

Clessidra sgr ha annunciato ieri il primo closing a 320 milioni di euro del suo nuovo fondo dedicato agli investimenti in Utp corporate, battezzato Clessidra Restructuring Fund (CRF), con l’acquisizione di un portafoglio di crediti verso 14 aziende, che sono stati ceduti da 10 banche (si veda qui il comunicato stampa).
Il progetto era già annunciato nel settembre 2018 dall’ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, oggi vicepresidente esecutivo dell’sgr (si veda altro articolo di BeBeez) e che gestirà direttamente il nuovo insieme a Giovanni Bossi, ex amministratore delegato di Banca Ifis, così come già noto dallo scorso giugno (si veda altro articolo di BeBeez). Ghizzoni e Bossi saranno affiancati nella gestione, dal manager bancario Massimiliano Fossati (ex responsabile del risk management di Unicredit) e da Silvio Longari e Luca Marson.
Più nel dettaglio, il fondo si compone di due comparti dedicati rispettivamente alla componente crediti e alla componente nuova finanza. Il comparto crediti include posizioni cedute verso 14 aziende italiane che hanno in corso un processo di rilancio industriale e finanziario e fondamentali solidi e che cubano ricavi complessivi per circa 1,4 miliardi e un ebitda aggregato di circa 50 milioni.
Hanno contribuito al comparto crediti Amco (ex SGA), BancoBPM, Banca Cremasca e Mantovana, Banco Desio, Credito Padano, BNL, BPER, La Cassa di Ravenna, MPS, e UBI Banca. Le banche hanno sottoscritto in cambio quote del nuovo fondo, attuando così la derecognition del credito, liberando così capitale di vigilanza. Nel comparto nuova finanza, Clessidra ha raccolto, presso investitori istituzionali italiani, le risorse finanziarie che saranno utilizzate per contribuire al rilancio e allo sviluppo delle società in portafoglio.Una struttura, questa, che ricalca quella dei fondi Dea CCR di Dea Capital Alternative Funds sgr (si veda altro articolo di BeBeez) e dell’ultimo fondo di Pillarstone Italy dedicato al settore shipping (si veda altro articolo di BeBeez).
La nota diffusa ieri non dice nulla al riguardo, ma la holding di controllo di Clessidra sgr, Italmobiliare, dovrebbe aver svolto il ruolo di anchor investor. Clessidra è stata assistita dallo studio Pedersoli per gli aspetti legali, regolamentari e fiscali e da EY per le tematiche operative e di strutturazione del fondo. Le banche sono state assistite dallo studio Gatti Pavesi Bianchi per gli aspetti legali.
“A tre anni dall’ingresso di Italmobiliare in Clessidra, il fondo Clessidra Restructuring Fund rappresenta un importante passo nella diversificazione delle attività della società, storicamente focalizzata sul private equity. Tale iniziativa sottolinea l’approccio industriale che Italmobiliare persegue nello sviluppo delle proprie partecipate. Con l’avvio del fondo CRF, Clessidra amplia gli strumenti di intervento per favorire il rilancio, la crescita e la valorizzazione delle medie aziende italiane con fondamentali solidi”, ha commentato Carlo Pesenti, presidente di Clessidra sgr.
“Con il fondo CRF, vogliamo essere partner delle banche attraverso la massimizzazione del recovery rate dei crediti conferiti e strumento di crescita delle medie aziende in portafoglio grazie all’erogazione di risorse finanziarie dedicate al rilancio e allo sviluppo delle medesime”, ha detto Ghizzoni. “Il fondo CRF rappresenta una piattaforma unica per numero di aziende coinvolte e innovativa per il mercato perché propone simultaneamente un approccio multi-originator e multi-target. Il mercato si arricchisce di una nuova soluzione che potrà aiutare le aziende a svilupparsi al meglio”, ha concluso Bossi.