Il fondo di QuattroR sgr, la società di gestione specializzata in ristrutturazioni aziendali, partecipatata dalla Cassa depositi e prestiti e guidata da Francesco Conte, ha ottenuto l’esclusiva per trattare l’ingresso nel capitale di Burgo, lo storico gruppo cartario di Altavilla Vicentina. Lo riferisce Il Sole 24 Ore.
L’operazione dovrebbe avvenire tramite un aumento di capitale da circa 70 milioni di euro, in alleanza con la famiglia Marchi, che oggi controlla il gruppo con una quota del 50,59% e prevederebbe il rifinanziamento del debito per circa 500 milioni di euro.
L’esclusiva a trattare sarebbe stata concessa nelle ultime settimane, dopo le prime discussioni nel dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Malgrado l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, l’operazione (che vedrebbe come advisor Houlihan Lokey) sarebbe ormai in dirittura d’arrivo.
A oggi Burgo è controllata al 50,59% da Holding Gruppo Marchi spa (direttamente e tramite Palladio Group spa) e partecipata da Mediobanca (22,12%), Unicredit (3,83%) e da Allegro (Generali Financial Holdings) e Italmobiliare con l’11,68% ciascuno.
L’altro attore importante è Pillarstone Italy, che a fine 2015 aveva rilevato da Unicredit e Intesa Sanpaolo i loro strumenti partecipativi nel capitale di Burgo insieme ai crediti verso Orsero, Cuki, Lediberg, Manucor e Alfa Park, per un monte crediti complessivo di un miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Il passaggio dei crediti di Burgo in mano a Pillarstone arrivava a valle di un accordo di risanamento del debito ex art. 67 della Legge Fallimentare siglato a fine luglio 2015 dal gruppo cartario con le banche, dopo oltre un anno di trattative (si veda altro articolo di BeBeez). Allora erano stati convertiti in strumenti finanziari partecipativi 200 milioni euro di debiti a medio e lungo termine. Gli strumenti finanziari partecipativi erano stati sottoscritti da Mediobanca, Unicredit, Intesa Sanpaolo e l’allora Banco Popolare. A seguito della conversione, Burgo aveva ridotto il suo indebitamento da circa 900 milioni di euro a 690 milioni.
Il bilancio 2018 di Burgo si era chiuso con ricavi e proventi operativi per 1,883 miliardi di euro, in calo dai 2 miliardi del 2017, perché in quell’anno il gruppo aveva ceduto il ramo d’azienda di Burgo Energia relativo alle attività di vendita di energia e gas, in quanto considerato non più strategico. L’ebitda 2018 era stato di 137 milioni (+3,8% da 132 milioni del 2017) e l’indebitamento finanziario netto è sceso a 487 milioni dai 535 milioni di euro di fine 2017. A proposito di debito, la nota diffusa nel maggio 2019 da Burgo sui dati di bilancio ricordava che il 12 marzo 2019 il gruppo ha sottoscritto un aggiornamento degli accordi in essere con gli istituti di credito relativamente alle linee di breve termine. Il nuovo accordo prevede linee di credito a breve per totali 200 milioni a scadenza 31 marzo 2022.
La stessa nota annunciava anche che il gruppo aveva avviato investimenti legati alla riconversione della Linea 9 dello stabilimento di Verzuolo (Cuneo) da produzione di carte grafiche a containerboard, al miglioramento dell’efficienza energetica e alla capacità produttiva della produzione di cellulosa da parte del gruppo. Mentre nell’aprile 2018 era stata avviata la produzione di carta per containerboard nello stabilimento di Avezzano a seguito del progetto di riconversione.
Ricordiamo che QuattroR nel dicembre 2017 ha rilevato il 49% di Fagioli spa, con un accordo per salire fino al 60% (si veda altro articolo di BeBeez) e nel febbraio 2019 ha acquistato il 62% del Gruppo Ceramiche Ricchetti spa (si veda altro articolo di BeBeez) e il 60% di Trussardi (si veda altro articolo di BeBeez).