Vale ben 260 milioni di euro, secondo quanto risulta a BeBeez, l’offerta depositata da Apollo Global Management per SECI, la holding con cui la famiglia controlla il gruppo Maccaferri, dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna nel luglio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), con la Corte d’Appello di Bologna che nel novembre 2021 ha respinto il ricorso della società contro la sentenza, confermandone quindi il fallimento (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora la proposta è al vaglio dei tre curatori fallimentari, Claudio Solferini, Enrica Piacquaddio e Antonio Rossi, il cui parere è atteso a giorni. Dopodiché, se il parere sarà positivo, allora l’offerta potrà essere sottoposta al voto dei creditori. Secondo quanto risulta a BeBeez, il fondo pagherebbe il 21% del valore dei crediti chirografari tutto subito in contanti, appena dopo l’omologa. L’offerta di Apollo, come d’uso, ha ovviamente una scadenza, ma la data fissata è coperta da riserbo.
Obiettivo dell’operazione di Apollo sono la quota del 51% di Manifatture Sigaro Toscano in portafoglio a SECI e una lunga serie di proprietà immobiliari, tra cui anche una quota di Palazzo Zambeccari, iconico stabile di Bologna, collocato tra via Farini e piazza de Celestini.
Ricordiamo che il colosso Usa del private equity, attraverso il suo advisor esclusivo per l’Italia Apeiron Management, aveva depositato la sua nuova offerta a inizio novembre (si veda altro articolo di BeBeez). La mossa di Apollo segue un tentativo analogo condotto nel 2021, quando ancora la holding non era stata dichiarata fallita. Allora il fondo aveva messo sul piatto prima 200 milioni di euro (per il 15,5% dei crediti chirografari) e poi era salito a 215 milioni (e al 17% dei crediti), ma la famiglia Maccaferri aveva rimandato al mittente l’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).
Così il fondo da allora si è messo in attesa degli eventi e nel frattempo ha comprato a forte sconto dalle banche e altri istituti finanziari una buona fetta dei crediti verso SECI (si veda altro articolo di BeBeez), Apollo, quindi, nell’ambito dell’operazione agisce con due cappelli: da un lato proponendosi come assuntore e quindi potenziale acquirente di tutto l’attivo di SECI; e dall’altro come uno dei principali creditori.
Ricordiamo che SECI è oggi gravata da un debito complessivo lordo di circa 750 milioni, di cui circa 500 milioni sono debiti finanziari (tra banche e 90 milioni di bond), gran parte dei quali nel corso dell’ultimo anno sono stati ceduti a forte sconto dalle banche e altri istituti finanziari a vari fondi specializzati. In particolare come detto ad Apollo Capital Management. Ma anche SC Lowy, Europa Investimenti e Taconic hanno partecipato ad aste per acquisire parte dei crediti (si veda altro articolo di BeBeez).
Tra gli asset di SECI, che attira l’interesse dei fondi, c’è come detto soprattutto il 51% di Manifatture Sigaro Toscano (MST), che non è stata toccata dalla crisi della casa-madre. MST ha chiuso il bilancio 2021 con ricavi per 115,7 milioni (da 106 milioni di euro nel 2020), un ebitda di 39,1 milioni (da 34,2 milioni) e un debito finanziario netto di 45,9 milioni (da 49,1 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Sulla base dei dati di bilancio prospettici 2020 i rumor di mercato valutavano MST attorno ai 200 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il restante 49% di MST fa capo alla Antelao spa di Piero Gnudi (ex ministro nel governo Monti ed ex presidente dell’Enel), alla MCG holding srl di Luca Montezemolo (ex numero 1 della Ferrari), alla Comunimpresa srl di Aurelio Regina, alla Aragon Value Leadership srl di Francesco Valli e a Matteo Tamburini.
Ricordiamo in particolare che il bond di SECI, che era stato emesso in due tranche, una da 70 milioni a gennaio 2019 e l’altra da 20 milioni nel marzo successivo, ha tra le garanzie proprio il pegno sul 46,1% delle azioni di MST. L’operazione era stata condotta allora per spostare in mani amiche il pegno sino a quel momento in capo a Credit Suisse. I bond pagano una cedola annua del 6% annuo più il 2,5% PIK, cioé da corrispondersi alla scadenza nel 2023 ed erano stati sottoscritti inizialmente da tutti gli azionisti di MST (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo infine che lo scorso ottobre si è conclusa invece un’altra parte della storia che ha coinvolto il gruppo e cioé Officine Maccaferri spa, leader globale nel settore dell’ingegneria civile e ambientale con 23 stabilimenti in 4 diversi continenti, oltre 3.000 dipendenti e una presenza commerciale in oltre 130 paesi. Sempre il Tribunale di Bologna ha infatti emesso il decreto di omologa del concordato preventivo in continuità aziendale, dopo che i creditori hanno dato il loro via libera al piano la scorsa primavera e dopo che l’intero capitale della società è stato trasferito alla newco OM Topco sarl, società partecipata dai soci dell’Ad-Hoc Group, il gruppo di investitori composto da Carlyle Global Credit Investment Management, Man GLG e Stellex Capital Management, originariamente i principali sottoscrittori del bond da 190 milioni di euro cedola 5,75% a scadenza 2021 emesso da Maccaferri nel 2014 (si veda altro articolo di BeBeez)