La società di revisione Kpmg non ha certificato gli ultimi due bilanci di Trevi Finanziaria Industriale (Trevifin), il gruppo specializzato in ingegneria delle perforazioni del sottosuolo quotato a Piazza Affari e in difficoltà dall’autunno 2017. Kpmg ha dichiarato di non essere in grado di formarsi un giudizio sui bilanci “a causa delle incertezze sulla continuità aziendale relative all’esecuzione della manovra di rafforzamento patrimoniale e di ristrutturazione del debito” (si veda qui il comunicato stampa).
I bilanci 2017 e 2018 erano stati approvati dalla società nel luglio scorso. Ricordiamo che il 2017 si è chiuso con ricavi consolidati per 949,2 milioni di euro (dai 1.083 del 2016), un ebitda negativo di 81,4 milioni (da 88,5 milioni) e un debito finanziario netto di 619,8 milioni di euro (in aumento da 500,1 milioni del 2016). Trevi ha poi chiuso il 2018 con ricavi in ulteriore diminuzione a 618,1 milioni di euro, un ebitda di 50,1 milioni e un debito finanziario netto di 692,6 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio luglio, Trevi aveva reso noto che la sua posizione finanziaria netta al 31 maggio 2019 era scesa leggermente a 699,3 milioni di euro, contro i 700 milioni di febbraio (si veda altro articolo di BeBeez).
Contestualmente, la società ha precisato che le dichiarazioni di Kpmg non impediscono che l’accordo di ristrutturazione dei debiti sottoscritto con le principali banche finanziatrici il 5 agosto scorso diventi efficace una volta che se ne siano verificate le condizioni sospensive e, pertanto, non si pongono in contrasto con l’esecuzione della manovra di rafforzamento patrimoniale.
Lo scorso 22 agosto il Consiglio di amministrazione di Trevi ha preso atto della comunicazione pervenuta dai membri della famiglia Trevisani, in proprio e nella qualità di azionisti indiretti del socio Trevi Holding SE, con la quale la famiglia ha presentato un’ipotesi di adesione agli accordi sottoscritti lo scorso 5 agosto per la realizzazione della manovra necessaria al riequilibrio della situazione finanziaria (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente la famiglia ha presentato una proposta di “risoluzione dei contrasti e delle controversie giudiziarie nel frattempo insorte” e il Cda di Trefin “ha valutato positivamente l’iniziativa e dato mandato al CRO Sergio Iasi per le opportune valutazioni e per approfondirne le concrete possibilità di realizzazione” (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio scorso, Trevi ha confermato la vendita, sulla base di un enterprise value (debt free) di 140 milioni di euro, della sua divisione Oil&gas al gruppo indiano facente capo a Megha Engineering & Infrastructures Ltd (Meil), prevista dal piano di ricapitalizzazione e di ristrutturazione del debito predisposto dal consiglio di amministrazione di Trevifin nel maggio scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Gruppo Trevi è leader a livello mondiale nell’ingegneria del sottosuolo (fondazioni speciali, scavo di gallerie e consolidamenti del terreno e realizzazione e commercializzazione dei macchinari e delle attrezzature specialistiche del settore); è anche attivo nel settore delle perforazioni (petrolio, gas, acqua) sia come produzione di impianti che come servizi prestati e nella realizzazione di parcheggi sotterranei automatizzati. Nato a Cesena nel 1957, conta più di 30 sedi e una presenza in oltre 80 Paesi. Conta 4 divisioni: la Divisione Trevi, che opera nei servizi specializzati dell’ingegneria del sottosuolo, la Divisione Petreven attiva nei servizi di perforazione petrolifera, la Divisione Soilmec, che produce e sviluppa i macchinari e gli impianti per l’ingegneria del sottosuolo e la divisione Drillmec che produce e sviluppa gli impianti per le perforazioni (petrolio, gas, acqua).