I creditori hanno approvato nei giorni scorsi la richiesta di concordato in continuità presentata da CMS spa, storico gruppo con sede a Marano sul Panaro (Modena) specializzato nelle lavorazioni meccaniche di precisione per conto terzi, con clienti che vanno da Tetra Pak ad Alstom, ed è attesa ora a breve l’omologa del Tribunale di Modena (scarica qui il comunicato stampa).
Nato nel 1975, il gruppo Cms ha avuto una crescita costante che gli ha consentito nel 2013 di superare i 100 milioni di euro di fatturato. Nel 2014 l’azienda modenese ha però subito una forte riduzione del fatturato dovuta principalmente alla contrazione del mercato di riferimento, avvenuta contestualmente al rilevante investimento realizzato per lo stabilimento in Cina che ha aumentato in maniera importante il livello di indebitamento complessivo. Per far fronte a questa situazione di crisi Cms nell’aprile 2017 ha presentato una domanda di concordato in continuità.
Il gruppo ha chiuso il 2017 con 45 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 2,5 milioni. Il debito oggetto del concordato era di 42 milioni di euro, di cui 21 milioni in capo alle banche (3 milioni ipotecario e 18 milioni unsecured), 14 milioni in capo ai fornitori e 7 milioni di debito privilegiato.
La proposta di concordato è stata approvata a larghissima maggioranza in questi giorni dai creditori con una percentuale complessiva superiore al 78% e con una votazione favorevole da parte dei fornitori di oltre il 98%.
La procedura di concordato consentirà di pagare integralmente tutti i creditori privilegiati e di dare ai creditori chirografari, suddivisi in classi, un indennizzo medio del 30%, sino al 40% per i fornitori strategici, pagato in 4 anni, a partire già dall’anno in corso. Il concordato prevede, inoltre, un piano di investimenti necessari per mantenere i livelli di qualità e di competitività richiesti dal mercato e a supporto dei piani di sviluppo dei principali clienti.
Al termine del concordato, quindi, il gruppo si troverà soltanto con 23 milioni di euro di debito, di cui 4,4 milioni di debito chirografario verso le banche e 3 milioni di debito ipotecario (per un totale di 7,4 milioni verso le banche), 4,7 milioni di debito verso i fornitori e 10 milioni di debito privilegiato e prededuzione. Quanto al capitale, è rimasto invariato in capo ai soci pre-concordato, con la famiglia Salda che mantiene la maggioranza.
L’operazione è stata strutturata sul piano finanziario, industriale e legale per il gruppo CMS dallo Studio Rinaldi, Global Strategy e lo Studio Tullio&Partners.