Il fondo statunitense Carlyle si prepara a escutere il pegno sulle azioni di Pro-Gest, tra i principali gruppi di carta e cartone in Italia, in crisi di liquidità da prima della pandemia (si veda altro articolo di BeBeez). Nel caso in cui non dovesse infatti trovarsi a breve una soluzione al default sul debito da 450 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), partito con il mancato pagamento il 15 giugno scorso degli interessi del bond da 250 milioni con scadenza 2024 e tasso del 3,25% (si veda qui il comunicato stampa), la famiglia Zago dovrà inevitabilmente farsi da parte e dare spazio al colosso Usa sia nella Zago Holding, finora controllata al 100%, sia nelle controllate Cartitalia (che ha emesso un bond da 75 milioni con scadenza 2025), Cartiere Villa Lagarina (che ha messo un bond da 90 milioni con scadenza 2025) e Tolentino (che ha emesso un bond da 35 milioni con scadenza 2025), di cui Carlyle è il principale creditore (si veda altro articolo di BeBeez). È quanto risulta a BeBeez, dopo che le banche hanno ritirato gli affidamenti al gruppo cartario veneto, tra cui Unicredit, Intesa Sanpaolo e Sparkasse.
Che questa possa essere la strada da seguire, ne è stato convinto d’altronde fin da subito anche il gruppo di Ospedaletto d’Istrana (Treviso) che, parlando di “colloqui in corso tra Pro-Gest e i propri principali creditori finanziari”, ha espressamente dichiarato di voler “finalizzare un piano di rimodulazione della struttura del capitale del gruppo”.
Il tempo stringe e il nuovo chief restructuring officer Angelo Rodolfi (si veda qui il comunicato stampa) è alle prese con una difficile situazione da gestire, dopo l’addio del predecessore Sergio Iasi, insediatosi alla fine di febbraio (si veda altro articolo di BeBeez). A seguito del mancato pagamento degli interessi Standard & Poor’s prima e Moody’s poi hanno rivisto al ribasso il rating, ipotizzando il default. In particolare, S&P’s ha comunicato il downgrade a “SD” (da CCC) del long term corporate credit rating e il downgrade a “D” da (CCC-) del rating dei bond da 250 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Moody’s ha aggiunto la designazione limited default “/LD” al probability of default rating (PDR) della società, modificandolo in “Ca-PD/LD” (da Ca-PD), e ha confermato il long term corporate family rating (CFR) a “Caa3” e il rating “Ca” per il prestito obbligazionario da 250 milioni, confermato inoltre l’outlook negativo assegnato lo scorso mese di novembre (si veda qui il comunicato stampa).
Gli ultimi dati di bilancio disponibili sono quelli dei primi nove mesi del 2023, quando il valore della produzione era pari a 455,6 milioni di euro, in calo del 31,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, l’ebitda a 55,8 milioni (meno 46%) e l’indebitamento finanziario netto a 550,2 milioni (dai 504 milioni precedenti), di cui 118,9 milioni verso le banche (si veda qui il resoconto intermedio sulla gestione).
Il gruppo a giugno ha registrato un fatturato totale oltre il 10% superiore rispetto al business plan, con un fatturato progressivo in crescita del 4% rispetto alle previsioni nel primo semestre, e ha evidenziato “la ripresa della capacità produttiva con valori in crescita soprattutto nelle cartiere, sia lato tissue che nella carta da ondulatori”.
“Da inizio anno tutte le business units stanno lavorando con un trend positivo rispetto allo stesso periodo del 2023 e tutti gli stabilimenti del gruppo Pro-Gest stanno producendo regolarmente con un portafoglio ordini in lenta ripresa”, ha commentato l’amministratore delegato Francesco Zago, figlio del patron Bruno, che quest’anno ha fatto un passo indietro a favore del ceo e dei suoi altri tre figli, restando presidente onorario.
Inoltre in Italia, secondo produttore europeo di carta e cartone dietro la Germania, nei primi quattro mesi del 2024 si è registrata una ripresa del 7,9% nella produzione di carta, nonostante le cartiere stiano girando circa all’80% della capacità produttiva a causa della domanda ancora debole, ha spiegato il gruppo, precisando un leggero recupero del 2% per le carte da packaging e del 6,4% per quelle per usi igienico-sanitari. “Le cartiere del gruppo Pro-Gest sovra performano rispetto al mercato italiano e al business plan, sebbene i prezzi di vendita non abbiano al momento raggiunto livelli tali da garantire un’adeguata redditività”, ha aggiunto Pro-Gest.
Il gruppo ha poi fornito ulteriori elementi. La crescita evidenzia infatti come il settore stia iniziando a beneficiare dell’aumento cautamente positivo della domanda e dei volumi di produzione in lenta ripresa a livello europeo. Tra le altre business units di Pro-Gest, il settore del packaging, fortemente influenzato dai consumi, tende poi ad adeguare i prezzi con maggiore lentezza e fa registrare valori in linea al business plan da inizio anno. E, ancora, nel comparto del take away, l’aumento dei volumi rispetto al 2023 è stato significativo solo a partire dal mese di maggio, con la previsione di una ripresa più concreta nella seconda metà dell’anno. In questo scenario di mercato, che mostra qualche primo segnale di ripresa del settore, Pro-Gest si pone infine come obiettivo il continuo impegno per soddisfare la crescente domanda di mercato, mantenendo alti standard di qualità e sostenibilità.
Pro-Gest è l’unico gruppo italiano a gestione familiare integrato verticalmente, che offre una gamma completa di prodotti realizzati in ventotto stabilimenti, in cui lavorano 1.086 addetti: dal riciclo della carta da macero fino alla produzione di prodotti per imballaggio in cartone ondulato.
Tra i creditori di Pro-Gest ci sono anche DWS Invest, Cheyne Capital (si veda qui Bloomberg), I Shares Plc, Multi Manager Access, Jp Morgan e Mediolanum. Ricordiamo che in passato si era parlato anche di un avvicinamento da parte del fondo Pillarstone.