Exprivia, società di telecomunicazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana, torna sui sui passi sulla controllata Italtel, in procedura di concordato in bianco dalla scorsa primavera e in attesa di depositare al Tribunale di Milano la domanda definitiva di concordato preventivo o la domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti il prossimo 5 febbraio 2021, grazie all’ultima di una serie di proroghe concesse dallo stesso Tribunale (si veda qui altro articolo di BeBeez). Con una nota diffusa ieri in tarda serata, infatti, Exprivia ha annunciato che presenterà “un’offerta vincolante e irrevocabile a supporto di una proposta di concordato in continuità di Italtel” (si veda qui il comunicato stampa).
Exprivia, che attualmente controlla Italtel all’81%, affiancata da Cisco al 19%, lo scorso luglio aveva fatto un passo indietro, riservandosi di monitorare gli sviluppi della vicenda relativa alla propria controllata e di valutare tutte le opzioni coerenti con i propri interessi (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel frattempo, Italtel era entrata in trattative con Psc Partecipazioni, che potrebbe essere sostenuta nell’operazione da Tim (si veda altro articolo di BeBeez). Il consiglio di amministrazione di Italtel aveva infatti accettato nel settembre scorso l’offerta di Psc (si veda altro articolo di BeBeez). Ma dallo scorso giugno c’è anche un terzo attore importante nella partita: Pillarstone Italy, che lo scorso giugno ha comprato buona parte del credito di Unicredit nei confronti di Italtel (si veda altro articolo di BeBeez), come parte del pacchetto di crediti corporate Utp che un gruppo di banche ha trasferito al nuovo fondo RSCT Fund con dotazione di 600 milioni di euro e gestito da Davy Global Fund Management (si veda altro articolo di BeBeez). Pillarstone controlla Sirti, società leader nel mercato delle infrastrutture tecnologiche, che potrebbe quindi essere la società deputata a integrare Italtel. considerato che potrebbe essere utilizzata da Pillarstone Italy come piattaforma di consolidamento del settore (si veda altro articolo di BeBeez).
Ciò detto, nella nota diffusa ieri, Exprivia ha spiegato di essere “tuttora convinta della validità del progetto di integrazione dei due gruppi tecnologici, attraverso l’unione delle competenze nell’Information Technology di Exprivia e la consolidata esperienza nelle tlc di Italtel. Inoltre, è convinzione del Consiglio di Amministrazione di Exprivia che vi sia oggi una rinnovata spinta a progetti infrastrutturali rilevanti per Italtel e ritiene pertanto che sia nell’interesse di Exprivia valutare ulteriori investimenti a salvaguardia del valore aziendale di Italtel”.
Nel dettaglio, l’offerta vincolante e irrevocabile di Exprivia per Italtel prevede un intervento mediante: (i) l’impegno a sottoscrivere un aumento di capitale riservato di Italtel per 20 milioni di euro; (ii) la messa a disposizione di risorse finanziarie per circa 13 milioni di euro a titolo di crediti fiscali IVA e IRES derivanti dal consolidato fiscale di gruppo in arco piano; (iii) un’opzione put, da esecitarsi dopo il 2023 e pagabile a scelta di Exprivia per cassa o con azioni proprie di Exprivia già in portafoglio, concessa ai creditori strategici che consentirebbe loro di recuperare una parte del credito oggetto di stralcio (fino al 15%). All’esito dell’omologa, la partecipazione di Exprivia al capitale sociale di Italtel resterebbe pari all’88% del capitale sociale di Italtel.
A proposito di creditori, la nota sottolinea anche Exprivia “è attualmente in contatto con il principale creditore finanziario di Italtel, Davy Capital Fund Management Limited, quale società di gestione del fondo d’investimento RSCT Fund, di cui Pillarstone Italy spa è l’investment advisor, il quale ha manifestato valutazione favorevole sulla proposta di concordato supportata da Exprivia“.
Domenico Favuzzi, presidente e amministratore delegato di Exprivia, ha commentato: “Eravamo e siamo convinti ancora oggi che un progetto che integri le competenze nell’Information Technology di Exprivia e la consolidata esperienza nelle tlc di Italtel, possa generare un soggetto industriale forte e determinato ad avere un ruolo importante per accelerare il processo di trasformazione digitale del Paese. Il nostro progetto porta Italtel a sviluppare le competenze più innovative verso quei settori di mercato dove il digitale sta mostrando di generare maggior valore e siamo certi che i grandi clienti e i partner di Italtel, primi fra tutti Cisco e TIM, vorranno aderire a questo piano, in grado di esaltare e valorizzare al meglio le competenze aziendali attuali e quelle future del personale di Italtel”.
Exprivia, al netto della controllata Italtel ha chiuso il terzo trimestre 2020 con ricavi per 119,8 milioni di euro (contro i 118,8 milioni dello stesso periodo del 2019), un ebitda di 14,3 milioni (11,3 milioni nel 2019), un utile ante-imposte raddoppiato a 7 milioni e una posizione finanziaria netta di 49,6 milioni (contro i 43,9 milioni di fine 2019). Italtel ha invece chiuso il trimestre con conti in peggioramento: ricavi per 174,9 mila euro (rispetto ai 255,2 milioni dello stesso periodo del 2019), un mol negativo di 4,8 milioni (contro i 7,7 milioni del 2019) e una posizione finanziaria netta in miglioramento da 182,5 a 173,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Italtel è attiva dal 1921 nella progettazione, sviluppo e realizzazione di prodotti e soluzioni software per le telecomunicazioni. Oltre che in Italia, Italtel opera all’estero in Francia, Belgio, Germania, Spagna, Polonia, UK, Usa e in America Latina (Argentina, Brasile, Colombia, Perù, Ecuador). Exprivia aveva comprato l’81% di Italtel nel dicembre 2017 nel contesto della ricapitalizzazione della società per un totale di 113,8 milioni di euro, nell’ambito dell’accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge fallimentare, con il restante 19% che era rimasto in capo a Cisco (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima di quest’ultimo accordo di ristrutturazione del debito, il capitale di Italtel era posseduto da Clayton, Dubilier & Rice (48,77%), Telecom Italia Finance (19,37%), Cisco (18,40%), Capita Trustees Limited (10,81%) e Cordusio Fiduciaria (2,65%). Inoltre, Cisco possedeva il 32,67% degli strumenti partecipativi convertibili in azioni, emessi a valle di un precedente accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge fallimentare omologato dal Tribunale di Milano nel febbraio 2013 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre il resto degli strumenti partecipativi faceva capo a Telecom Italia (2,94%) e per il 64,3% alle banche finanziatrici (con Unicredit al 34,3%, Ge Capital Interbanca al 17,65%, Bpm al 9,46% e a Banco Popolare e CentroBanca e Banco di Brescia allo 0,96% ciascuno).