La multinazionale familiare di Vienna, il Gruppo Prinzhorn ha presentato una proposta di acquisizione dello Scatolificio La Veggia spa, società di Roteglia di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, specializzata nella produzione di imballaggi in cartone ondulato di proprietà della famiglia Giacopini, ammessa alla procedura di concordato preventivo con continuità aziendale lo scorso 29 novembre dal Tribunale di Reggio Emilia (si veda qui il decreto del Tribunale, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
CDI Global Italy e CDI Global Austria hanno assistito il Gruppo Prinzhorn in qualità di advisor sugli aspetti finanziari dell’operazione, mentre lo Studio Legale CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni ha agito in qualità di legal advisor (si vedano qui il comunicato stampa di Prinzhorn e. qui quello di CDI).
Il gruppo Prinzhorn è il terzo player in Europa nel settore degli imballaggi, della carta e del riciclaggio, un colosso che conta 10mila dipendenti in 16 paesi e 2,3 miliardi di euro di fatturato. A conduzione familiare, è strutturata in tre divisioni: Dunapack Packaging (soluzioni di imballaggio in cartone ondulato), Hamburger Containerboard (produzione di cartone per contenitori) e Hamburger Recycling Group (raccolta e commercio di materie prime secondarie).
L’acquisizione di Scatolificio La Veggia permetterebbe alla holding di insediarsi e integrarsi in Italia, secondo mercato per il cartone ondulato dopo la Germania. “L’operazione va inquadrata all’interno del forte processo di consolidamento e integrazione verticale dei player europei del packaging in cartone ondulato, settore che richiede alti investimenti e al centro di una crescita vigorosa, +5,6% in Europa e +13% in Italia nel 2021, complici l’aumento dell’export, il boom dell’e-commerce e la messa al bando della plastica”, ha spiegato Cesare Tocchio, partner CDI Global Italy, branch della società statunitense che solo nel packaging ha sviluppato 18 operazioni di m&a negli ultimi dieci anni.
Nel dettaglio, il piano concordatario di Scatolificio La Veggia prevede un’iniezione di 11 milioni di euro come aumento di capitale da parte di Prinzhorn (che diventerebbe unico azionista), l’acquisto della fabbrica di Roteglia per 21,5 milioni e ulteriori 10,8 milioni di nuova finanza. A fronte di questo piano, il Tribunale ha autorizzato la società a contrarre finanziamenti prededucibili per l’affidamento di linee di credito a breve termine nella forma tecnica di anticipi su fatture e anticipi import fino a un massimo di 3 milioni di euro. Ora il piano dovrà essere votato dai creditori della società, nell’adunanza fissata per il 4 maggio 2023. Dopodiché si attenderà l’omologa del Tribunale.
Se tutto andrà in porto, si tratterà della fine di una luna serie di disavventure finanziarie del gruppo La Veggia, iniziate nell’ormai lontano 2004 con il default del bond da 100 milioni di euro, nello stesso periodo in cui andarono in default anche i bond di Parmalat e Cirio.
Lo storico scatolificio reggiano, che conta oggi 150 dipendenti e si avvale di 100 milioni di metri quadrati annui di capacità produttiva, aveva chiuso il bilancio 2019 (l’ultimo disponibile) con 59 milioni di euro di ricavi, un ebitda di circa 700 mila euro e un debito finanziario netto di 8,4 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente)