Il fondo Back2Bonis dedicato agli UTP corporate immobiliari gestito da Prelios sgr e sottoscritto da AMCO e da varie banche italiane (si veda altro articolo di BeBeez), ha messo sul piatto 7 milioni di euro per il salvataggio del Fondo Umbria – Comparto Monteluce, gestito da BNP Paribas REIM sgr e lanciato nel 2006, grazie all’apporto da parte della Regione e dell’Università degli Studi di Perugia del terreno dove sorgeva l’ex Ospedale Policlinico di Monteluce, che in cambio del terreno avevano ottenuto la totalità delle quote del fondo stesso.
La cifra dei 7 milioni, messi a disposizione dalla piattaforma Prelios-AMCO per rimborsare parzialmente i fornitori creditori del fondo in crisi e ultimare i lavori, emerge da un articolo de Il Messaggero, secondo il quale l’area in questione avrebbe oggi un valore di libro per il fondo di circa 12 milioni di euro, ma in realtà il suo valore di mercato sarebbe almeno il doppio.
Per evitare il default del fondo, la cui data di scadenza è stata prorogata per la terza volta lo scorso dicembre, la piattaforma Prelios-AMCO, a cui le banche finanziatrici hanno apportato i loro crediti immobiliari UTP verso il fondo, proporrebbe alle aziende fornitrici che hanno lavorato al progetto un rimborso dei crediti in percentuali comprese tra il 50 e il 70% (si veda qui il Corriere dell’Umbria) a cui aggiungerebbe poi ulteriori capitali per ultimare i lavori.
Ricordiamo che l’area dell’ex Ospedale Policlinico di Monteluce si estende per 65 mila metri quadrati e che l’obiettivo del fondo era sviluppare il progetto della Nuova Monteluce, che prevedeva la realizzazione di strutture polifunzionali residenziali e commerciali. Il fondo avrebbe come d’uso preso a prestito dalle banche i capitali necessari a demolire gli immobili esistenti, effettuare le necessarie bonifiche e realizzare i nuovi immobili da vendere o locare. Nel frattempo il valore delle quote sarebbe aumentato e gli enti pubblici avrebbero potuto vendere le loro quote a terzi investitori interessati, portando a casa auspicabilmente una plusvalenza.
La legge (art. 14-bis della L. 86/1994) stabilisce però che almeno il 60% delle quote del fondo ad apporto pubblico debba essere ceduto dall’ente apportante entro 18 mesi dalla data dell’ultimo apporto, a pena di retrocessione degli immobili. Se gli immobili fossero stati retrocessi, la Regione e l’Università avrebbero dovuto ripartirsi le perdite esistenti in proporzione alle quote detenute. Per questo motivo, come ricostruito da Mariagrazia Carbonari, consigliere MS5 Umbria in un documento pubblicato suo sito internet, nel 2008, pur nel pieno della crisi finanziaria globale, si era deciso di cedere a Nomura International Plc le quote del fondo affinchè a sua volta poi le rivendesse a terzi investitori. Il collocamento a terzi, però, non andò a buon fine, a parte un piccolo acquisto per un controvalore di circa 10 milioni di euro da parte del Fondo Immobiliare DInamico quotato a Piazza Affari e gestito sempre da Bnp Paribas Reim sgr (si veda qui uno dei Prospetti relativi al collocamento delle quote, pag. 69) e la Regione si ricomprò il resto delle quote con uno sconto, in parte direttamente e in parte attraverso la società partecipata Gepafin spa.
Intanto i lavori sono poi andati avanti, con un primo punto di arrivo nel 2015, quando era stata inaugurata la piazza Cecilia Coppoli, il primo corpo della Nuova Monteluce (si veda qui il comunicato stampa di allora). Gli edifici realizzati fino a quel momento ospitano uffici e spazi commerciali: gli uffici occupano una superficie di 3.350 mq con possibilità di suddivisione in 18 unità, di cui 14 già destinate a uffici del Comune di Perugia, del Sindacato Pensionati Italiani CGIL e di alcuni professionisti privati. Gli spazi commerciali occupano invece una superficie di 950 mq comprendenti un supermercato Emi, una palestra Bodyplanet e altre attività commerciali. Gli edifici in corso di realizzazione o riqualificazione che si affacciano sulla seconda piazza, sono invece destinati a residenze per studenti (150 posti letto), spazi commerciali e un presidio sanitario che sarà collocato nel padiglione ospedaliero, l’ex Clinica chirurgica, conservato e ristrutturato.
Sino ad allora nello sviluppo del progetto erano stati investiti 50 milioni di euro e inizialmente l’area dell’ex Policlinico era stata valutata 60 milioni. Le banche che hanno finanziato i costi di sviluppo sono Areal Bank (banca agente), Banca Nazionale del Lavoro, Intesa San Paolo e Casse di Risparmio dell’Umbria e alla data del 31 dicembre 2015, l’importo complessivo accordato delle linee era di 61 milioni. Il fondo però ora non ha più soldi e infatti, come emerge dalla Relazione semestrale al 30 giugno 2021 del Fondo Immobiliare Dinamico, a oggi il valore delle quote del Fondo Umbria – Comparto Monteluce è nullo.
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