Come ampiamente atteso (si veda altro articolo di BeBeez), ieri è arrivato l’annuncio ufficiale dell’acquisizione di Trussardi da parte del gruppo Miroglio (si veda qui il comunicato stampa).
Il Gruppo Miroglio, realtà internazionale con una forte identità italiana che opera nella filiera della moda femminile e del retail, ha infatti finalizzato l’acquisizione della fashion maison con il simbolo del levriero, nel contesto di un’operazione di ristrutturazione avviata dalla società milanese, sinora partecipata dall’omonima famiglia e controllata al 60% da QuattroR sgr, entrato nel capitale nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Trussardi entrerà a far parte del Gruppo Miroglio come brand indipendente, mantenendo la sede a Milano. Il perimetro dell’operazione include una rete di 15 punti vendita posizionati strategicamente in Italia, l’archivio storico e i diritti di licenza, che estendono la visibilità e l’influenza del marchio in svariati settori. Come atteso, l’operazione non include quindi Palazzo Trussardi di piazza della Scala a Milano, che sarà riconsegnato alla famiglia Trussardi che potrebbe decidere di darlo in affitto. Si dice già che LVMH si sia fatta avanti, ma l’idea della famiglia Trussardi potrebbe essere anche quella di far ritornare in loco un ristorante stellato, come era stato in passato, quando il palazzo aveva ospitato il Ristorante Trussardi by Giancarlo Perbellini (si veda qui Il Corriere della Sera).
Il gruppoTrussardi un anno fa aveva aperto la procedura di composizione negoziata della crisi (si veda altro articolo di BeBeez). L’accesso alla procedura era stato chiesto dopo che già due anni prima il fondo aveva proposto senza successo alle banche di vendergli a sconto i loro crediti (si veda altro articolo di BeBeez) e dopo che nel 2022 era stato avviato un piano di rilancio da 30 milioni di euro (si veda Verità&Affari). L’apertura della procedura di composizione della crisi era arrivata dopo le dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione e, in particolare, del presidente Francesco Conte, amministratore delegato di Quattro R, e dell’amministratore delegato Sebastian Suhl. Era stato quindi nominato chief restructuring officer, Angelo Rodolfi, partner della società bergamasca specializzata in ristrutturazioni aziendali 3XCapital
Il Gruppo Miroglio è stato assistito nell’operazione da Ranalli e Associati, BonelliErede e Studio Notarile Morone. Trussardi è stata assistita, oltre che dalla citata 3X Capital, da Chiomenti e KPMG.
L’impianto della proposta del gruppo Miroglio, presieduto da Giuseppe Miroglio e guidato dall’amministratore delegato Alberto Racca, 35 anni, ex McKinsey, prevede che Miroglio, a fronte di un aumento di capitale da 50 milioni, utilizzi quelle risorse per rimborsare in parte i creditori (per circa 10 milioni) e per rilanciare l’azienda.
La strategia del Gruppo Miroglio pone al centro la valorizzazione del marchio milanese, partendo dalle sue categorie distintive, e mira a evolverlo verso un’esperienza completa che valichi i confini della moda, offrendo prodotti e servizi che incarnino la sua essenza anche nel mondo del lifestyle. Trussardi adotterà una strategia di crescita multicanale, con particolare attenzione ai mercati chiave dell’Italia, dell’Est Europa e del Medio Oriente, dove il brand gode di una solida reputazione.
L’ad Alberto Racca ha commentato: “Siamo orgogliosi di annunciare l’acquisizione di Trussardi, un passo fondamentale nella nostra strategia di crescita e diversificazione di portafoglio. Trussardi, con il suo patrimonio unico e il forte appeal nel segmento premium, rappresenta un’icona dell’heritage italiano. Intendiamo valorizzare la combinazione di eleganza e versatilità che da sempre contraddistingue Trussardi in tutte le sue espressioni, con lo sguardo rivolto verso lo stile di vita e i valori del cliente contemporaneo. Inoltre, l’acquisizione ci permette di espandere strategicamente la presenza del nostro gruppo nei settori uomo e pelletteria, arricchendo e diversificando il nostro portafoglio”.
Miroglio ha chiuso il 2023 con un fatturato in crescita attorno ai 550 milioni di euro di ricavi e con un ebitda vicino al 10%, come anticipato dal presidente Giuseppe Miroglio, vicepresidente di Confindustria Cuneo, a fine ottobre durante l’evento Motore Italia Piemonte Langhe-Roero-Monferrato 2023. Il 2022, invece, si era chiuso con 498 milioni milioni di euro di ricavi, un ebitda di 14,3 milioni e un debito finanziario netto di 35 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 187 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).