Stefanel presenterà oggi al Tribunale di Treviso la domanda di ammissione al concordato in bianco per poi decidere se procedere con il deposito di una proposta di concordato preventivo o di domanda di omologa di un accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare (si veda qui il comunicato stampa).
La prima cura Oxy Capital-Attestor Capital non è stata quindi sufficiente per risollevare le sorti di Stefanel. Il noto brand di abbigliamento casual quotato a Piazza Affari, infatti, ieri ha annunciato perdite per 20,9 milioni di euro nei primi nove mesi del 2018 a fronte di un patrimonio netto di 7,5 milioni (da 13,2 milioni a fine 2017), il che significa che dovrà abbattere e ricostituire il capitale sociale. A questo fine è stata fissata l’assemblea della società per il prossimo 15 gennaio e 16 gennaioin prima e seconda convocazione, che delibererà in sede straordinaria. Mentre in sede ordinaria l’assemblea dei soci dovrà nominare un nuovo amministratore delegato, dopo le dimissioni di Cristiano Portas dello scorso luglio.
E’ la seconda volta che il gruppo si trova in questa situazione. La prima volta era accaduto nel 2016 e in salvataggio erano arrivati i due fondi che a settembre 2017 avevano sottoscritto un aumento di capitale da 10 milioni di euro nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito omologato dal Tribunale di Treviso nell’ottobre 2017. A valle di quell’aumento di capitale, Attestor e Oxy, tramite il veicolo River Tre srl, avevano acquisito il 71% del capitale, con Guseppe Stefanel che aveva mantenuto una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio, l’omologa dell’accordo di ristrutturazione a fine 2017 aveva comportato che:
- i fondi, alcune banche e Giuseppe Stefanel erogassero nuova finanza per un totale di 23,7 milioni di euro, che è stata utilizzata dalla società in parte per il rimborso della nuova finanza d’urgenza erogata nell’aprile 2017 e correlati interessi passivi e in parte per supportare l’implementazione del Piano industriale 2016-2022;
- le principali banche creditrici della società cedessero pro-soluto 25 milioni del credito vantato nei confronti di Stefanel a una società di nuova costituzione detenuta al 100% da River Tre di euro ;
- River Tre convertisse i crediti acquistati dalle banche in azioni di nuova emissione e in strumenti partecipativi della società;
- il credito residuo del ceto bancario nei confronti della società fosse consolidato e il debito ipotecario fosse riscadenziato.
Ovviamente quel piano finanziario era stato affiancato da un piano industriale di rilancio, che però da allora è stato implementato solo in parte, perché nel frattempo è il mercato per il settore è peggiorato in maniera importante. A fine ottobre 2017 il gruppo aveva un debito finanziario netto di 62,5 milioni di euro da 40,3 milioni a fine dicembre 2017, quando aveva registrato ricavi per 125,3 milioni, un ebitda negativo per 8,9 milioni e un utile netto di 13,7 milioni, dopo perdite per 25,3 milioni nel 2016 (si veda qui il comunicato stampa).
Nella nota diffusa ieri dalla società si legge che le linee guida del nuovo progetto di riorganizzazione e rilancio aziendale sono dotate di una forte discontinuità con il passato e tendono ad allineare il modello di business di Stefanel ai cambiamenti nel modello di consumo in corso nel settore retail, tra cui riduzione del traffico nei negozi, aumento del ruolo dei canali digitali nella scelta di acquisto, declino del cosiddetto total look a favore di marchi con maggiore specializzazione, e sono principalmente caratterizzate dai seguenti elementi:
i. ridisegno della collezione, a partire dall’autunno inverno 2019, effettuata anche con il supporto della società Brave New World;
ii. introduzione di un modello di distribuzione “omnichannel” con sviluppo di un sistema distributivo incentrato su 4 canali integrati tra loro: negozi di prossimità con un nuovo formato, più piccoli, più tecnologici , pop-up store ed event sul territorio, servizio di personal shopper, canale digitale;
iii. razionalizzazione dello shop network tramite chiusure di alcuni negozi non profittevoli, sia in Italia sia all’estero; e relocation dei negozi non in linea con il nuovo modello di negozio di prossimità, poiché troppo grandi e/o in location non adeguate;
iv. riorganizzazione dei costi fissi in Italia e nelle società estere del gruppo, per ridurre in modo molto significativo il punto di break even della società. In previsione della riorganizzazione societaria e organizzativa la Società ha deliberato di richiedere l’utilizzo di ammortizzatori sociali.
Per finanziare il progetto di riorganizzazione e rilancio Stefanel ha dato mandato a Mediobanca per individuare potenziali soggetti interessati a comprare la licenza del marchio Stefanel per l’area asiatica e prevede inoltre di cedere i punti vendita non più coerenti con il futuro formato di negozio.