Il giudice Antonello Fabbro del tribunale di Treviso ha omologato il concordato preventivo con continuità aziendale presentato da Pasta Zara. Lo riferisce TrevisoToday. Il produttore di pasta è stato affiancato nella redazione del piano di ristrutturazione dall’advisor finanziario Deloitte, dallo studio di comunicazione The Skill, dallo studio legale Chiomenti e da 3XCapital. La proposta concordataria, approvata dai creditori nel settembre scorso, prevede che i debiti finanziari (non leasing, ma compreso il minibond da 5 milioni di euro in scadenza il prossimo marzo) siano soddisfatti al 33% entro 12 mesi dall’omologa del concordato e che i crediti di SGA e di Bank of China siano a loro volta soddisfatti al 33%, ma entro 5 anni dall’omologa. Infine, i crediti degli istituti di leasing saranno rimborsati al 100% entro 24 mesi dall’omologa (si veda altro articolo di BeBeez).
Il giudice contestualmente ha dato il via libera alla vendita dello stabilimento Pasta Zara di Muggia (Trieste) alla Barilla per 118 milioni di euro, conservando i posti di lavoro dello stabilimento stesso. Quella di Barilla era stata l’unica offerta per lo stabilimento ed era pervenuta nel maggio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). A metà aprile 2019 il Tribunale di Treviso aveva pubblicato il bando per la vendita dello stabilimento di Muggia, fissando 119 milioni di euro come base d’asta e stabiliva il 22 maggio come data ultima per la presentazione delle offerte e il 23 maggio come data di apertura delle buste (si veda altro articolo di BeBeez).
Pasta Zara era stata ammessa a fine gennaio 2019 alla procedura di concordato preventivo in continuità (si veda altro articolo di BeBeez), dopo che il produttore di pasta in difficoltà era stato ammesso al concordato in bianco nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva poi ottenuto una proroga dei termini per presentare il piano concordatario entro il 7 dicembre scorso. A quel punto la società aveva siglato con Barilla l’accordo per cedere per 118 milioni di euro lo stabilimento di Muggia, incluso un contratto di co-packing (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara) per un periodo di cinque anni (si veda altro articolo di BeBeez).
Pasta Zara è controllata dalla famiglia Bragagnolo e partecipata dalla finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, Friulia (11,25%), e da Simest (11,76%). Ha sede a Riese Pio X (Treviso). E’ gravata da un debito finanziario lordo di 241 milioni di euro, di cui 178 milioni nei confronti di varie banche e in particolare 73 milioni riferibili ad affidamenti ottenuti da Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca e quindi finiti nel portafoglio di Amco (la ex Sga). Il tutto senza dimenticare che a livello di holding (la lussemburghese Ffauf sa della famiglia Bragagnolo) ci sono altri 50 milioni di euro di debiti nei confronti di Bank of China. La situazione di grave tensione finanziaria che aveva portato la società a chiudere il 2017 con una perdita di 25,7 milioni, dovuta in parte alla svalutazione di partecipazioni in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza per 9 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto crollato a 77,3 milioni e di un debito finanziario netto di poco meno di 200 milioni. Una situazione, questa, che ha portato la società a sforare di parecchio il covenant finanziario relativo al rapporto tra PFN e patrimonio netto, fissato a 1,80 volte.