È partita la campagna di equity crowdfunding su CrowdfundMe del gruppo Irec, che si occupa di gestione e recupero del credito per le pmi grazie a un algoritmo proprietario per l’analisi predittiva di affidabilità creditizia in tempo reale anche su persone fisiche, ovvero partite IVA e liberi professionisti (si veda qui il comunicato stampa).
Il target minimo è di 120mila euro, finora ne sono stati raccolti 39.200, per una valutazione pre-money della società di 3,2 milioni di euro. La quota del capitale detenuta complessivamente dagli investitori al raggiungimento dell’obiettivo minimo sarà del 3,6% L’obiettivo massimo è fissato a 300mila euro.
Il gruppo Irec è la prima società di recupero crediti italiana a ricevere il titolo di pmi innovativa. Fondata nel 2016 da Victor Khaireddin, è specializzata nella gestione e nel recupero del credito delle pmi e dei professionisti. Con il brand RintraccioFacile.it, è il primo e-commerce italiano dedicato ad indagini patrimoniali e rintraccio conti, scelto ogni mese da centinaia di avvocati e investigatori.
L’obiettivo è ora sviluppare una piattaforma che fornisca le business information sull’affidabilità creditizia di partite IVA e liberi professionisti. Uno strumento di grande utilità economica e sociale che permette di conoscere, in anticipo, lo stato di salute e la solidità di un potenziale partner. Come? Attraverso un innovativo algoritmo chiamato K-Score che potrà fornire un rating di solvibilità sulle persone fisiche e le partite Iva.
È bene partire da un dato: in Italia si contano attualmente 4.873.000 partite Iva. Un universo composto da lavoratori autonomi, artigiani, esercenti, piccoli commercianti e liberi professionisti iscritti agli ordini o alle casse. Eppure le business information esistono solo per le aziende e non per le persone fisiche. Significa che se per un’azienda sono reperibili tutte le informazioni commerciali necessarie per stabilire la loro affidabilità creditizia, la stessa cosa non èpossibile per partite Iva e privati, si legge in una nota.
Le partite Iva, non dovendo presentare bilanci sulla propria attività, rendono infatti impossibile alle società di rating l’elaborazione di adeguate valutazioni commerciali. Per i privati, invece, i dati sulla loro affidabilità creditizia, sono disponibili, in forma parziale, solamente alle grandi società finanziarie nel caso in cui sia stato attivato un prestito al consumo o acceso un mutuo. Ad aggravare la situazione c’è un altro dato allarmante. Il maggior numero di insoluti è imputabile proprio ai rapporti commerciali con le persone fisiche, come dimostra un recente studio del gruppo Irec. Il sondaggio, condotto su 1.200 partite Iva italiane, in merito ai ritardi e ai mancati pagamenti, ha evidenziato che 3 partite Iva su 4, cioè il 73%, accusa ritardi di pagamento superiori ai 30 giorni e il 31% dichiara di avere tra le 4 e 6 fatture non saldate da inizio 2022. Il 45% dei mancati pagamenti sono riferibili a persone fisiche, il 34% ad aziende e il 24% hanno insoluti sia con aziende sia con persone fisiche.
“Alla luce di questa situazione, reperire dati sull’affidabilità creditizia di partite Iva e persone fisiche diventa impellente”, ha spiegato Victor Khaireddin, founder e ceo di Irec, che ha aggiunto: “Abbiamo così deciso di elaborare un innovativo algoritmo chiamato K-Score che potrà fornire un rating di solvibilità sulle persone fisiche e le partite Iva. L’algoritmo realizza un’analisi incrociata dei dati provenienti da fonti ufficiali, come il catasto e la camera di commercio. Vengono inoltre esaminati i dati provenienti dai nostri database interni, con oltre 1.000.000 interconnessioni tra aziende creditrici e debitrici e informazioni esclusive sulla capacità di onorare i debiti in termini di affidabilità. In ultimo viene svolta l’analisi comportamentale predittiva, con l’analisi del linguaggio delle persone sui social network. Ci sono infatti forti correlazioni tra la linguistica espressa sui social network, il contesto socio-economico di appartenenza e la personalità di un individuo. L’algoritmo formula così un primo ‘profilo’ DISC della persona, vale a dire un modello che ne individua lo stile comportamentale prevalente e questo, successivamente, viene poi rielaborato attraverso i dati ufficiali e i database di proprietà di IREC. Questo significa che in tempo reale, incrociando tutte le informazioni raccolte, riusciamo a valutare l’affidabilità di una persona fisica”.
Per rendere possibile tutto questo, il K-Score sfrutta l’intelligenza artificiale, ovvero il machine learning, un algoritmo che permette alle macchine intelligenti di migliorare le loro performance nel corso del tempo. In aggiunta, vengono presi in esame anche i modelli di psicometria computazionale che analizzano i dati provenienti dalla psicometria e dalle scienze cognitive, applicati ai big data.
Negli ultimi tre esercizi dal 2019 al 2021, il fatturato di Irec è cresciuto da 695 a 970 mila euro. Al 31 agosto 2022 il fatturato ha già raggiunto i 902 mila euro, con 2.386 pratiche e con un volume di crediti affidati di 8,4 milioni di euro di cui 1,15 milioni recuperati.
A questo proposito, nel 2021 sono state lavorate 1.800 pratiche di recupero crediti, effettuate 3.900 indagini, gestiti 9,96 milioni di euro di crediti di cui 1,10 milioni recuperati. I clienti serviti sono stati più di 350, per un fatturato complessivo di 970 mila euro e un ebitda di 78 mila euro, pari al 8% di fatturato. Gli investimenti in tecnologia sono stati pari a 180 mila euro negli ultimi due anni.
La raccolta andrà a finanziare parte degli investimenti, che nei prossimi due anni ammonteranno a 1,6 milioni di euro di cui 600 mila in sviluppi tecnologici: completamento dello sviluppo dell’algoritmo K-score (per l’analisi di affidabilità delle persone) ed evoluzione dei sistemi attuali; 700 mila in attività di marketing: potenziamento digital marketing e comunicazione tradizionale per aumentare la brand awareness presso clienti di taglia media e grande; infine 300 mila sulla struttura: in aprticolare nel potenziamento della rete di vendita e della struttura amministrativa.
Con questa campagna “il Gruppo IREC si è aperto a un azionariato diffuso, dando a tutti l’opportunità di partecipare al progetto di sviluppo, investendo e rafforzando la visione e i risultati economici condivisi. La piattaforma una volta realizzata, darà la possibilità di industrializzare l’erogazione dei servizi, così da renderli economicamente accessibili a pmi e professionisti. Dalla campagna di equity crowdfunding nascerà quella che possiamo considerare la prima fintech in Italia in grado di offrire alle pmi sia il servizio di business intelligence (analisi predittiva dell’affidabilità), sia quello di recupero crediti”, ha aggiunto Khaireddin.
Ma avere la possibilità di conoscere il grado di solidità di un potenziale partner economico è fondamentale per valutare l’affidabilità di un soggetto con il quale fare affari non va visto, secondo il ceo, come il tentativo di spiare le persone o invadere la loro privacy. “Tutt’altro, è uno strumento di grande utilità economica e sociale, che tutela un soggetto economico permettendogli di conoscere in anticipo lo stato di salute e la solidità di un potenziale partner”.