Via libera del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, alla vendita per 8 milioni di euro del ramo d’azienda di Termini Imerese di Blutec spa in amministrazione straordinaria dal 2019 (si veda qui il portale dei creditori) a Pelligra Italia Holding srl, partecipata italiana dell’impresa australiana Pelligra Australia PTY ltd, che opera nel settore dello sviluppo immobiliare commerciale, industriale e residenziale e che fa capo all’imprenditore italo-australiano Ross Pelligra, proprietario del Catania Calcio e neo patron del club australiano New Perth (si veda qui il comunicato stampa).
“Il piano di Pelligra Holding Italia srl, comparato alle altre offerte ricevute (cinque in tutto), è risultato l’unico pienamente rispondente alla disciplina di gara, con una offerta di 8 milioni di euro e la previsione dell’assunzione di almeno 350 dipendenti ex Blutec, attualmente in cassa integrazione, con garanzia di impiego per i prossimi ventiquattro mesi”, si legge nella nota.
Urso ha così autorizzato il perfezionamento dell’atto di cessione dopo il disco verde dei commissari straordinari Giuseppe Glorioso, Andrea Filippo Bucarelli e Fabrizio Grasso e del comitato di sorveglianza, ufficializzando quanto annunciato lunedì scorso a Roma durante il tavolo sulla riconversione del sito (si veda qui il comunicato stampa). Pelligra ha battuto la concorrenza, tra gli altri, della cordata formata da Smart City Group e Sciara Holding ltd, che ha offerto la cifra simbolica di un euro, proponendo investimenti per oltre 140 milioni di euro il primo anno, di cui circa 115 milioni per il ripristino dell’area e per le materie prime, e 1.120 posti di lavoro, comprese le riassunzioni dei cassintegrati.
“L’assegnazione si inserisce in un più ampio progetto di rilancio del polo industriale di Termini Imerese che riguarda, oltre alla riqualificazione dell’area industriale, il potenziamento del porto e lo sviluppo di un interporto integrato all’area”, si legge ancora nella nota. Pelligra Holding Italia srl ha proposto, in particolare, un progetto di riconversione immobiliare al fine di creare un distretto industriale ad alta tecnologia da destinare a uso misto: commerciale e manifatturiero. Oltre alla riconversione del sito, il progetto di rilancio del polo di circa 44 ettari prevede anche connessioni con il porto di Termini Imerese, che è stato commercialmente potenziato grazie allo spostamento della stazione container e delle attività della MSC-Mediterranean Shipping Company dell’armatore Gianluigi Aponte dal porto di Palermo, che diventerà il principale scalo commerciale della Sicilia occidentale a partire dal prossimo mese di novembre. L’interporto consentirà invece di combinare differenti modi di trasporto (via strada, ferrovia e mare), rendendo Termini Imerese il baricentro intermodale di un’ampia zona di produzione, ha spiegato il Mimit-Ministero delle imprese e del made in Italy.
Secondo quanto previsto dal piano industriale e dal business plan di Pelligra, l’imprenditore italo-australiano inizierà il proprio intervento riqualificando gli opifici industriali con gli almeno 350 addetti che saranno riassorbiti. Dopodiché partirà la diversificazione dei soggetti da insediare nel complesso industriale e in questa fase potranno trovare collocazione gli stessi lavoratori già impegnati nella riconversione dei siti. Sul secondo punto i sindacati sono scettici e chiedono maggiori dettagli. A tal fine è stato convocato per la settimana prossima un tavolo, questa volta presso la Regione Siciliana, per entrare nel merito della società di scopo che dovrebbe assorbire altri 180 lavoratori, mentre ce ne sono 40 che andranno in pensione entro novembre, quando scadrà l’amministrazione straordinaria di Blutec.
Pelligra Australia PTY ltd è stata fondata nel 1960 e si è specializzata nella riconversione e riqualificazione di aree industriali anche dismesse attraverso la loro trasformazione in parchi industriali. L’impresa ha riqualificato in Australia due grandi stabilimenti automobilistici di Ford Australia a Campbellfield e a Geelong, per oltre 33 ettari di estensione, rigenerando le aree in poli industriali di ultima generazione. Sempre in Australia, il gruppo Pelligra ha realizzato uno dei più grandi distretti aziendali del Paese, il Lionsgate Business Park, che si estende per 123 ettari. Il gruppo fattura tra i 4 e i 5 miliardi di euro tramite le proprie attività dislocate, oltre che in Australia, in Cina, India e nelle Filippine.
Ricordiamo che un anno fa il Mimit, assieme alla Regione Siciliana e al Comune, aveva messo sul piatto tramite un accordo di programma 105 milioni di euro, di cui 75 milioni destinati alle imprese che si insedieranno nel sito, per supportare la riqualificazione dell’area con l’obiettivo di arrivare alla piena occupazione e alla ripresa delle attività manifatturiere e logistiche (si veda qui il comunicato stampa di allora). Nel dettaglio, l’accordo prevede 30 milioni, equamente suddivisi tra risorse nazionali e regionali, destinati a sostenere la creazione e il consolidamento di una filiera produttiva intorno allo stabilimento, oltre a contratti di sviluppo per 45 milioni, di cui 20 milioni messi a disposizione dal Mimit e il resto dalla Regione Siciliana, che garantisce ai lavoratori in cassa integrazione politiche attive del lavoro e misure di contrasto alla povertà con altri 30 milioni.
Ricordiamo ancora che la costruzione dell’impianto di Termini Imerese è iniziata nel 1967 grazie a una joint venture tra la FIAT e il Governo italiano tramite la Regione Siciliana. L’impianto è stato completato nel 1970, quando è stata avviata la produzione, impiegando circa 350 dipendenti. Nel 1977 la FIAT è divenuta l’unica proprietaria del sito, incrementando la produzione sino a impiegare circa 1.500 persone. Negli anni Ottanta la forza lavoro impiegata presso l’impianto è cresciuta fino a 3.200 persone, con oltre 1.200 persone impegnate nell’indotto. A partire dagli anni Novanta l’attività è andata via via riducendosi fino a quando, nel gennaio 2010, la FIAT (diventata nel frattempo FCA) ha annunciato la delocalizzazione dell’attività produttiva, chiedendo la cassa integrazione per i lavoratori e procedendo, nel dicembre 2014, alla vendita della business unit di Termini Imerese alla neocostituita Blutec, appena prima che scadesse la cassa integrazione straordinaria avviata dal 2011, quando lo stabilimento ha cessato ogni attività.
Il 24 dicembre 2014, con decorrenza 31 dicembre del medesimo anno, il gruppo FCA aveva trasferito a Blutec, al prezzo simbolico di 2 euro, la business unit di Termini Imerese che impiegava all’epoca circa 750 lavoratori. L’acquisizione era funzionale alla realizzazione di un progetto di investimento di 290 milioni di euro complessivi, articolato in due fasi: la prima finalizzata alla produzione di componentistica con un investimento di 96 milioni, di cui 72 milioni in finanziamento, e la seconda destinata alla produzione di veicoli ibridi con quasi 200 milioni (si veda qui il programma di cessione di Blutec).