
di Fabrizio Bentivoglio,
ceo di Fidia Holding
La vittoria di Joe Biden ha ridato stabilità al sistema americano e una ritrovata credibilità e affidabilità a livello internazionale. Se negli ultimi quattro anni Donald Trump aveva “isolato” l’America e rinunciato alla leadership mondiale, le aspettative su Biden sono di un forte slancio, ben oltre le politiche e i programmi annunciati.
Le elezioni si sono chiuse definitivamente soltanto ieri, dopo uno spoglio interminabile. E, come già si immaginava, il risultato è stata una netta spaccatura tra Casa Bianca democratica e Senato repubblicano (la House of Representatives è già democratica) e questa è la situazione che più piace agli americani e ai mercati. Una situazione che non può fare troppi danni.
Anche per questo Biden, moderato e unico presidente cattolico oltre John Kennedy, con ogni probabilità non metterà in atto il programma progressista della sua campagna (molto di più di quello di Barack Obama e Hillary Clinton), non nominerà Elizabeth Warren alla Fed, una scelta che sarebbe sicuramente vista male dai mercati, e non farà una drastica riforma fiscale, cosa questa alquanto pericolosa in una situazione di crisi.
Di contro, però, lo stimolo che il mercato già sta prezzando, potrebbe essere molto inferiore (500 miliardi di dollari) rispetto a quello degli inizi 2020 (3 trilioni) e questo potrebbe risultare in una ripresa decisamente più lenta del previsto, che potrebbe richiedere addirittura un altro trilione già dal prossimo anno.
Guardando al mercato però se la ripresa sarà lenta, non lo sarà certamente per ogni comparto. Infatti, già oggi vediamo che la spesa per prodotti è risalita dopo i primi mesi del 2020. La stessa cosa non può certamente dirsi per i servizi come travel, entertainment e sport. Alcuni settori sono stati spazzati via e non torneranno nel breve periodo, o almeno non torneranno con lo stesso modello del 2019. È difficile immaginare che nel 2021 il Madison Square Garden di New York, un’arena da 50.000 spettatori per sport, concerti ed eventi, con un indotto sia retail che food&beverage, oppure l’industria di Broadway e dello spettacolo live, potranno riprendere le attività come prima del Covid.
In questo scenario di mercato, i dati del 2020 indicano la crescita dei disoccupati permanenti, cioè quelli che hanno perso il lavoro per fallimenti o altro, rispetto ai disoccupati temporanei, che probabilmente torneranno al lavoro già nel breve.
A complicare la situazione, se la domanda interna è considerata il volano della ripresa, sarà la disponibilità di credito. L’attuale difficoltà di accesso al credito dovuta alla crisi, o semplicemente per le tempistiche tecniche con cui il sistema bancario riesce a processare le domande (si è arrivati a vari mesi per un semplice refinancing) è già oggi un ulteriore motivo di rallentamento. Per questo nei prossimi mesi sia la Fed sia le altre banche centrali continueranno a sostenere la ripresa con le loro politiche monetarie. A Wall Street ci sono voci su tassi invariati fino al 2025.
I fondamentali, quindi, indicano una ripresa non così forte come ci si aspetta e probabilmente la situazione peggiorerà ancora prima di migliorare. Ma visto che lo stock market guarda in avanti per definizione e cerca di anticipare il futuro, allora quello che stiamo vedendo in questi giorni significa che vi saranno importanti opportunità per gli investitori di istituzionali. Ma attenzione. Sui mercati azionari la rapida ripresa degli Stati Uniti fa già pensare a una corsa che dovrà prima o poi interrompersi. peraltro una correzione era attesa da anni, anche da prima della pandemia, e non è mai successo. Questo dovrebbe anche far pensare ai mercati emergenti come la prossima grande opportunità a patto che si sia disposti a sopportare rischi e volatilità.
Intanto in questi mesi alcuni settori sono diventati particolarmente cheap, per esempio gli immobili commerciali nelle grandi città come New York o Miami. E i cambiamenti sociali hanno determinato molte nuove tendenze che sono destinate a perdurare con riflessi inevitabili sui business model. Ci si dovrà solo adeguare. Pensiamo ad esempio allo smart working, che se uno dei maggiori trend sociali del momento. Prima o poi si tornerà in ufficio, ma forse non tutti e magari solo per 2 o 3 giorni la settimana.
Le ricerca di nuove opportunità significherà quindi individuare i nuovi trend. Ancora una volta il ruolo del private equity potrà essere determinato per recuperare rendimenti e occasioni. Non solo. Si potranno presentare anche ottime opportunità nel settore del private debt e nella cosiddetta rescue finance legata al restructuring.