Nel 2015 sono diminuiti i fallimenti e le altre procedure concorsuali. Lo calcola Cerved, che ieri ha diffuso gli ultimi dati relativi al suo Osservatorio (scarica qui il report), confermando il trend già evidenziato da Crif sui soli fallimenti (si veda altro articolo di BeBeez).
Più in generale, secondo Cerved, per la prima volta dal 2010 il numero complessivo delle procedure nel 2015 è sceso al di sotto della soglia di 100 mila. Durante lo scorso anno, infatti, 96 mila aziende hanno avviato un iter di chiusura d’impresa, in calo del 5,6% rispetto alle 102 mila del 2014.
Nel dettaglio, l’anno scorso 14,7 mila aziende hanno dichiarato default nel 2015, il 6,3% in meno rispetto al picco dnel 2014 (15,7 mila). Ma certo si tratta ancora di un altro mondo rispetto ai 7.500 mila fallimenti del 2008. Il miglioramento è piuttosto diffuso, ma non ha riguardato tutta l’Italia: in cinque regioni: Friuli (+14,5%), Trentino (+11,8%), Veneto (+3,3%), Abruzzo e Molise. Più in particolare, dopo l’aumento del terzo trimestre, negli ultimi tre mesi del 2015 i fallimenti sono tornati a diminuire: tra ottobre e dicembre sono fallite 4 mila imprese, il 12,2% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. Il miglioramento ha interessato tutti i settori industriali in generale e in particolare anche quello delle costruzioni, settore che aveva fortemente risentito della crisi. Nel corso dell’anno sono fallite infatti 3,2 mila imprese edilizie, l’8,4% in meno rispetto al picco toccato l’anno prima (3,5 mila). Sono invece aumentati i fallimenti nel settore dei servizi finanziari (+5,4%).
Se il fallimenti sono diminuiti, si è invece registrato un vero e proprio crollo nel numero dei concordati preventivi: nel 2015 ne sono stati aperti 1.400, in calo del 23,2% dal 2014, anche se restano oltre il doppio di quelli del 2008 (566). Un risultato, quest’ultimo, a sua volta effetto del crollo dei concordati in bianco: le domande si sono dimezzate, passando da 4.600 nel 2013, a 3 mila nel 2014 e a 2.300 del 2015. Questo trend, aveva spiegato a fine gennaio Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved, a MF Milano Finanza riferendosi alle anticipazioni sui nove mesi, che ha anche a che vedere con l’introduzione del correttivo alla disciplina dei concordati in bianco nel settembre 2013. Da allora, infatti, a ogni caso di pre concordato viene assegnato un commissario giudiziale che monitora il comportamento dei debitori, decisione che ha scoraggiato usi opportunistici del nuovo strumento”.
Infine, nel quarto trimestre 2015 si stima che abbiano avviato una liquidazione volontaria 38,3 mila imprese in bonis, in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2014 (-0,2%). Con questo dato, il numero complessivo di chiusure volontarie si attesta nel 2015 a quota 79 mila, in calo del 5,2% rispetto all’anno precedente. È il valore più basso dal 2005, che segnala aspettative di profitto migliori da parte degli imprenditori. Su base annua, il calo è anche maggiore (-6,5%) se si escludono dal conteggio le liquidazioni di società ‘dormienti’ (imprese iscritte in Camera di Commercio che non hanno depositato un bilancio negli ultimi tre anni).
Intanto mercoledì scorso in serata il Consiglio dei ministri (lo stesso che ha varato il decreto sui dettagli della Gacs, la garanzia pubblica sulle tranche senior di cartolarizzazioni di crediti non performing, si veda la sezione Npl di milanofinanza.it), su proposta del ministro della giustizia Andrea Orlando, ha approvato l’atteso disegno di legge delega al governo per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza (si veda qui il comunicato stampa). A fine dicembre scorso la commissione presieduta da Renato Rordorf, presidente di sezione della Corte di Cassazione, aveva infatti presentato al ministero della Giustizia le considerazioni finali circa le linee guida che dovrebbero essere seguite da una riforma complessiva e organica del quadro normativo fallimentare.
Ora, sulla base dello schema elaborato dalla commissione il governo ha appunto approvato il disegno di legge delega. Una volta ottenuta la delega dal Parlamento, il governo emanerà uno o più decreti legislativi che avranno per oggetto un nuovo Testo Unico del Fallimento.