Negli anni compresi tra il 2014 e il 2019, solo il 23% delle imprese che si sono finanziate tramite un equity crowdfunding (ECF) è cresciuta in termini di ricavi post operazione, e di queste, circa il 40% (quindi circa il 9% del totale) si è quotata in Borsa o è stata oggetto di operazioni di M&A, mentre il 75% delle imprese di successo è cresciuto a un ritmo superiore al 20% anno su anno ed è diventato redditizio nei 3 anni successivi alla raccolta. Di converso circa il 9% del totale delle emittenti degli anni considerati risulta aver messo la società in liquidazione e il 15%, a tre anni dalla raccolta ha visto un calo dei ricavi rispetto all’anno dell’operazione di ECF e, a tre anni da quell’operazione risulta avere un EBITDA negativo.
Sono alcuni dei dati emersi dal Report sulle performance dell’Equity Crowdfunding dell’Italian Tech Alliance (l’associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative) e di BizPlace, boutique di consulenza finanziaria specializzata in servizi per aziende innovative (si veda qui il report completo). L’analisi è stata effettuata sulle 707 campagne finanziate in Italia tramite Equity Crowdfunding dall’inizio del 2014 a oggi (ottobre 2022), per un importo totale raccolto di 288 milioni di euro e una raccolta media per campagna di 522.000 euro.
Il report prende in esame il mercato dell’Equity Crowdfunding in Italia, dei suoi principali operatori e delle oltre 700 emittenti che hanno realizzato una campagna di finanziamento dal 2014 a oggi, mettendo per la prima volta a confronto le performance economico-finanziarie delle società a tre anni di distanza dalla raccolta, sulla base della piattaforma che le ha selezionate, del loro settore di riferimento e della loro fase di vita.
Sempre per il periodo 2014-2019, è emerso che in media le startup che hanno raccolto un Pre-Seed o un Seed tramite ECF, hanno stimato di triplicare il fatturato rispetto al primo anno previsionale e più che raddoppiarli tra il secondo e il terzo anno (rispettivamente CAGR del 174% i primi e 150% i secondi). Invece le startup che raccolgono un Series A tramite ECF, stimano di raddoppiare i livelli di fatturato anno su anno (CAGR del 93%).
Tuttavia, ciò che accade realmente è che in media solo chi arriva al round Series A, le aziende quindi mediamente più mature, è riuscito a rispettare i tassi di crescita attesi sul fatturato (CAGR 106%) seppur non raggiungendo comunque in media i risultati di redditività attesi. Le società che hanno fatto invece round Pre-Seed e Seed sono cresciute in media con un CAGR molto più contenuto, rispettivamente 27 e 36%. Le società che hanno raccolto round Pre-Seed e Seed in media hanno stimato di raggiungere il Break-Even-Point sin dal primo anno previsionale, contrariamente a chi ha rfaccolto round Series A che invece, prudenzialmente, ha stimato di impiegare almeno un anno in più per raggiungere margini positive.
Allargando invece l’indagine a un più ampio periodo, quello dal 2014 al 2021, il report di Italian Tech Alliance e BizPlace ha mostrato che il settore in grado di canalizzare maggiormente gli investimenti è stato quello del Food & Agriculture con quasi 40,5 milioni di euro, seguito dal settore Smart City con oltre 35,2 milioni e dal Fintech con oltre 29,6 milioni.
In media sono state però le aziende operanti nel Fintech a raccogliere più capitali (media di 604.000 per campagna), seguite dalle startup operanti nel settore Education & HR (media di 517.000 per campagna), Smart City (media di 504.000 per campagna) e Food & Agriculture (media di 494.000 per campagna). Le società del settore Digital invece sono risultate sul fondo di questa classifica con una media di capitali raccolti per campagna di appena 285.000.
I round Seed nel periodo hanno rappresentato in valore il 62% del totale degli investimenti effettuati tramite ECF per una media per operazione pari a 494.000 euro. Chi ha effettuato un round Seed (mediamente tra 200.000 e 1 milione di euro) ha raggiunto in media il 100% dell’obiettivo massimo di raccolta pianificato, contro chi ha raccolto un round Series A (mediamente superiore a 1 milione) che è arrivato in media fino al’88% dell’obiettivo massimo pianificato, e chi ha effettuato un Pre-Seed (mediamente inferiore a 200.000 euro) che mediamente ha raggiunto solo il 53% dell’obiettivo massimo pianificato.
In termini di raccolta per piattaforma, Mamacrowd e Crowdfundme hanno vantato il maggior numero di capitali raccolti per il tramite dei rispettivi portali (rispettivamente il 32% e il 22% del totale delle raccolte tramite ECF in Italia su imprese, come evideniato anche dai dati raccolti da Crowdfundingbuzz) e sono state nelle top 3 anche in termini di raccolta media per emittente (rispettivamente pari a 615.000 e 416.000 euro) insieme a Two Hundred (con una media per campagna pari a 456.000). Chi ha raccolto su Mamacrowd ha raggiunto in media più di 4,3 volte l’importo di chi ha invece scelto la piattaforma We Are Starting. In media, chi ha raccolto tramite We Are Starting e Opstart raggiunge il 100% dell’obiettivo massimo pianificato, mentre chi lo ha fatto tramite Mamacrowd e Crowdfundme l’87% contro chi si è affidato a Backtowork che si è fermato, in media, al 68%.
Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance, ha dichiarato: “È importante che vengano prodotte analisi come quella, realizzata con il grande contributo di BizPlace, che abbiamo presentato oggi, perché fotografano lo stato dell’arte e aiutano a comprendere e monitorare l’evoluzione e la crescita dell’ecosistema italiano dell’innovazione. E questo è ancor più importante in un momento in cui inItalia si stanno registrando performance positive, che confermano come il settore tecnologico possa essere un importante motore per la crescita dell’economia italiana”.
Andrea Bonabello, Partner di BizPlace, ha aggiunto: “Siamo orgogliosi del lavoro di ricerca e analisi effettuato dal nostro team per la creazione del primo report sulle performance dell’Equity Crowdfunding in Italia. Come BizPlace crediamo fortemente che un ecosistema innovazione più consapevole e trasparente sia il presupposto per un’accelerazione degli investimenti e dell’interesse, anche internazionale, verso il nostro Paese. Perseguendo questo obiettivo, promuoviamo da sempre attività di formazione e divulgazione relative al settore innovazione, mettendo a disposizione il nostro know how e la nostra esperienza, come avvenuto anche in questa circostanza grazie al lavoro congiunto con Italian Tech Alliance”.