opererà con investimenti diretti e indiretti (tra 1 e 20 milioni a seconda della tipologia) in start-up ad elevato potenziale di sviluppo, innovatività e scalabilità in chiave green (si veda altro articolo di BeBeez, ndr).