Marelli, il gruppo nato nel 2019 dall’integrazione tra Magneti Marelli, storica azienda italiana della componentistica auto, e la giapponese Calsonic Kansei, entrambe in portafoglio a KKR, ha chiesto aiuto a Nissan Motors, perché acquisti parte del magazzino e si impegni con nuovi ordini, e a Mizuho Bank e ad altri finanziatori perché allunghi il periodo di grazia relativo ai pagamenti del debito in essere. Il gruppo ha infatti pagamenti in scadenza per decine di miliardi di yen il prossimo marzo, ma sta trovando difficoltà a reperire i fondi. Lo ha scritto ieri Nikkei Asia.
Ricordiamo che l’intero gruppo Marelli impiega circa 58 mila persone e opera con 170 impianti in tutto il mondo e centri di Ricerca e Sviluppo in Asia, America, Europa e Africa. La pandemia ha però creato parecchi problemi e tre mesi fa è iniziato un processo di ristrutturazione della società che prevede tagli di oltre 3 mila posti di lavoro e la chiusura di alcune sedi. Potrebbero essere interessati gli impianti in Giappone, Italia e Francia (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso gennaio, proprio per implementare questo piano di ristrutturazione, è stato nominato ceo David Slump, che vanta un’esperienza trentennale nel settore, in sostituzione di Beda Bolzenius, che ha lasciato il suo ruolo di presidente e ceo dopo quattro anni (si veda altro articolo di BeBeez).
Il perimetro di Marelli conta oggi 170 fra stabilimenti e centri di Ricerca e Sviluppo in Asia, America, Europa e Africa e un fatturato di 10,4 miliardi di euro nel 2020. Tuttavia il debito che grava su Marelli è di dimensioni quasi altrettanto importanti: 1,1 trilioni di yen, cioé 9,5 miliardi di dollari, distribuiti tra Mizuho e una trentina di altre istituzioni finanziarie tra cui Sumitomo Mitsui Banking Corp.
Secondo Teikoku Databank, Marelli ha chiuso il bilancio 2020 con una perdita netta di 28,2 miliardi di yen (circa 250 milioni di dollari) e avrebbe chiuso il 2021 con un’ulteriore perdita nell’ordine delle decine miliardi di yen, con il 2021 che sarebbe il quarto anno consecutivo di perdite.
KKR aveva rilevato Magneti Marelli dall’allora FCA (oggi Stellantis) nell’ottobre 2018 tramite la controllata giapponese Calsonic Kansei (acquisita nel 2017 da Nissan Motor Co e altri azionisti per circa 4,5 miliardi di dollari), al prezzo record di 6,2 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver ritoccato al rialzo l’offerta iniziale, inferiore ai 5 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). KKR aveva battuto le offerte di altri grandi fondi internazionali, come Bain Capital, Apollo Global Management, Cinven e Carlyle (si veda altro articolo di BeBeez). Magneti Marelli e Calsonic Kansei sono poi state fuse e operano dal maggio 2019 sotto l’unico brand Marelli (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Ricordiamo che Magneti Marelli, fondata nel 1919 a Sesto San Giovanni (Milano) come FIMM (Fabbrica Italiana Magneti Marelli) da Ercole Marelli, ha sede a Corbetta (Milano), conta oltre 600 dipendenti e più di 4.000 officine in tutto il mondo. L’azienda detiene i marchi Marelli (tra i maggiori fornitori a livello mondiale nel settore auto); Automotive Lighting (dedicata allo sviluppo, produzione e vendita di illuminotecnica per auto) e Cofap (filiale brasiliana dell’aftermarket).