di Fabio Allegreni,
partner Crowd Advisors, ceo EdiBeez srl
Lo scorso 5 novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto correttivo del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, che consente l’entrata in vigore il 20 novembre di un paio di norme, mentre l’entrata in vigore di tutte le altre disposizioni è stata rimandata al 1° settembre 2021 per sottrarre nell’immediato le società e le imprese medio-grandi dal dover rispettare norme più stringenti e rigorose (sul tema si veda altro articolo di BeBeez).
Tra le norme di cui è stata confermato lo slittamento al prossimo anno, però, sono incluse anche le nuove disposizioni in materia di sovraindebitamento dei consumatori e delle famiglie (o, per meglio dire, dei debitori non fallibili). Tali norme avrebbero offerto da subito strumenti adeguati di contenimento del fenomeno, grazie a un netto miglioramento degli strumenti giuridici a disposizione delle famiglie fino a oggi.
Un tentativo per anticipare i tempi, tuttavia, era stato fatto. Presso l’Università Cattolica, era stato istituito un tavolo di lavoro che ha prodotto un emendamento, sottoscritto da 29 fondazioni e associazioni anti usura, 38 magistrati e 32 docenti universitari, con il proposito di anticipare la riforma della Legge n. 3/2012 vigente, stralciandola dal Codice della crisi. Purtroppo, nonostante il parere favorevole del Ministero della Giustizia, l’emendamento non è passato al vaglio della Ragioneria dello Stato, costringendo la Commissione bilancio a ritirarlo. E il risultato è quindi che fino al settembre 2021 rimangono valide le vecchie norme. Che nella pratica sono state utilizzate ben poco e se, hanno dimostrato di non essere adeguate ad affrontare l’impoverimento delle famiglie italiane negli anni passati, lo saranno a maggior ragione nella situazione attuale.
Il sovraindebitamento delle famiglie italiane, purtroppo, non è un fenomeno risibile. Secondo uno studio di Maurizio Fiasco, sociologo e consulente scientifico e formatore della Consulta Nazionale Antiusura, nel 2016 erano quasi due milioni le famiglie in crisi da sovraindebitamento, accanto a cui c’era una area di circa 5 milioni di famiglie a “rischio”. Più in dettaglio, tra fine 2006 e fine 2016 il numero stimabile delle famiglie “tecnicamente” in sovraindebitamento è passato da poco meno di 1,3 milioni su circa 23 milioni di famiglie a oltre 1,95 milioni su un quasi 26 milioni di famiglie residenti, con un incremento di quasi 683 mila casi (+53,5%). Dunque il 7,6% delle famiglie italiane a fine 2016 era in una situazione di crisi da sovraindebitamento, ovvero è definitivamente non in grado di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni.
A fronte di questi numeri drammatici, il ricorso alle procedure previste dalla legge 3/2012 sembrerebbe davvero poco efficace. Il Ministero della Giustizia, nel suo rapporto Monitoraggio statistico organismi della crisi da sovraindebitamento, rileva che, nel 2019, le istanze gestite dagli OCC (gli Organismi di Composizione della Crisi da sovraindebitamento) sono state 6.747, dunque solo lo 0,33% del numero stimato di famiglie sovraindebitate. Di queste istanze ne sono state assegnate a un procedimento circa due terzi (il 69%). Ma i procedimenti “definiti”, quelli cioè di cui è stata stabilita la correttezza e che si sono effettivamente iniziati a lavorare effettivamente nell’anno, sono stati poco più della metà (il 53%). Di essi, quelli che si sono poi conclusi positivamente sono stati il 41%.
In quadro così poco rassicurante, una startup innovativa, Esdebitami Retake, adottando un approccio alternativo, riesce a definire il 95% dei casi di crisi di sovraindebitamento in via stragiudiziale, cioè prima di ricorrere ai dispositivi delle legge 3/2012. Grazie a una struttura di professionisti specializzati e a un innovativo software proprietario, la startup In meno di tre anni, ha assistito infatti più di 1.500 famiglie di cui 656 dopo il lockdown, tra aprile e agosto 2020. E ora, in vista della mole di lavoro in arrivo a causa dell’emergenza Covid, la startup punta a crescere ed è in raccolta di capitali in equity crowdfunding sul portale CrowdFundMe (si veda altro articolo di BeBeez).
E’ evidente, però, che un’iniziativa come quella di Esdebitami è una goccia nel mare e non può comunque supplire alla mole di situazioni di crisi da sovraindebitamento che si presume andranno purtroppo aumentando. In un momento storico in cui la cassa integrazione o, nei prossimi mesi, il licenziamento incidono particolarmente sulla situazione dei soggetti già sovraindebitati, il differimento dell’entrata in vigore delle nuove norme sul sovraindebitamento contenute nel Codice della crisi, almeno per quanto riguarda le disposizioni a favore del debitore persona fisica, potrebbe rivelarsi non del tutto ragionevole.