Il Tribunale di Bologna ha bocciato nuovamente il piano di Ad Hoc Group (AHG), il gruppo di fondi composto da Carlyle e dai suoi coinvestitori Man GLG e Stellex Capital per Officine Maccaferri, che a inizio dicembre ha vinto l’asta indetta dallo stesso Tribunale di Bologna per rilevare il 100% di Officine Maccaferri, attualmente in concordato preventivo con riserva (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scrive il Corriere di Bologna, precisando che i giudici bolognesi hanno contestato il prestito ponte da 40 milioni che avrebbe dovuto garantire la continuità aziendale di Officine Maccaferri. Il tribunale ha infatti sottolineato: una serie di costi occulti; la presenza di contratti collaterali con rimandi al diritto inglese; garanzie su altre società del Gruppo Maccaferri che non possono essere concesse; potenziali conflitti di interesse che danneggerebbero gli altri creditori. Sul fronte dei creditori, il piano depositato prevede “il pagamento integrale di tutte le obbligazioni prededucibili; il pagamento integrale ed entro 6 mesi dall’omologazione dei creditori muniti di privilegio; infine i creditori chirografari saranno divisi in 5 classi con percentuali di soddisfacimento differenti in base alla natura del loro credito e pagati nell’arco del piano”. Lo stop del tribunale ora mette a rischio il futuro di Officine Maccaferri.
E’ la seconda volta che il Tribunale di Bologna rimanda al mittente il piano dei fondi. Ricordiamo, infatti, che lo scorso maggio l’azienda aveva depositato presso il Tribunale di Bologna la richiesta di concordato preventivo con riserva, dopo aver sottoscritto un accordo quadro di ristrutturazione con gli investitori di Ad Hoc Group (si veda altro articolo di BeBeez). Questi ultimi avevano presentato un piano di ristrutturazione di Officine Maccaferri che prevedeva l’erogazione di nuova finanza prededucibile per 60 milioni da parte del fondo e dei e suoi coinvestitori a favore di Officine Maccaferri. Il piano però non era piaciuto al Tribunale di Bologna, che aveva chiesto così delle modifiche (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo le indiscrezioni, Officine Maccaferri avrebbe consegnato a inizio agosto un nuovo piano, ma poi a inizio settembre il gruppo francese Vinci aveva presentato a sorpresa un’offerta al Tribunale di Bologna (si veda altro articolo di BeBeez), così AHG aveva rilanciato con una nuova offerta per rilevare tutto il gruppo, acquistando direttamente tutte le azioni in portafoglio alla holding Seci. E aveva poi vinto l’asta indetta dal Tribunale. Ora, però, senza la finanza d’urgenza il gruppo rischia il crack.
Intanto il gruppo si asset management americano Muzinich ha inviato nelle scorse settimane una lettera d’intenti per l’acquisizione di Sampsistemi, società in concordato del Gruppo Maccaferri che era in asta ieri 22 dicembre. La capogruppo Samp ha chiesto un incontro con i commissari per ottenere dal Tribunale una proroga per trovare l’intesa con la società americana ed evitare il fallimento (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta del gruppo americano specializzato in credito e private debt arriva dopo un’altra lettera, spedita nel luglio 2020 ai vertici di Samp e della controllante Seci, holding del gruppo Maccaferri (si veda altro articolo di BeBeez). La lettera, visionata da BeBeez, chiedeva il risarcimento danni da 35 milioni di euro in relazione a una garanzia a prima richiesta rilasciata da Seci e Samp nel 2014 a favore della Bei per un finanziamento erogato a Seci dalla stessa Bei. Garanzia di cui Muzinich non era a conoscenza quando nel 2018 aveva sottoscritto dei bond di Samp e che è stata poi escussa nel 2019.