Panini spa, società specializzata in soluzioni di acquisizione e trasformazione digitale di assegni, è passata nel portafoglio di Stoneweg, una società di investimento specializzata in real estate e basata a Ginevra, che, attraverso il veicolo Seta Holding sa, da un lato ha comprato per un euro l’intero capitale della società e dall’altro ha acquisito 27,6 milioni di euro lordi di crediti classificati come inadempienze probabili e detenuti da Mps Capital Services, AMCO e UBI Banca, oltre a tutti gli strumenti finanziari partecipativi (SFP) sempre dalle stesse banche.
L’operazione sul debito è stata comunicata nei giorni scorsi da Credito Fondiario, che è stato il partner istituzionale di Stoneweg e nel contesto dell’operazione ha assunto i ruoli di Master Servicer, Special Servicer, Corporate Servicer, Calculation Agent e Paying Agent della società veicolo di cartolarizzazione Amerina spv srl, che tecnicamente ha acquisito i crediti, li ha cartolarizzati e ha emesso le note poi sottoscritte da Seta Holding sa, veicolo che fa appunto capo a Stoneweg, attraverso il fondo Varia Investment Opportunities VIII (si veda qui il comunicato stampa e qui l’avviso in Gazzetta Ufficiale).
L’operazione ha quindi consentito all’investitore di semplificare la struttura finanziaria di Panini, avendo così essa la possibilità di destinare maggiori risorse al nuovo piano industriale per il suo rilancio. Nel piano industriale 2019-2023, che BeBeez ha potuto visionare, si riferisce che il gruppo aveva chiuso il 2018 con 36,9 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 5,6 milioni, una perdita netta di 3,1 milioni e un debito finanziario netto di 30,4 milioni, di cui appunto 27,6 milioni nei confronti delle banche. Il piano prevede di ridurre via via l’attività di Panini in quello che è stato sinora il suo core business e cioé quello della produzione e vendita degli scanner e di altri dispositivi per digitalizzare gli assegni e di entrare contestualmente nel nuovo mercato degli smart solutions services. Di conseguenza i ricavi e l’ebitda sono visti in calo nel 2020 e in recupero a partire dal 2021, una volta innescato il circolo virtuoso della nuova attività. Il 2019 si dovrebbe invece chiudere con ricavi in aumento a 39,5 milioni, un ebitda in calo a 5 milioni e un debito finanziario netto di 10,4 milioni, con quest’ultimo che risulterà ridotto di due terzi dal 2018 proprio a seguito dell’operazione strutturata con Amerina spv.
L’acquisto dei crediti (al prezzo di 10,1 milioni di euro, si legge nel Piano industriale) e degli SFP (al prezzo di un euro) da parte di Amerina spv risale a fine novembre 2019, quando le banche hanno venduto i crediti derivanti da un contratto di finanziamento a lungo termine concluso a ottobre 2008 a supporto del buyout condotto da J Hirsch, che allora aveva comprato il 65% del capitale della società, attraverso il fondo ILP III (si veda qui il comunicato stampa di allora). Quel contratto di finanziamento prevedeva un importo iniziale massimo di 74 milioni di euro, poi ridotto a 72 milioni, ed era sceso a fine novembre appunto a 27,6 milioni, oltre a interessi e spese maturate.
A quel punto Amerina spv, sempre a fine novembre 2019, ha concluso con Panini un accordo di risanamento relativo all’indebitamento finanziario di Panini ai sensi dell’articolo 67 della Legge Fallimentare, in base al quale le parti hanno previsto, tra l’altro, nuove modalità di rimborso dei crediti a favore di Amerina spv da parte di Panini e la rinuncia da parte di Amerina spv a tutti i 12,5 milioni di euro di SFP e, quindi, a tutti i diritti amministrativi e patrimoniali ad essi connessi.
Il debito di Panini era stato risanato sulla base dell’art.67 della Legge Fallimentare già nel 2014, quando K Finance aveva affiancato il gruppo nel ruolo di financial advisor e si era interfacciata con il pool di banche creditrici composto allora da MPS, UBI Banca e Banca Popolare di Vicenza (si veda qui il comunicato stampa di allora), con il credito vantato da quest’ultima che poi era stato ceduto ad AMCO nell’ambito xxx (si veda altro articolo di BeBeez). Al momento del risanamento del debito nel l’agosto 2014, 10 milioni di euro di debiti erano stati convertiti a SFP e assegnati alle banche. Tuttavia il gruppo ha quasi subito iniziato ad avere problema nel rispetto dei covenant del debito e nell’aprile 2016 altri 2,5 milioni di euro di debiti sono stati convertiti a SFP e assegnati alle banche, per un totale quindi che aveva raggiunto i 12,5 milioni. A fine 2016 le banche hanno concesso una lettera di waiver alla società, visto che non stata in grado di rispettare un’altra volta i covenant sul debito e successivamente le banche hanno chiesto alla società di dare incarico a un advisor che redigesse un nuovo piano industriale.
Fondata nel 1945 da Antonio Panini come società di distribuzione di macchine e attrezzature per ufficio, ha poi evoluto l’attività nell’offerta di soluzioni che migliorano l’efficienza nella gestione dei pagamenti cartacei. Oggi Panini offre soluzioni tecnologiche di acquisizione assegni che aiutano i clienti a realizzare appieno i vantaggi e le opportunità resi possibili dalla trasformazione digitale dell’assegno cartaceo. Ricordiamo, in particolare che dal gennaio 2018 è operativa la cosiddetta procedura Check Image Truncation (CIT) che consente agli intermediari di presentare al pagamento gli assegni in forma elettronica.