Vincenzo Zucchi spa, la società produttrice di tessuti per la casa quotata a Piazza Affari, è uscita ufficialmente in anticipo dall’accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis e 187-septies della Legge Fallimentare, grazie a un’operazione di rifinanziamento condotta dal fondo CCR II gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr e da Illimity, che insieme a risorse proprie della società è andata a rimborsare in parte il debito residuo (si veda qui il comunicato stampa). Solo una parte però, perché secondo quanto risulta a BeBeez un’altra parte è stata stralciata. In totale tra rifinanziamento e risorse proprie di Zucchi, il fondo CCR II, Illimity e Zucchi hanno rifinanziato debito per oltre 15 milioni, contribuendo per un terzo ciascuno. Ad affiancare Zucchi nell’operazione è stato il financial advisor Global Strategy. Zucchi dunque oggi è tornata completamente in bonis ed è pronta per tornare a crescere.
L’operazione era stata anticipata dalla società lo scorso 24 settembre (si veda altro articolo di BeBeez), ma allora non erano stati specificati i nomi dei finanziatori e quello che si immaginava era che certo non sarebbero state le principali banche italiane, una volta finanziatrici a medio-lungo termine, che erano rimaste esposte verso Zucchi a breve termine e ci si attendeva quindi che fossero parte venditrice dei crediti insieme al fondo CCR II, che nel 2018 aveva comprato la maggior parte del debito a medio-lungo termine. Nella realtà, il fondo CCR II alla fine è rimasto in partita, reinvestendo con un’esposizione inferiore.
Il nuovo facility agreement prevede l’erogazione in favore di Zucchi di un importo complessivo 10,4 milioni di euro, di cui 7,3 milioni da rimborsare in rate semestrali a partire dal 31 dicembre 2020 e fino al 30 giugno 2025 e una tranche da 3,1 milioni da rimborsare in un’unica soluzione decorsi 5 anni dall’erogazione. L’importo del facility agreement potrà essere incrementato su richiesta della società fino a un massimo di 5 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Il pacchetto di linee di credito è garantito da una parte degli immobili di proprietà di Zucchi che erano stati conferiti nel patrimonio destinato, che era stato costituito, come parte dell’accordo, da una parte del debito verso le banche finanziatrici pari a 30 milioni e dagli immobili di proprietà della società ubicati a Isca Pantanelle, Notaresco, Casorezzo, Vimercate e Rescaldina. Nei giorni scorsi il Consiglio di amministrazione di Zucchi ne ha deliberato lo scioglimento (si veda qui il comunicato stampa). Lo scorso 25 settembre, inoltre la società ha sottoscritto un contratto di finanziamento revolving sempre con Illimity da destinare alle generiche esigenze di cassa della società per 4,75 milioni da rimborsare entro 5 anni.
Il 23 dicembre 2015 la Vincenzo Zucchi aveva sottoscritto l’accordo di ristrutturazione del debito con le banche finanziatrici (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Bergamo, Bnl), contestualmente all’impegno del fondo Astrance Capital a sottoscrivere un aumento di capitale, poi interamente liberato nel settembre 2016. All’accordo avevano aderito anche GB Holding srl (che fa capo al portiere della Juventus, Gianluigi Buffon) e lo stesso Buffon (si veda altro articolo di BeBeez).
Le banche che avevano aderito all’accordo di ristrutturazione di Zucchi avevano rinunciato a 46,9 milioni di euro di debiti. Tuttavia era stata inserita nell’accordo una cosiddetta clausola di reviviscenza del credito nel caso in cui la società fosse di nuovo passata da una procedura concorsuale e quindi a bilancio quei debiti erano rimasti.
Alcune delle banche creditrici di Zucchi (Banca Intesa , Bnl, Unicredit e UBI Banca) in due distinte operazioni avevano poi ceduto i loro crediti residui e i relativi diritti per 21,3 milioni di euro al fondo CCR II di Dea Capital Alternative Funds sgr, che aveva annunciato il primo closing della raccolta a inizio 2018. I crediti in capo al fondo così come quelli in capo all’allora Bpm erano stati trasferiti al patrimonio destinato e sono stati oggetto del rifinanziamento complessivo del gruppo.
Il gruppo, pur avendo recuperato redditività e producendo cassa, per effetto dei 49,6 milioni di euro cancellati dalle banche, ma ancora a bilancio per effetto della clausola di cui sopra, ha chiuso il semestre a fine giugno 2020 con un patrimonio netto totale negativo per circa 16,2 milioni e una posizione finanziaria netta consolidata negativa di circa 84,6 milioni, a fronte di ricavi per 26,7 milioni e un ebitda rettificato di 3,1 milioni (si veda qui la Relazione semestrale al 30 giugno 2020).
Al 30 agosto 2020 (non contando i 49,6 milioni di euro cancellati dalle banche), l ‘indebitamento finanziario lordo corrente della Vincenzo Zucchi spa era di 5,9 milioni e quello non corrente era di 42,9 milioni, comprensivo dei 21,3 milioni di CCR II. l’indebitamento finanziario netto, invece, era pari a 37,7 milioni di euro, in diminuzione dal 31 dicembre 2019 (43,1 milioni) (si veda qui il comunicato stampa).