Saranno particolarmente calde le prossime due settimane per Astaldi spa, il gruppo di costruzioni in crisi finanziaria quotato a Piazza Affari. Il prossimo 14 febbraio, infatti, è il termine ultimo per presentare la proposta concordataria, quindi entro quella data dovranno essere state ricevute e vagliate le offerte di ricapitalizzazione da parte degli investitori interessati e dovrà essere stato emesso il bond da 75 milioni di euro che verrà interamente sottoscritto da Fortress Investment, a seguito dell’autorizzazione del tribunale di Roma ottenuta a inizio gennaio in tema di finanza prededucibile (si veda altro articolo di BeBeez).
Il bond sarà a tre anni, sarà di tipo secured e super senior e pagherà una cedola complessiva del 15,25%, ha riferito Radiocor nei giorni scorsi, precisando che il titolo pagherà nel dettaglio una cedola trimestrale composta per una parte per cassa, indicizzata all’euribor e con un minimo dl 5,75%, e per una parte che funzionerà con il meccanismo “pay if you can”, pari al 6,5% il primo anno e al 9,5% negli anni successivi. Inizialmente erano previste anche una commissione di istruttoria e di arrangement, pari rispettivamente all’1% e al 2%, ridotte poi complessivamente allo 0,4% per ottemperare all’abbassamento della soglia anti usura di oltre l’1% deciso dal Tesoro poco prima di Natale.
Intanto il gruppo è in attesa che arrivino le offerte vincolanti per la ricapitalizzazione da parte di Salini Impregilo e del gruppo giapponese Ihi e resta sullo sfondo la possibilità che anche Cassa depositi e prestiti possa entrare nella partita. Salini Impregilo sarebbe interessato ad acquisire il ramo delle costruzioni, Ihi sarebbe interessata alla società intera, quindi anche alle concessioni. Ma giusto nel corso del weekend il presidente di Cdp, Massimo Tononi, intervistato a Davos da ClassCnbc, ha fatto a un esplicito riferimento al settore delle costruzioni: “Noi abbiamo una prospettiva di lungo termine, non guardiamo necessariamente a ritorni immediati e di certo non vogliamo fare investimenti azzardati (…) Se vi fossero però delle dinamiche sfavorevoli noi siamo pronti a immettere risorse per il bene della nostra economia. Penso ad esempio al settore delle costruzioni, che sta vivendo un momento molto difficile; stiamo valutando le possibilità di intervento a nostra disposizione”.
Anche perché Cdp è già coinvolta con due sue controllate nelle vicende di Astaldi. Da un lato Sace ha garantito parte dei finanziamenti bancari al general contractor, mentre Simest ha acquisito lo scorso anno una partecipazione del 34% circa nel capitale della controllata statunitense Astaldi Construction Corporation.