Con un investimento da 50 milioni di euro, eCampus è pronto a salvare la Link Campus University. Lo ha detto a La Verità il presidente di eCampus, Francesco Polidori.
La Link University, fondata e presieduta da Vincenzo Scotti, ex ministro democristiano dell’Interno, aveva depositato presso il Tribunale di Roma istanza di concordato in bianco lo scorso ottobre 2019, dopo che l’Agenzia delle Entrate ne aveva chiesto il fallimento per tasse non pagate per un 1,2 milioni di euro. Nelle ultime settimane, poi, la questione ha preso risvolti peggiori. Secondo quanto emerso dalle indagini del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Gdf di Roma con il coordinamento del procuratore aggiunto Stefano Pesci, la Link e il Consortium for Reasearch on intelligence and security services avrebbero simulato, in tutto o in parte l’esecuzione di progetti di ricerca e sviluppo maturando così inesistenti crediti di imposta, utilizzati poi in compensazione in occasione del versamento delle imposte da loro dovute, il tutto per un totale di circa 15 milioni di euro di credito di imposta (si veda qui Il Giornale). Tutto questo dopo che l’università era già finita nel mirino della magistratura sia per il caso Russiagate sia per lo scandalo delle lauree facili, per il quale sono state indagate 71 persone, compresi i vertici dell’Ateneo.
In questi giorni eCampus ha in corso la due diligence sulla Link con l’obiettivo è ripianare il debito in 5 anni e l’impegno a sostituire il presidente e tutti gli organi di governance. “La scelta di intervenire in favore della Link Campus University è stata abbastanza naturale, in quanto sono stato fra i fondatori dell’Ateneo e poi per scelte strategiche le strade si sono separate. Ma il motivo alla base del progetto è rimasto condivisio nelle sue motivazioni originarie: creare un Ateneo prestigioso rivolto a studenti che perseguano l’eccellenza e il successo anche in una prospettiva internazionale”, ha commentato Polidori a La Verità.
Francesco Polidori è anche fondatore di CEPU, Scuola Radio Elettra e Accademia del Lusso. E da parte sua ha a sua volta alle spalle una storia aziendale non proprio cristallina (si veda qui La VocedelleVoci e qui La Repubblica).