Il microcredito inizia a guadagnare terreno anche in Italia. Il mircocredito può essere di tipo sociale, quando va a finanziare famiglie o lavoratori in difficoltà economica; di tipo produttivo quando destinatari dei finanziamenti sono persone o imprese che li utilizzano per finanziare un’attività; e per il sostegno allo studio, quando i destinatari sono giovani studenti universitari.
Per quanto riguarda il microcredito produttivo, la domanda potenziale di microcredito destinato alle imprese in Italia è stata stimata dal Ministero dello Sviluppo Economico in oltre un miliardo all’anno. Se tali richieste fossero soddisfatte potrebbero nascere 40mila nuove imprese l’anno, generando 100 mila nuovi posti di lavoro. Purtroppo la domanda realmente soddisfatta oggi è meno del 10% di quella potenziale.
Il microcredito alle imprese consiste in prestiti fino a un massimo di 35 mila euro erogati a startup, piccole imprese e professionisti con anzianità inferiore a 5 anni. A livello mondiale, secondo il Microfinance Barometer 2019 di Convergences, nel 2018 il mercato globale della microfinanza valeva 124 miliardi di dollari di crediti, in crescita dell’8,5% sul 2017, e contava 140 milioni di beneficiari, in aumento di circa il 9,5% sull’anno prima.
Non a caso al tema del microcredito d’impresa viene data particolare attenzione nell’ambito del progetto di educazione finanziaria “iopensopositivo“, dedicato ai giovani tra i 15 e i 17 anni, pensato da Innexta – Consorzio Camerale Credito e Finanza, la “fabbrica” che supporta le Camere di commercio italiane nell’ambito del credito, della finanza complementare e del fintech (si veda altro articolo di BeBeez). Il progetto prevede che i giovani si iscrivano sull’omonima piattaforma web e seguano il percorso informativo, al termine del quale sarà rilasciato l’attestato finale cli competenza finanziaria. Per partecipare al progetto c’è tempo fino al prossimo 20 dicembre.
I dati più recenti forniti dall’Ente Nazionale per il Microcredito risalgono al giugno 2018, quando si calcolava che dal 2016 in Italia erano stati erogati finanziamenti in microcredito per un totale di oltre 31 milioni di euro distribuiti su 1368 prestiti, con una percentuale di default dello 0,73%. L’importo medio dei finanziamenti è di 22.950 euro per una durata media di poco superiore ai 5 anni.
A oggi esistono 13 società di microcredito vigilate da Banca d’Italia, ma le opportunità di crescita sono importanti, dato che esiste un impianto normativo estremamente favorevole, costituito dal Decreto 17 ottobre 2014, n. 176, attuativo dell’art. 111 del TUB n.176/2014 e dalle disposizioni attuative di Banca d’Italia del 2015, che hanno dato origine a una riserva di credito per un nuovo soggetto specializzato, appunto l’operatore di microcredito, vigilato informativamente da Banca d’Italia. La norma stabilisce che i micro-prestiti siano assistiti da garanzia dell’80% da parte del Fondo di Garanzia. Ci sono poi altri intermediari iscritti all’albo ex art. 106 del TUB di Banca d’Italia che fanno del microcredito la loro attività principale (scarica qui il file pdf dela tabella con i link i siti).
La prima licenza concessa a una istituzione privata per l’attività di microcredito in Italia è stata assegnata nel marzo 2017 a Mikro Kapital spa (si veda altro articolo di BeBeez). La licenza italiana seguiva quelle di Mikro Kapital in Russia, Bielorussia, Romania, Moldavia e Armenia. Fondata nel 2008, è una società di gestione di diritto lussemburghese che fa capo alla holding General Invest. Mikro Kapital opera attraverso due fondi, Mikro Fund e Alternative fund, di cui è stata lanciata la raccolta anche in Italia nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
E le società di microcredito a loro volta attraggono l’attenzione degli investitori, che scommettono sulle potenzialità di questo mercato. Non a caso proprio di recente la startup Microcredito di Impresa spa, partecipata al 26% dalla holding di investimento in startup Innovative-RFK spa, ha lanciato la campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma BacktoWork24 (si veda altro articolo di BeBeez) che a oggi ha già superato di gran lunga il target minimo di raccolta dei 341 mila euro.
E sempre nei giorni scorsi Cassa Deposti e Prestiti e Fondo Europeo per gli Investimenti hanno annunciato un accordo per finanziare Banca Etica e la società di microcredito PerMicro, tramite la piattaforma Social Impact Italia, attingendo al Programma “capacity building” dell’iniziativa UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) della Commissione Europea (si veda altro articolo di BeBeez) . L’asse di microfinanza e imprenditoria sociale del programma EaSI fornisce sostegno agli intermediari finanziari che offrono microcrediti agli imprenditori o finanziamenti alle imprese sociali. L’obiettivo principale dell’accordo è sostenere PerMicro attraverso l’apertura di nuove filiali, lo sviluppo di strumenti digitali e investimenti in risorse umane, rafforzando così l’accesso ai finanziamenti per le persone che non hanno accesso al sistema bancario tradizionale. PerMicro, è tra le più importanti aziende di microcredito in Italia che opera su tutto il territorio nazionale, fondata nel 2007 dall’operatore di venture capital dedicato al social impact Oltre Venture e Fondazione Paideia (si veda altro articolo di BeBeez) e partecipata da vari soci istituzionali, compresi Banca Etica e il Fei.
Lo scorso settembre, invece, Unicredit e Fondo Europeo degli Investimenti (Fei, parte del Gruppo Banca Europea degli Investimenti) hanno siglato un accordo da 60 milioni di euro a sostegno delle microimprese italiane, attraverso microcrediti garantiti dal Fei nell’ambito del programma EaSI (Employment and Social Innovation) della Commissione Europea. L’iniziativa rientra nel programma Social Impact Banking di Unicredit. L’accordo tra Unicredit e Fei segue quello siglato a marzo 2018 che prevedeva un plafond di 50 milioni di euro a beneficio di circa 2.500 microimprese italiane (si veda altro articolo di BeBeez).
A inizio luglio, poi, in occasione del convegno di BeBeez su investimenti alternativi e mondo private, Eugenio de Blasio, fondatore e ad di Green Arrow Capital sgr, aveva anticipato che Green Arrow ha allo studio la strutturazione di due Eltif da 250 milioni di euro ciascuno da promuovere con delle partnership con primari player, che gestiscono reti. Uno dei due Eltif sarà un prodotto dedicato al microcredito, visto che attualmente Green Arrow già ne gestisce uno da circa 120 milioni di euro e quindi ha già un provato track record.
Gli italiani sono attivi nel microcredito anche fronte internazionale. Nell’agosto 2018, è sbarcata sul listino a Mumbai CreditAccess Grameen, controllata indiana di CreditAccess Asia, società specializzata nel microcredito agli artigiani e alle micro-imprese in India e Sud Est Asiatico, guidata dall’amministratore delegato Paolo Brichetti e controllata da un gruppo di investitori italiani che insieme detengono una quota di oltre il 40% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo 2017 CreditAccess Asia aveva infatti annunciato un aumento di capitale da 95,4 milioni di euro, sottoscritto da Asian Development Bank, dall’Istituto Atesino di Sviluppo di Trento e da investitori privati coordinati dalla management company I2A Advisors (si veda altro articolo di BeBeez). All’aumento di capitale aveva partecipato anche Olympus Capital Asia, convertendo parte delle sue obbligazioni convertibili. Tra gli altri soci preesistenti si contano Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Banco di Brescia e Finanziaria di Valle Camonica. Le obbligazioni convertibili che Olympus Capital aveva convertito in equity allora, così come hanno fatto anche altri investitori privati, fanno parte dell’emissione da 40 milioni di euro che CreditAcces aveva fatto nell’ottobre 2014 (si veda qui altro articolo di BeBeez) e il cui collocamento era stato curato tra i propri clienti di private banking da Banca Esperia (oggi divisione Mediobanca Private Banking), che pure nella primavera 2013 aveva curato sempre per CreditAccess un aumento di capitale da 18,5 milioni.