“È un po’ complicato pensare a qualcuno che entri e chieda alle banche il sacrificio, per avere poi il beneficio”. Lo ha detto ieri il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna a margine dell’evento di Anthilia Capital Partners sgr (si veda altro articolo di BeBeez), rispondendo a una domanda sull’offerta del fondo Apollo per Carige. Sulla quale ha aggiunto:”Non sono nel Fondo Interbancario, ho letto le dichiarazioni del presidente, Salvatore Maccarone, mi sembra che non si sappia nemmeno chi sia il fondo. Guarderemo un po’ ma la proposta di business combination avanzata mi sembra abbastanza indefinita. Tant’è che non si è presa nemmeno l’ipotesi in considerazione”. E ha concluso: “Vediamo come si materializzano le potenziali offerte Tanti ci stanno lavorando seriamente, esamineremo le cose quando saranno pronte”, chiarendo che l’ipotesi del passaggio del bond Carige sottoscritto dallo Schema Volontario del Fondo di tutela dei depositi sotto il cappello del Fitd obbligatorio, avanzata nei giorni scorsi dalla stampa, non è stata ancora analizzata: “Non è un’ipotesi che a quanto ne so è stata esaminata”.
Insomma, ancora una volta il salvataggio del gruppo bancario ligure sembra in alto mare, dopo il fallimento della trattativa con Blackrock. Le altre possibili controparti, oltre ad Apollo, sarebbero Warburg Pincus e Varde (si veda altro articolo di BeBeez).
Il progetto sul quale stava lavorando Blackrock, prima di fare dietrofront, prevedeva che lo Schema Volontario del Fondo di tutela dei depositi convertisse a capitale i 320 milioni di bond subordinati Tier 2 sottoscritti dallo Schema nel 2018, come primo passo per arrivare alla prospettata ricapitalizzazione da 720 milioni di euro. Successivamente, infatti, Blackrock e altri coinvestitori avrebbero sottoscritto il resto dell’aumento di capitale, coinvolgendo anche la famiglia Malacalza, che attualmente possiede il 27,8% della banca e che si sarebbe potuta impegnare per 70-80 milioni. A valle dell’operazione, i fondi di BlackRock e dei coinvestitori avrebbero avuto il 45%, lo Schema Volontario il 35%, i Malacalza il 10% e il restante 10% sarebbe stato flottante.
Si dice che Apollo abbia invece proposto un aumento di capitale in due fasi per un totale di circa 500 milioni di euro. Anche in questo caso verrebbe chiesto alle banche di convertire il bond sottoscritto tramite lo Schema, ma poi l’intervento di Apollo si concretizzerebbe soltanto se nell’arco di qualche mese la situazione avrà dato concreti segnali di miglioramento. In quel caso Apollo rileverebbe la banca a un prezzo simbolico e a inietterebbe altri 100-150 milioni per il rilancio.