Mentre si avvicina la data del 29 settembre, fissata dal Tribunale di Milano per l’adunanza dei creditori dinanzi al giudice delegato in occasione dell’ammissione di Italtel alla procedura di concordato preventivo, lo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez), emergono nuovi dettagli sul piano messo a punto dalla società per il rilancio. Piano che, secondo quanto riferito nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore, ora vedrebbe coivolta anche Clessidra Capital Credit sgr, attraverso il suo fondo dedicato all’acquisto di UTP dalle banche, oltre che come già noto il gruppo PSC e TIM. Senza dimenticare che già lo scorso anno Pillarstone Italy a sua volta aveva acquistato da Unicredit il suo credito verso Italtel (si veda altro articolo di BeBeez).
Più nel dettaglio, il fondo sarebbe in trattativa per acquisire crediti da Banco BPM, Banca Ifis e UBI Banca (ora gruppo Intesa Sanpaolo) per un controvalore nominale di circa 60 milioni.
Peraltro per il Clessidra Restructuring Fund si tratterebbe di un rientro sul deal, visto che già nel maggio 2020 la controllante di Italtel, Exprivia, società di telecomunicazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana, aveva annunciato che era stata sciolta l’esclusiva concessa a un primario fondo attivo nel segmento della ristrutturazione del debito nell’ambito del piano di ristrutturazione e rilancio della controllata Italtel (si veda altro articolo di BeBeez) e che si diceva che quel fondo fosse proprio quello di Clessidra.
A questo punto Clessidra diventa un protagonista importante del piano di rilancio di Italtel, che infatti dovrà essere modificato e approvato nella nuova versione dal Consiglio di amministrazione della società e poi depositato in Tribunale, in tempo per l’appuntamento del 29.
Ricordiamo che la società aveva depositato al Tribunale il 5 febbraio la domanda di ammissione della proposta concordataria (si veda altro articolo di BeBeez) sulla base del piano industriale asseverato dallo Studio Spada (si veda altro articolo di BeBeez) e che appunto il Tribunale con decreto dell’11 marzo aveva poi ammesso Italtel alla procedura di concordato preventivo.
Il Consiglio di amministrazione di Italtel, riunitosi il 31 dicembre 2020, aveva deliberato di accettare l’offerta vincolante di PSC Partecipazioni spa a supporto di una proposta di concordato. Lo aveva comunicato la controllante Exprivia, che alla vigilia di Natale aveva a sua volta aveva annunciato che avrebbe presentato un’offerta vincolante e irrevocabile a supporto di una proposta di concordato in continuità di Italtel (si veda altro articolo di BeBeez). Il Cda di Italtel, però, composto da 7 membri, di cui 3 di emanazione di Exprivia, altri 3 emanazione del management più un consigliere indipendente (il presidente Claudio Calabi), aveva deciso in maniera indipendente che l’offerta migliore era appunto quella di PSC.
La proposta concordataria si configura come un’assunzione e quindi con PSC che assumerà tutte le attività e tutte le passività di Italtel, sulla base di precisi accordi di stralcio del debito. Per approvare questo tipo di struttura non è stato quindi necessario deliberare un aumento di capitale per Italtel e quindi la decisione non è passata al vaglio degli azionisti Exprivia (81%) e Cisco (19%), ma solo del Cda.
Ricordiamo che in base al piano concordatario depositato a febbraio, PSC ha messo sul piatto una cifra complessiva di 44 milioni di euro per il salvataggio e per il rilancio di Italtel, con il supporto di un pool di banche, guidato da Unicredit, che successivamente all’assunzione, metterà a disposizione linee per 30 milioni di euro. Di 44 milioni complessivi, 9 milioni saranno investiti da TIM per il 20- 25% del capitale di Italtel. I due azionisti attuali, quindi, usciranno di scena, ma Cisco resterà come fornitore privilegiato.
Ora, invece, l’entrata in scena di Clessidra potrebbe modificare il quadro, visto che il fondo, una volta acquisiti i crediti, li convertirebbe subito a capitale per una quota pari a circa il 20% e quindi equivalente a quella che avrà TIM.
Italtel, gruppo attivo nell’ICT, fornisce soluzioni per le reti, i data center, la collaborazione aziendale, la sicurezza digitale, l’internet delle cose. Le soluzioni si compongono di prodotti propri e di terzi, servizi gestiti, servizi di ingegneria e consulenza. Il mercato di riferimento di Italtel è costituito da service provider, imprese pubbliche e private, con un focus specifico su mercati verticali quali Energia, Sanità, Industria, Difesa, Finanza e Smart Cities. Italtel ha headquarter e attività di R&S in Italia e sedi estere in 13 paesi. A Settimo Milanese (Milano), Italtel dispone di oltre 3.000 mq di test plant. I laboratori di Ricerca e Sviluppo sono a Settimo Milanese e Carini (Palermo), mentre a Roma l’azienda è presente con uffici commerciali.