L’aumento dell’inflazione, i tassi di interesse in rapida accelerazione, il re-pricing delle valutazioni azionarie e una crisi energetica aggravata dal conflitto Russia-Ucraina hanno creato un ambiente particolarmente difficile per investitori e imprese. E il mercato M&A, incluso il segmento delle ipo, non fanno eccezione.
Uno studio di PwC(si veda qui lo studio) mette in luce come nella prima metà del 2022, a livello globale, siano stati registrati 20.770 deal per un valore di 1.670 miliardi di dollari rispetto ai 2.630 miliardi della seconda metà del 2021 (poco più di 30.240 operazioni). A registrare il calo più importante è la regione Asia-Pacifico (-30%) a causa, spiega l’analisi della società di revisory, “dei venti contrari macroeconomici e delle recenti restrizioni legate alla pandemia imposte in diverse grandi città della Cina”. Nell’area EMEA, i volumi e il valore delle operazioni di M&A sono diminuiti rispettivamente del 15 e del 27% per gli alti costi energetici e “una minore fiducia degli investitori”. Non va meglio nemmeno nelle Americhe, dove volumi e valore sono diminuiti rispettivamente del 22 e dell’11%, principalmente a causa “delle preoccupazioni sull’inflazione e sull’aumento dei tassi di interesse”.
Da segnalare, tra i mega deal internazionali, l’acquisizione della Activision Blizzard da parte di Microsoft a gennaio 2022 per 75 miliardi di dollari, e l’operazione di Broadcom sul 100% di Wmware per 61 miliardi ex-debt, con Goldman Sachs che si posiziona al primo posto tra le banche d’affari in termini di deal value e numero di operazioni (rispettivamente 813 miliardi e 228 accordi).
Tuttavia, non mancano alcuni elementi positivi. Il private equity, evidenzia Pwc, continua a essere il motore trainante del mercato M&A, su cui si può fare affidamento “indipendentemente dalle sfide del mercato”. Come mostra l’analisi, appena prima della pandemia di COVID-19, le risorse a disposizione dei fondi erano il doppio rispetto ai livelli all’inizio della crisi finanziaria globale del 2007-2008, mentre a giugno 2022, il dry powder delle PE globali si è attestato a oltre 2.300 miliardi di dollari, cioè tre volte rispetto agli importi del 2007.
“Le aziende di PE devono affrontare le sfide derivanti dall’aumento dei costi e dei tassi di interesse, dalla contrazione dei multipli del mercato pubblico e dal calo della fiducia dei consumatori. I PE dovranno concentrarsi su strategie di creazione di valore sempre più sofisticate come la trasformazione digitale e la ri-piattaforma del cloud, insieme a un focus simile a un laser sulla gestione degli aumenti dei costi inflazionistici per generare rendimenti., ha affermato Will Jackson-Moore, Leader globale di private equity, asset reali e fondi sovrani, partner di PwC UK.
Guardando allo specifico del mercato italiano, il trend non cambia. KPMG (si veda qui il comunicato stampa) segnala che nei primi mesi del 2022 sono state concluse 537 operazioni (-13% rispetto alle 616 operazioni dello stesso periodo dello scorso anno) per un controvalore di circa 30 miliardi di euro (rispetto ai 52 miliardi del primo semestre 2021 su cui incideva però l’operazione Stellantis pari a 19,8 miliardi). Di queste, 239 operazioni sono state concluse nel primo trimestre (-20% rispetto alle 298 operazioni del gennaio-marzo 2921) per un controvalore pari a circa 17 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
“I dati registrati nel secondo trimestre confermano i trend osservati nei primi mesi dell’anno”, ha commentato Max Fiani, Partner KPMG e curatore del rapporto. “I controvalori hanno subito un forte rallentamento, mentre risulta meno definito il calo dei volumi grazie alla tenuta del mid-market. In questo contesto, hanno avuto un ruolo centrale i Private Equity, che hanno continuato a investire nelle aziende italiane e hanno affiancato le società presenti nei loro portafogli nel percorso di crescita per linee esterne attraverso operazioni di add-on”.
Come a livello globale, anche in Italia i principali attori esteri restano i fondi di Private Equity, con circa 43 operazioni per 6,1 miliardi di euro, che hanno quindi rappresentato il 60% di tutti gli investimenti esteri sul territorio nazionale, cioè 191 operazioni (+10,5% rispetto al 2021) per un controvalore di 10,4 miliardi di euro (+25,2% rispetto allo stesso periodo del precedente anno). Qui però bisogna tener conto del peso di una singola operazione, cioè l’acquisto di Autostrade per l’Italia da parte di Cdp Equity, Blackstone e Macquarie, chiusa nel primo semestre del 2022 e che da sola valeva circa 9,3 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez)
Passando al mercato delle Ipo, in Italia nella prima metà del 2022 sono state registrate 9 operazioni per un controvalore totale di circa 900 milioni, (nel primo semestre 2021 erano state 16, per oltre 600 milioni di euro), mentre a livello globale, sottolinea una ricerca di EY, nei primi sei mesi ci sono state in totale 630 IPO che hanno raccolto in tutto 95,4 miliardi di dollari, riflettendo diminuzioni rispettivamente del 46% e del 58% su base annua (si legga qui la ricerca di EY).
A Piazza Affari è stata forte la spinta del settore Energy & Utilities che ha visto due principali trend: la dismissione da parte delle società multi-utilities, come A2A e ACSM, di asset ritenuti non più strategici in ambito di distribuzione gas; e gli investimenti in società produttrici di energie rinnovabili, come l’operazione di delisting di Falck Renewables da parte di JP Morgan per un controvalore di 2,9 miliardi di euro (tra le più importanti operazioni “estere” in questa prima metà dell’anno).
Nel settore finanziario beneficia dell’importante operazione di riorganizzazione tra CDP ed il MEF per le partecipazioni in SACE e Simest, per un controvalore complessivo di circa 4,5 miliardi di euro. Nel comparto Assicurativo troviamo anche il Gruppo Generali che ha concluso l’acquisto del 6,834% di Cattolica di Assicurazione. attraverso una procedura di reverse accelerated book-building (RABB) per un esborso complessivo di oltre 105 milioni di Euro. Mentre nel comparto del Consumer Markets, il Food&Beverage conferma la propria posizione di rilievo con il gruppo Campari che ha messo a segno l’acquisizione del marchio Picon e delle relative attività, per un controvalore complessivo di 119 milioni di euro, con obiettivo di rafforzare la posizione nel mercato strategico degli aperitivi in Francia.
Per il resto del 2022, sottolinea ancora KPMG, Il dossier più rilevante sul mercato italiano al momento è la cessione di Atlantia a una NewCo partecipata al 65% da Edizioni e al 35% da Blackstone per un controvalore complessivo pari a 12,7 miliardi di euro. Tra le operazioni che dovrebbero concludersi nei prossimi mesi si ricorda la cessione da parte di Exor della partecipazione in PartnerRe, riassicuratore globale, al gruppo francese di mutua assicurazione, Covea, per un controvalore pari a 7,8 miliardi di euro.
“A oggi la pipeline M&A risulta ancora sostenuta dalle grandi operazioni annunciate che fanno ipotizzare una chiusura d’anno 2022 in linea con quanto registrato negli anni di pre-pandemia. L’attività del prossimo semestre risentirà molto del bilanciamento tra le politiche monetarie restrittive messe in atto dalle banche centrali al fine di contrastare le spinte inflazionistiche e la capacità di rispostadegli operatori, delle aziende e dei governi nel sostenere l’occupazione e la domanda anche attraverso opportune politiche fiscali per evitare il rischio recessione” ha concluso Fiani.