di Alessandro Albano
Arriva in zona Cesarini il piano di salvataggio di Eurovita, il gruppo assicurativo vita controllato dal fondo Cinven e commissariato dall’IVASS a gennaio. A poche ore dalla scadenza, il Ministro dell’Impresa e del Made in Italy ha disposto l’amministrazione straordinaria e lo scioglimento degli organi di amministrazione e controllo della compagnia assicurativa e dell’omonima holding (si veda qui comunicato stampa). L’intervento del Mise arriva dopo la richiesta depositata qualche giorno fa dall’authority di vigilanza al ministero per l’avvio dell’istruttoria dell’amministrazione straordinaria della compagnia assicurativa (si veda altro articolo di BeBeez).
La gestione è stata affidata a Alessandro Santoliquido, che quindi resta commissario straordinario con Antonio Blandini nuovo presidente, mentre i comitati di sorveglianza per Eurovita e la holding su indicazione dell’IVASS saranno composti da Sandro Panizza e Monica Biccari.
Riguardo alle polizze, i 400 mila clienti di Eurovita dovranno aspettare ancora qualche mese per i riscatti, visto che il Mise ne ha prorogato la sospensione fino al prossimo 30 giugno. Mise, IVASS e management lavoreranno per rispettare la nuova scadenza, ma non sono ancora arrivate novità sul consorzio di banche e assicurazioni che con uno sforzo di capitale di 250/300 milioni di euro dovrebbero garantire la solvenza di Eurovita e i risparmi dei clienti.
Come già anticipato nelle scorse settimane (si veda altro articolo di BeBeez), si tratterebbe di una vera e propria soluzione di sistema che andrebbe a coinvolgere sia il comparto assicurativo, con importanti player italiani, sia alcuni nomi di banche che negli anni passati hanno offerto ai propri clienti le polizze Ramo I,II e II di Eurovita. Per le assicurazioni, si è parlato di gruppi come Unipol e Generali che, come Intesa Vita, che però già nei primi confronti con l’IVSS e l’ANIA hanno mostrato i propri dubbi per un’operazione che, anche in caso di riuscita, non offre molte garanzie soprattutto in termini di governance e di conti finanziari. L’ok delle assicurazioni di piccola e media dimensione è arrivato già nei primi tempi, mentre per quanto riguarda le banche sarebbero coinvolti quegli istituti esposti ai prodotti Eurovita come Fineco, Sparkasse e Credito Emiliano.
A dare una svolta ad una situazione che sembrava essersi arenata solo qualche giorno fa, sarebbero stati stati da una parte l’ok di Poste Italiane alla possibilità di rilevare una parte delle polizze della società assicurativa, mentre dall’altra la presa in carico del dossier da parte del nuovo direttore generale del Tesoro Roberto Barbieri Hermitte.
C’è però incertezza sul fondo che controlla Eurovita, Cinven, che dopo le richieste dell’IVASS ha iniettato 100 milioni di euro a fondo perduto nelle casse della società per la liquidità necessaria alle operazioni. Non è chiaro però quali siano le intenzioni e il ruolo del fondo in tutto questo, visto che a inizio gennaio la stessa Cinven è stata ad un passo dal cedere Eurovita alla cordata JC-Flower-Munich Re, un’operazione studiata con il vecchio cda che avrebbe salvato la compagnia assicurativa dal commissariamento e dalla crisi attuale.
Il contesto di Eurovita non è un fenomeno tutto italiano. Dalla Silicon Valley Bank americana al colosso svizzero Credit Suisse, la corsa ai prelievi è stata sull’orlo di scatenare una crisi finanziaria internazionale paragonabile per entità a quella del 2007/2008, e recuperata in extremis dagli interventi di banche centrali, regolatori ed entità private come nel caso di UBS che forzatamente ha accettato di rilevare il Credit Suisse per 3,24 miliardi di euro. Una situazione, questa, causata, in parte, dal repentino aumento dei tassi di interesse imposto da Fed, Bce, Bank of England e dalle altre grandi banche centrali che, per affrontare la tempesta scatenata dall’inflazione, hanno riportato i costi dei prestiti ai livelli pre 2008.
In un report sulla vicenda Eurovita antecedente i casi poc’anzi menzionati, Fitch Ratings ha rilevato che la situazione in cui versa la compagnia assicurativa “evidenzia i rischi che il rapido aumento dei tassi di interesse può comportare per gli assicuratori più deboli”. Se da una parte il rialzo del costo dei prestiti “è generalmente positivo per gli assicuratori del ramo vita”, dall’altra un aumento improvviso potrebbe portare “ad un aumento dei rimborsi anticipati”, con le società che si trovano così costrette “ad aumentare il capitale che devono detenere ai sensi di Solvency II (S2) per coprire il cosiddetto rischio di mass lapse”. Nel caso specifico di Eurovita, ha spiegato Fitch, “questo ha portato a una carenza di capitale, all’intervento dell’IVASS, e a un’iniezione di capitale di 100 milioni di euro da parte di Cinven” (si veda altro articolo di BeBeez)